Intervista a Antonio Papagni, autore de "Dai Led Zeppelin allo Zen" Intervista a Antonio Papagni, autore de "Dai Led Zeppelin allo Zen"

Intervista a Antonio Papagni, autore de “Dai Led Zeppelin allo Zen”

Dai Led Zeppelin allo Zen

Antonio Papagni è nato e lavora a Roma. Oggi vive in un borgo in prossimità del lago di Vico dove è riuscito a riunire le sue passioni: la lettura, la musica e la natura. Dopo essersi dedicato alla chitarra classica, da qualche tempo ha iniziato lo studio del violino. È attivo su Facebook. In questa intervista ci parla del suo Dai Led Zeppelin allo Zen.

Parliamo subito del tuo ultimo libro. Raccontaci brevemente la trama e in quale genere si colloca.

Dai Led Zeppelin allo Zen (saggio narrativo 1972 – 1990) è un’analisi lucida di un panorama musicale incommensurabile. Il libro cerca anche di interpretare, attraverso un’attenta conoscenza del tempo descritto, il cambiamento antropologico che l’uomo, nel passaggio cruciale dagli anni 70 agli anni 90, ha subito.

Parlaci di te e del tuo amore per la scrittura: come nasce?

Leggo molto, specialmente saggi. Ascolto poca musica e scrivo ancora meno (ora). Se scrivo, scrivo su blog di amici (quello di Susanna Tartaro per esempio). Prendo appunti raramente. Rileggo e correggo un mio romanzo. Penso al prossimo saggio. Vivo nel disincanto che ha lasciato ai più giovani l’utopia.

Quanto tempo hai impiegato a scrivere questo libro? Descrivi un po’ l’atmosfera e l’ambiente, lascia che i lettori possano immaginarti mentre sei intento a scrivere.

Nella scrittura quattro anni. Poi sei anni tra revisioni e riscritture. Il mio saggio narrativo è nato quando mi sono trovato da solo davanti ai miei dischi e ai miei libri. Erano doni ricevuti solo per la fortuna di vivere in un momento d’impressionante ricchezza (anni 70). Era giusto lasciare un contributo, erano doni da restituire. Scrivevo la sera, fino a tardi. Circondato da dischi e libri.

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Sappiamo che hai uno stile tuo, ma stando al gioco, a quale autore del presente o del passato ti senti (o aspiri) di somigliare e in quali aspetti? Fai un gioco analogo per il tuo libro.

Ultimamente mi ha appassionato Emmanuel Carrère. Mi è piaciuto il suo modo di intrecciare la narrazione con la sua biografia cosa che non ho apprezzato (per esempio) nella Ernaux. Ma l’autore che mi ha iniziato alla scrittura è stato “banalmente” Hemingway.

Se dovessi consigliare una colonna sonora da scegliere come sottofondo durante la lettura del tuo libro, cosa sceglieresti?

Dai Led Zeppelin allo Zen è una colonna sonora per tutte le sue 262 pagine (più 60 di note). Ma se proprio devo scegliere un sottofondo allora direi Thursday Afternoon di Brian Eno. Affascinante, poco disturbante.

Un’ultima domanda per salutarci. Rivolgiti ai nostri 300.000 mila lettori, con un tweet in 140 caratteri.

DLZaZ è per chi c’era e fa finta di non ricordarsi che ci sia stato un mondo migliore e per chi non c’era e deve avere molta immaginazione per credere che ci sia davvero stato un mondo migliore.

Autore: Redazione

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