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La Provinciale [Audiolibro] | Alberto Moravia

Era sul finire degli anni ’40 quando venne pubblicata la raccolta di piccoli romanzi dal titolo L’imbroglio, scritto da Alberto Moravia, dove possiamo trovare, al suo interno, uno degli scritti più famosi di questo autore, ossia “La Provinciale”.
Da questo racconto sono stati tratti, tra l’altro, due film rilasciati uno nel 1953, diretto da Mario Soldati, e uno nel 2006, dove vediamo Sabrina Ferilli nei panni della protagonista della storia.

L’audiolibro (acquistabile in digital download MP3 sulla piattaforma ilnarratore.com) è stato affidato all’interpretazione dell’attrice teatrale Maria Grazia Mandruzzato che, grazie alla sua ottima performance da narratrice, riesce a dare un tocco di brio a quello che, al giorno d’oggi, verrebbe definito un racconto al limite del banale, ma che in realtà ha ancora qualcosa da dire. L’interpretazione, infatti è appassionata ma allo stesso tempo semplice, calzante e ritmata lì dove serve, soprattutto nei dialoghi più intensi, dando un tocco di personalità unico a questo libro.

La trama, abbastanza semplice e non troppo elaborata, gira intorno alla vita di una ragazza di nome Gemma Foresi che, insieme alla madre, vive in una paesino di provincia non meglio definito.
Entrambe hanno sempre vissuto una vita di stenti, all’ombra di quella classe borghese e privilegiata a cui ambivano con ferma convinzione. Questa ambizione, tra l’altro, era alimentata da una strana amicizia che c’era tra la madre di Gemma e un signorotto di provincia, proprietario di una casa fuori città, di nobile e facoltosa famiglia. Durate le estati, Gemma era spesso ospitata da questa famiglia, alimentando delle dicerie, in un paese che non si capacitava di come una famiglia umile al quale apparteneva Gemma, potesse essere tanto considerata da una che al contrario era nobile e ben vista. La verità poi verrà a galla ma non sarà il vero fulcro della storia, in quanto assisteremo a una crescita psicologica di Gemma, che la spingerà a prendere consapevolezza su quello che veramente conta nella vita.

Una trama che ricorda, senza alcun senso di disprezzo ed è bene chiarirlo, quella di una delle classiche soap opera che ancora oggi intrattengono e continuano ad intrattenere buona parte del pubblico, soprattutto quello più avanti negli anni; per tale ragione, è facile vedere “La Provinciale”, come un racconto d’altri tempi. Stiamo pur sempre parlando degli anni ’40.

In realtà, il racconto di Moravia è tutt’altro che scontato e banale, non tanto per la storia in sé, ma per lo sviluppo e il percorso psicologico di Gemma Foresi, che non è solo la protagonista della storia, ma la personificazione perfetta di un’idea, di una concezione di vita che fa fatica a sparire, specie di questi tempi dove l’apparenza sta sempre più soppiantando la sostanza.

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Gemma, infatti, per buona parte del libro, dà un enorme importanza alla sua voglia di riscatto, in un desiderio ossessivo ed egoistico di voler essere a tutti costi non più una ragazza di provincia, ma una nobile signora, sposata con un uomo altrettanto nobile, passando le sue giornate tra calici di spumante francese e feste con personaggi illustri. Una ricerca morbosa, compulsiva, che la porterà a commettere delle sciocchezze nel nome di questa sua voglia di vita altolocata e senza freni, rischiando di mettere a repentaglio il suo matrimonio (con un professore universitario ricco ma non nobile come lei desiderava ) e, a tratti, anche la sua incolumità, a causa della sua amicizia con personaggi poco raccomandabili come un certo Vittoni e una donna perfida di nome Elvira, che si approfitteranno più volte dei desideri di Gemma rendendola quasi una schiava ai loro voleri.

Pur essendo un po’ sbrigativo nella risoluzione, Moravia dà molta sostanza a questo cambiamento di Gemma, mettendola nelle condizioni di assaporare pienamente quel mondo da lei desiderato ma, come Icaro e le sue ali di cera, essa si spinge troppo in alto nei suoi eccessi e nelle sue trasgressioni, rischiando di essere vittima sacrificale del suo stesso desiderio, proprio come Icaro che avvicinandosi troppo al cielo ha fatto sciogliere le ali.

L’aspetto più interessante di questo libro è proprio questo: fino a quale punto una persona può spingersi per assecondare i suoi desideri? Quando arriva il momento in cui ci si deve fermare e sentirsi appagati?

Domande sulla vita abbastanza banali ma che, come ogni banalità, di questi tempi spesso vengono trascurate, dove bisogna per forza sbatterci e farsi male con la testa per iniziare a ragionarci sopra, perché troppo presi dai nostri desideri, al punto da mettere da parte tutto, anche il buon senso.

La Provinciale di Alberto Moravia, dunque, è uno di quei racconti che, volendo trovare una metafora, è come una bottiglia di vino: pur invecchiando mantiene, se non migliora, tutto il suo fascino e la sua bellezza originale ; una volta superato l’impatto iniziale di una trama a tratti fin troppo semplice, ci spingerà sicuramente a fare qualche piccola riflessione su noi stessi e sui nostri desideri.

Autore: Luigi Russo

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