Intervista a Antonio Cannone, autore de "Il caso Aversa tra rivelazioni e misteri" Intervista a Antonio Cannone, autore de "Il caso Aversa tra rivelazioni e misteri"

Intervista a Antonio Cannone, autore de “Il caso Aversa tra rivelazioni e misteri”

Il caso Aversa

Antonio Cannone, giornalista professionista, dottore in Scienze della comunicazione. E’stato caposervizio delle pagine di cronaca, economia e politica del quotidiano regionale “il Domani della Calabria”. Ha collaborato e collabora con giornali e tv. Ha scritto: L’Anemone di Adone; Interno mafia, Dio c’è; Quelli che…Lamezia; Gli Intrusi-Fascino mortale; Il caso Aversa tra rivelazioni e misteri.

Parliamo subito del tuo ultimo libro, Il caso Aversa tra rivelazioni e misteri. Raccontaci brevemente la trama e in quale genere si colloca.

Nel mio ultimo libro parlo della drammatica vicenda del duplice omicidio del sovraintendente di Polizia Salvatore Aversa e della moglie, Lucia Precenzano, avvenuto a Lamezia il 4 gennaio del 1992. Si tratta di un caso che ancora oggi presenta lati oscuri e irrisolti. Definito uno dei misteri più tenebrosi della storia del potere in Italia, per i molti errori investigativi commessi.

Parlaci di te e del tuo amore per la scrittura: come nasce?

Nasce fin da piccolo. Amavo scrivere, leggere e guardare molti film. Oggi scrivo romanzi e saggi, ho una particolare simpatia per i testi di Zavattini, Pasolini, Hesse, tanto per citare alcuni dei miei autori preferiti. Scrivere per me rappresenta anche una sorta di auto-analisi. Attraverso la scrittura posso fare ciò che voglio, dire come la penso sul mondo, sulla società.

Quanto tempo hai impiegato a scrivere questo libro? Descrivi un po’ l’atmosfera e l’ambiente, lascia che i lettori possano immaginarti mentre sei intento a scrivere.

Ho impiegato circa sei mesi. Questo libro, che a differenza di altri precedenti è un saggio, rappresenta una testimonianza soprattutto per i giovani che all’epoca dei fatti narrati non erano ancora nati. Si tratta di fatto di una generazione, perché sono trascorsi 26 anni. Ho compiuto un’accurata ricerca, leggendo sentenze e documentandomi sui fatti accaduti allora.

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Sappiamo che hai uno stile tuo, ma stando al gioco, a quale autore del presente o del passato ti senti (o aspiri) di somigliare e in quali aspetti? Fai un gioco analogo per il tuo libro.

Sicuramente mi ispiro a Pasolini e alla sua forza di narrare la realtà con vena poetica ma al tempo stesso cruda e legata alla realtà. Nei romanzi che scrivo al centro di ogni storia c’è l’individuo con la sua solitudine che si rapporta alla società di oggi dominata dalla comunicazione che incide profondamente sul vissuto di ogni essere.

Se dovessi consigliare una colonna sonora da scegliere come sottofondo durante la lettura del tuo libro, cosa sceglieresti?

Io amo De Andrè, De Gregori e sono spesso fonte di ispirazione. Per questo lavoro credo che sceglierei qualche brano della Buona novella di De Andrè perché si tratta di una storia che deve far riflettere come fanno riflettere i testi del grande Faber.

Un’ultima domanda per salutarci. Rivolgiti ai nostri 300.000 mila lettori, con un tweet in 140 caratteri.

Il messaggio che vorrei lanciare, nel ringraziarvi per questo spazio importante, è quello di stare sempre vigili e coltivare una sana critica su ogni cosa che ci propinano i mezzi di comunicazione, che spesso manipolano le menti.

Autore: Redazione

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