Intervista a Federico Mazzi, autore di “Note stonate di un carillon nella notte” Intervista a Federico Mazzi, autore di “Note stonate di un carillon nella notte”

Intervista a Federico Mazzi, autore di “Note stonate di un carillon nella notte”

Pubblicata da bookabook, Note stonate di un carillon nella notte è l’opera prima di Federico Mazzi. Un romanzo a tinte fosche con protagonista il commissario Martelli.

Intervista a Federico Mazzi, autore di “Note stonate di un carillon nella notte”

Anzitutto vorremmo chiederle della sua esperienza, eterodossa dal punto di vista editoriale, con l’editore bookabook; una informazione che certamente interessa la nostra platea di lettori.

È stata una scelta finalizzata a pesarmi e misurare le mie capacità. Il sistema di crowdpublishing è un sistema che trovo estremamente utile perché mette al centro del processo decisionale il lettore, il quale legge l’anteprima, decide quale storia gli può interessare, investe sull’idea e sceglie direttamente quali libri andranno negli scaffali delle librerie.

Inoltre, è un sistema decisamente utile per un autore esordiente come me: insegna l’importanza delle presentazioni e della creazione di una comunità a sostegno del libro, permettendo all’autore stesso di misurarsi con il mercato, comprendendone le dinamiche.

Note stonate di un carillon nella notte | Federico Mazzi

Arriviamo al romanzo e al suo protagonista centrale. Come ogni giallo che si rispetti facciamo presto conoscenza del commissario Martelli, uomo vicino alla cinquantina, burbero, livoroso sotto certi aspetti e che a tratti manifesta pure una certa disillusione verso la vita e il suo mestiere. È lui che sarà chiamato a risolvere il drammatico caso che si presenta. Nel carattere di Martelli si riscontrano alcune caratteristiche di taluni detective storici del giallo italiano: quali letture e maestri, perciò, hanno ispirato la realizzazione di Note stonate di un carillon nella notte?

Ho iniziato a leggere all’età di 11 anni. da allora, non mi sono più fermato: i miei autori preferiti sono Stephen King (horror ma soprattutto il narrativo di Stagioni diverse, 4 dopo mezzanotte, Il miglio verde, La torre nera, 22/11/63), il duo Preston e Child (inventori del grandissimo detective Pendergast), Glen Cooper, Dan Brown. A livello di scrittori italiani, apprezzo molto il maestro Andrea Camilleri, Antonio Manzini e Gianrico Carofiglio.

È ovvio che questi autori hanno inciso fortemente sulla mia cifra stilistica e sulla caratterizzazione del protagonista e dei suoi gregari. In particolare, il profilo esoterico/noir l’ho mutuato dagli autori internazionali, mentre determinati archetipi sono omaggi agli scrittori italiani.

 

Caratteristica del suo libro è la sfida che l’artefice o gli artefici degli efferati delitti lanciano alle forze dell’ordine; sfida che per lunghi momenti presenta un largo vantaggio per il Male. Entriamo nello studio dell’autore: in fase di scrittura della storia, è lo sbroglio della matassa e l’incanalamento della vicenda verso i binari del Bene e della giustizia la parte più difficile da orchestrare?

Lo scopo di uno scrittore è quello di raccontare una storia che lasci il lettore soddisfatto di quello che ha letto e voglioso di leggere le ulteriori produzioni. Per questo, credo che la creazione di una trama credibile e solida, senza buchi narrativi, sia la parte più difficile e delicata del lavoro dello scrittore, perché presuppone un gran lavoro di ricerca: ambientazione, terminologia corretta, caratterizzazione dei personaggi e così via discorrendo. Quando si rispettano questi standard, si può arrivare a qualunque conclusione. A corollario e per assurdo, potrebbe vincere il male. Ma vinca chi vinca, la vittoria deve arrivare alla fine di un iter logico e argomentato.

LEGGI ANCHE:  Premio Letterario “Città di Castello” XV Edizione

La scelta del dialetto perugino in alcuni passaggi è un omaggio alla sua città?

Adoro il dialetto perugino e la mia città. ho avuto la fortuna di apprendere il dialetto da mia nonna, che mi ha insegnato le frasi che uso. Usarlo risponde a una duplice scelta. Primo: il dialetto è estremamente immediato e mi permette di rendere, con estrema velocità, concetti che altrimenti sarebbero molto più complessi. e tutte le frasi sono spiegate con note a piè di pagina, in modo da non spezzare la lettura; secondo: avevo necessità di un tocco di originalità al personaggio rispetto agli archetipi già noti.

 

Tra i molteplici spunti di riflessione, il suo romanzo ci apre ulteriormente gli occhi sulle insidie del web. Possiamo asserire senza tema di smentita che questo non è un libro destinato soltanto agli amanti del “genere” giallo, ma anche a ragazzi e genitori?

Questa è la questione che più mi sta a cuore. Precisiamo (e lo sottolineo mille volte): io scrivo thriller, non mi occupo di giornalismo d’inchiesta o di documentari. Sono, però, fermamente convinto dell’importanza dell’agganciare a un’avventura di polizia un tema importante, in modo da poter mettere un piccolo mattoncino nel processo di sensibilizzazione. Nel caso di specie, il mio desiderio è stato quello di accendere un lumicino di attenzione su quelli che sono i problemi connessi al dark e al deep web. E quindi sì: è importante che genitori e adolescenti leggano Note stonate di un carillon nella notte, usandolo come punto iniziale di uno studio più approfondito sul tema.

Antonio Pagliuso

 

 

Autore: Redazione Leggere Libri

Condividi Questo Post Su

Invia un Commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *