Intervista a Lorenza Colicigno, autrice de "Matrie" Intervista a Lorenza Colicigno, autrice de "Matrie"

Intervista a Lorenza Colicigno, autrice de “Matrie”

Matrie

Lorenza Colicigno vive e lavora a Potenza. Già docente di Lettere nel Liceo Classico, oggi insegna Scrittura Creativa e svolge attività di pubblicista. Ha pubblicato tre sillogi liriche: “Quaestio de silentio” (Il Salice, Potenza), “Canzone lunga e terribile”(Nemapress, Alghero), “Matrie”(Aletti, Roma). Suoi testi poetici e narrativi figurano in numerose antologie e in riviste.

Parliamo subito del tuo ultimo libro, Matrie. Raccontaci brevemente la trama e in quale genere si colloca.

È una raccolta di poesie che esplora la storia dell’approdo a una matria. Non una storia lineare, ma l’emergere di momenti del viaggio tra storia, cronaca e interiorità.

Parlaci di te e del tuo amore per la scrittura: come nasce?

Per contagio, da mia madre. Ma, a parte questa origine “genetica”, scrivere è l’unico modo che conosco per essere veramente me stessa, e spesso fa male. Spesso mi sono chiesta, come ho scritto in una mia poesia: “Che malattia è questa”. 

Quanto tempo hai impiegato a scrivere questo libro? Descrivi un po’ l’atmosfera e l’ambiente, lascia che i lettori possano immaginarti mentre sei intento a scrivere.

L’atmosfera del libro ha due poli: la drammatica coscienza del dolore di vivere e l’ironica sdrammatizzazione della condizione umana. Per seguirmi nel mio percorso di scrittrice, dovreste inseguirmi tra le mille cose che faccio quotidianamente. È in questa strana dinamica tra quotidiano e universale l’essenza della mia poesia.

Sappiamo che hai uno stile tuo, ma stando al gioco, a quale autore del presente o del passato ti senti (o aspiri) di somigliare e in quali aspetti? Fai un gioco analogo per il tuo libro.

Da Leopardi a Sylvia Plath. Da Dante a Zanzotto. Da Shakespeare a Pirandello. Da Ariosto a Vito Riviello. Percorsi a ostacoli nella lettura e nella scrittura. Assomiglio a me stessa.

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Se dovessi consigliare una colonna sonora da scegliere come sottofondo durante la lettura del tuo libro, cosa sceglieresti?

Una sonata per violino. Mio padre era un violinista e spesso ho scritto nel tentativo di imitare la voce di questo straordinario strumento.

Un’ultima domanda per salutarci. Rivolgiti ai nostri 300.000 mila lettori, con un tweet in 140 caratteri.

Ho dato voce al silenzio e insieme ho dato voce al “rumore” della vita. È un viaggio nelle pieghe dell’anima, come un veleggiare tra mari in tempesta e calme improvvise.

Autore: Redazione

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