Intervista a Gabriele Missaglia, autore de "Il diario, un destino già scritto" Intervista a Gabriele Missaglia, autore de "Il diario, un destino già scritto"

Intervista a Gabriele Missaglia, autore de “Il diario, un destino già scritto”

Il diario

Gabriele Missaglia, nato a Como nel ’91, laureato in legge, e fresco di diploma in Environmental law, ha capito cosa voleva fare da grande soltanto sui banchi dell’università (alcuni saggi osservatori diranno: meglio tardi che mai!). Ha già pubblicato, da autore indipendente, un libro, Il diario, un destino già scritto e ne ha altri due in cantiere.

Parliamo subito del tuo libro. Raccontaci brevemente la trama e in quale genere si colloca.

Il diario, un destino già scritto è un robusto thriller psicologico, condito da vari colpi di scena e un finale tutto da scoprire. Il tema da cui nasce il romanzo è la predestinazione e il suo ruolo nella nostra vita. Se dovessi twittarlo, sotto forma di domanda, suonerebbe così: Che cosa faresti se venissi a conoscenza di tutto il tuo futuro, prima che accada?

Parlaci di te e del tuo amore per la scrittura: come nasce?

Il mio amore per la scrittura nasce da un bisogno: criticare le categorie assolute. Da scrittore postmoderno, mi piace esplorare i temi che uniscono tutta l’umanità (il destino, il potere, l’amore) e mostrare come non possano essere definiti assoluti, anche se la società ci impone di pensarli tali. Ma se lo fa, è solo per il bisogno di propagare sé stessa nel futuro.

Quanto tempo hai impiegato a scrivere questo libro? Descrivi un po’ l’atmosfera e l’ambiente, lascia che i lettori possano immaginarti mentre sei intento a scrivere.

Per me la scrittura non è un mestiere difficile. Ora, questo libro è stato prodotto in tre anni, ma ciò è dovuto al fatto che sono dovuto migliorare nella scrittura, e lo sto facendo tutt’ora. In ogni caso, avendo in mente il tema, la predestinazione, da buon avvocato, ho cercato il modo per provare che questa esiste a prescindere dalla situazione descritta nel romanzo.

LEGGI ANCHE:  Intervista a Chiara Maria Bergamaschi, autrice di “Lo sguardo oltre”

Sappiamo che hai uno stile tuo, ma stando al gioco, a quale autore del presente o del passato ti senti (o aspiri) di somigliare e in quali aspetti? Fai un gioco analogo per il tuo libro.

Il mio tridente preferito a livello di contenuti è: Nietzsche, Jung e Hume. Loro sono gli autori più postmoderni, sopratutto il primo. Come riescono a presentare la completezza e la complessità della vita, pochi altri; anzi, forse nessuno. Per quanto riguarda lo stile sono sempre in evoluzione e adesso, come potete leggere nell’intervista, diventa sempre più colloquiale.

Se dovessi consigliare una colonna sonora da scegliere come sottofondo durante la lettura del tuo libro, cosa sceglieresti?

Sceglierei Spanish Sahara, una delle colonne sonore di Life is strange, che vale la pena vedere; per i più fortunati, anche giocare. Oppure una canzone di Lana del Rey, Born to die, perché è la predestinazione fatta canzone: proprio perché siamo già predestinati, allora dobbiamo dare del termine naturale un’interpretazione vivificante.

Un’ultima domanda per salutarci. Rivolgiti ai nostri 300.000 mila lettori, con un tweet in 140 caratteri.

Quale sarebbe la vostra reazione se un giorno trovaste un diario sul quale viene narrato, per filo e per segno, il vostro destino?

Autore: Redazione

Condividi Questo Post Su