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Intervista a Sonia Milan, autrice de “Rosa Tea”

rosa tea

Sonia Milan è nata a Roma nel 1969. Nel 2011 ha pubblicato la prima opera di narrativa: Manuale specifico per collane uniche, edito da Montecovello.
Appassionata di arte e di floricoltura, membro della giuria internazionale del Premio Roma per nuove rose, indetto dal roseto comunale della capitale. Vive in provincia, con tre cani, due gatti e un figlio.

Parliamo subito del tuo ultimo libro. Raccontaci brevemente la trama e in quale genere si colloca.

È un romanzo dalle molteplici sfaccettature, d’amore, d’arte e di mistero, raccontato in un’alternanza tra la Roma dell’Ottocento e quella dei giorni nostri. Si parte dal roseto dell’Aventino, ex cimitero ebraico, dove appare spesso una giovane donna malinconica. Il direttore del giardino la incrocerà poi al cimitero acattolico, di fronte alla tomba di Keats…

Parlaci di te e del tuo amore per la scrittura: come nasce?

Il mio amore per la scrittura è nato durante l’adolescenza, quando ho iniziato a comporre storie con atmosfera tra il gotico e il rosa, ambientate in un castello della Cornovaglia infestato di fantasmi inconsolabili. Nel 2011 ho pubblicato una prima opera, Manuale Specifico per collane uniche, un trattato ironico sui rapporti di coppia, e a luglio è uscito Rosa Tea, con Bibliotheka Edizioni.

Quanto tempo hai impiegato a scrivere questo libro? Descrivi un po’ l’atmosfera e l’ambiente, lascia che i lettori possano immaginarti mentre sei intento a scrivere.

Ho impiegato circa nove mesi, è stato praticamente un parto. Ho iniziato a scriverlo poco dopo la morte di mia madre, in inverno, nella mia villetta in provincia di Roma, trascorrendo i pomeriggi sul portatile, con la stufa accesa e i miei animali accovacciati attorno.

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Sappiamo che hai uno stile tuo, ma stando al gioco, a quale autore del presente o del passato ti senti (o aspiri) di somigliare e in quali aspetti? Fai un gioco analogo per il tuo libro.

Per i salti temporali nelle storie d’amore, direi Lucinda Riley. Per l’ironia e alcune descrizioni dei personaggi, mi viene in mente Ammaniti. Per il mio libro, più di un lettore, tra quelli più avanti con gli anni, hanno fatto riferimento all’atmosfera di un famoso sceneggiato Rai dei primi anni ‘70: Il segno del comando.

Se dovessi consigliare una colonna sonora da scegliere come sottofondo durante la lettura del tuo libro, cosa sceglieresti?

È un romanzo delicato e poetico. Sceglierei l’Inverno di Vivaldi per leggere la storia di Anna e una canzone romantica di Jovanotti a fare da sfondo alla giornata di Tea.

Un’ultima domanda per salutarci. Rivolgiti ai nostri 300.000 mila lettori, con un tweet in 140 caratteri.

In Rosa Tea passato e presente si rincorrono e si fondono in una danza di emozioni senza tempo, vissute sullo sfondo di una Roma arcana, profumata e suggestiva, che è decisamente la migliore attrice non protagonista dell’opera.

Autore: redazione

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