Intervista a Luca Improta, autore de "Le ombre non lasciano tracce. La croce capovolta" - RecensioniLibri.org Intervista a Luca Improta, autore de "Le ombre non lasciano tracce. La croce capovolta" - RecensioniLibri.org

Intervista a Luca Improta, autore de “Le ombre non lasciano tracce. La croce capovolta”

Le ombre

Luca Improta è nato a Roma nel 1964. Ha esordito nel 2013 con il romanzo Il Colore delle Lacrime. Con la sua seconda opera Le Ombre non Lasciano Tracce. La Croce Capovolta, si è aggiudicato il Primo Premio assoluto del concorso ‘LA QUERCIA DEL MYR’ 2017 e il Premio Cultura del concorso ‘HOLMES AWARDS 2018’. Le Ombre non Lasciano Tracce. Ladri di bambini rappresenta la sua terza opera.

Parliamo subito del tuo ultimo libro. Raccontaci brevemente la trama e in quale genere si colloca.

Genere thriller. Daniel è tra i soldati di un commando speciale costretti a tornare in Italia. Durante questo riposo forzoso, la donna che ama sarà violentata e lui si getterà tra i bassifondi romani a caccia dei colpevoli. Nel frattempo, una serie di delitti sconvolge la città e le indagini lo porteranno a unirsi al vice sovrintendente Rebecca Rei nella ricerca del serial killer.

Parlaci di te e del tuo amore per la scrittura: come nasce?

Credo sia tutto nato nell\’esatto momento in cui mi sono reso conto che le parole, esattamente come le note emesse da un qualsiasi strumento, nascondono una propria musicalità. Amo tentare di creare quella melodia che riesca a prenderti per mano per farti volare tra le pagine di ciò che scrivo.

Quanto tempo hai impiegato a scrivere questo libro? Descrivi un po’ l’atmosfera e l’ambiente, lascia che i lettori possano immaginarti mentre sei intento a scrivere.

Ho impiegato quasi due anni per scrivere il primo episodio delle Ombre. È stato complicato, prima avevo scritto solo un romanzo. L\’atmosfera esterna, invece, non ha niente di romantico: una tuta indosso, un tavolino, un caffè e un computer. Ma quando il monitor s\’illumina, tutto cambia e inizi a calarti dentro ogni personaggio, ogni luogo, ogni singola emozione.

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Sappiamo che hai uno stile tuo, ma stando al gioco, a quale autore del presente o del passato ti senti (o aspiri) di somigliare e in quali aspetti? Fai un gioco analogo per il tuo libro.

Per il modo di scrivere, adoro Carlos Ruiz Zafón: ogni parola è la nota di una melodia travolgente a cui mi piacerebbe arrivare senza, però, stravolgere le mie caratteristiche tipiche di un linguaggio crudo. Per il resto, invece, porterei come riferimento la narrativa di genere americana. Il Silenzio degli Innocenti di Thomas Harris è la mia bibbia.

Se dovessi consigliare una colonna sonora da scegliere come sottofondo durante la lettura del tuo libro, cosa sceglieresti?

È una domanda complicata. Mi piace usare la musica nei miei libri, ma pensare a una colonna sonora che riesca ad appoggiarsi alle parole senza togliergli nulla, mi viene difficile.

Un’ultima domanda per salutarci. Rivolgiti ai nostri 300.000 mila lettori, con un tweet in 140 caratteri.

Se non volete fermarvi alla semplice lettura di un libro, provate a seguire le mie Ombre e, senza neanche accorgervene, vi ci troverete dentro. Inquietamente.

Autore: redazione

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