Intervista a Grazia Maria Francese, autrice de "Arduhinus" Intervista a Grazia Maria Francese, autrice de "Arduhinus"

Intervista a Grazia Maria Francese, autrice de “Arduhinus”

Arduhinus

Grazia Maria Francese nasce a Novara nel 1955 e svolge la professione di medico. A tempo perso è appassionata di storia medioevale e di cultura giapponese. Ha pubblicato finora tre romanzi storici: oltre ad Arduhinus, “L’uomo dei corvi”, ambientato nell’VIII secolo e “Langbardar – sole rosso”, ambientato nel VI. Prima classificata al concorso Verbania for Women 2017. Seconda al Premio Cronin 2017.

Parliamo subito del tuo ultimo libro. Raccontaci brevemente la trama e in quale genere si colloca.

Arduino d’Ivrea, ultimo sovrano del Regno Italico: un personaggio maledetto, un’ombra fosca lo definì Carducci. Per quale ragione si attirò l’odio delle gerarchie ecclesiastiche? Perché si tentò di cancellarne la memoria? E come mai, dopo mille anni, c’è chi lo ricorda ancora? Questo romanzo storico esplora le ombre che avvolgono una figura chiave del nostro Medioevo.

Parlaci di te e del tuo amore per la scrittura: come nasce?

L’amore per la scrittura è nato in me dopo essere stata, per molti anni, una lettrice appassionata, soprattutto di classici, di saggi e di romanzi storici. Ricostruire le vicende del passato, ridare vita agli scheletri di nomi e date che si trovano nei libri di storia è un gioco meraviglioso, quasi un’operazione alchemica che mi coinvolge e mi entusiasma.

Quanto tempo hai impiegato a scrivere questo libro? Descrivi un po’ l’atmosfera e l’ambiente, lascia che i lettori possano immaginarti mentre sei intento a scrivere.

Le fonti storiche per l’anno Mille sono davvero scarse. È un periodo convulso, dove tra le rovine dell’impero fondato da Carlo Magno si agitano personaggi mossi da pulsioni incomprensibili per noi. Ho cercato di calarmi nell’atmosfera e nel modo di pensare di quell’epoca, di ragionare come se “io” fossi Arduino. Poi è cominciata la fase due: esplorare i luoghi dove è ambientata la vicenda.

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Sappiamo che hai uno stile tuo, ma stando al gioco, a quale autore del presente o del passato ti senti (o aspiri) di somigliare e in quali aspetti? Fai un gioco analogo per il tuo libro.

Daphne du Maurier, che sa restituire l’atmosfera del passato in modo così intenso da sembrare una stregoneria: “La casa sull’estuario” è uno dei miei modelli. Joseph Conrad, per la psicologia dei personaggi. Mino Milani, aurore di libri d’avventura per ragazzi sulle cui pagine mi sono formata, ma anche di saggi: il suo “Arduino e il Regno Italico” mi ha accompagnata nella stesura del romanzo.

Se dovessi consigliare una colonna sonora da scegliere come sottofondo durante la lettura del tuo libro, cosa sceglieresti?

Durante la lettura del mio libro non si ascolta niente. E qualunque sottofondo musicale ci fosse, di qualsiasi genere, non ci si accorge più che esista. Così succede, quando un romanzo coinvolge il lettore al punto da fargli dimenticare l’epoca e il luogo in cui si trova: per cui mi auguro che sia così.

Un’ultima domanda per salutarci. Rivolgiti ai nostri 300.000 mila lettori, con un tweet in 140 caratteri.

Leggere i libri che ci piacciono è irrinunciabile: apre la mente, stimola i sensi e aggiunge alla vita una quarta dimensione.

Autore: redazione

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