Intervista a Malusa Kosgran, autrice de "In attesa degli altri trasmettiamo musica da ballo" Intervista a Malusa Kosgran, autrice de "In attesa degli altri trasmettiamo musica da ballo"

Intervista a Malusa Kosgran, autrice de “In attesa degli altri trasmettiamo musica da ballo”

Malusa Kosgran

Malusa Kosgran,  nata a Milano nel 1974, aveva un anno quando i suoi genitori decisero di trasferirsi a Bisceglie, in Puglia: “I piani di mio padre per la sua famiglia non includevano la vendita diretta di frutta e verdura, lo smog e i tram. A 18 anni ho lasciato mamma, papà e sorella e sono tornata a Milano per frequentare una scuola di fumetto. Dai 18 ai 20 ho vissuto con la mia nonna materna, Giustina, poi da sola”.

In questa intervista ci parla del suo In attesa degli altri trasmettiamo musica da ballo.

Parliamo subito del tuo ultimo libro. Raccontaci brevemente la trama e in quale genere si colloca.

In attesa degli altri trasmettiamo musica da ballo è un romanzo ambientato a Bisceglie, in Puglia, ma anche nella Milano fine anni ’50. Il protagonista, Antonio Di Pinto, scompare nel nulla alla fine di una giornata di lavoro nei campi, costringendo familiari e parenti a stringersi attorno al mistero. Per trovarlo occorrerà cercare in un luogo e in un tempo remoti: la dimensione dei ricordi.

Parlaci di te e del tuo amore per la scrittura: come nasce?

Anni fa, Adriano, il mio Prof. di Sceneggiatura alla scuola del Fumetto di Milano mi disse: “Sei più brava a scrivere che a disegnare”. All’inizio ci rimasi male: avevo lasciato la Puglia per diventare una fumettista, non una scrittrice! Col tempo, però, ho capito che sceneggiare è un mestiere difficile e stupendo. La narrativa è arrivata dopo, con l’esperienza. E il disegno l’ha seguita a ruota.

Quanto tempo hai impiegato a scrivere questo libro? Descrivi un po’ l’atmosfera e l’ambiente, lascia che i lettori possano immaginarti mentre sei intento a scrivere.

La prima stesura di “In attesa degli altri trasmettiamo musica da ballo” risale al 2010, l’anno del suo “presente narrato”. Ci lavoro da quasi 8 anni, a fase alterne. Nel frattempo, quando vivevo ancora a Milano, ho pubblicato un altro romanzo, il mio secondogenito. Ora mi è chiaro che questo manoscritto aspettava che tornassi a vivere in Puglia… perché le sue radici sono qui. A Bisceglie.

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Sappiamo che hai uno stile tuo, ma stando al gioco, a quale autore del presente o del passato ti senti (o aspiri) di somigliare e in quali aspetti? Fai un gioco analogo per il tuo libro.

Prediligo la narrativa più o meno contemporanea americana, ma leggo di tutto, poesia a parte che ritengo troppo privata per essere “popolare”. Irvine Welsh, Douglas Couplan, Tom Robbins e Chuck Palanhiuk sono i miei autori di riferimento, ma la lista si arricchisce spesso, magari pescando nel passato. Non amo la narrativa di genere, ma se è ben scritta (Fredric Brown: uao!) mi appassiona molto…

Se dovessi consigliare una colonna sonora da scegliere come sottofondo durante la lettura del tuo libro, cosa sceglieresti?

Il libro è diviso in quattro parti, due ambientate nel 2010 – la prima e l’ultima – una alla fine degli anni’ 50 e la terza negli anni’ 70: Rami, Radici, Foglie e Albero. Per Rami e Albero ho creato una vera e vintage compilation con canzoni anni’ 80 – che vanno da Eros a Jovanotti passando per Marina Rei e Luca Carboni – per Radici e Foglie Domenico Modugno e Enzo Jannacci.

Un’ultima domanda per salutarci. Rivolgiti ai nostri 300.000 mila lettori, con un tweet in 140 caratteri.

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Autore: Redazione

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