Intervista a Silvana Baroni, autrice de "Perimetri accerchiati" Intervista a Silvana Baroni, autrice de "Perimetri accerchiati"

Intervista a Silvana Baroni, autrice de “Perimetri accerchiati”

Psichiatra-psicoanalista, Silvana Baroni vive e lavora a Roma. Ha un sito da cui si può evincere quello che è e quello che fa: eccolo QUI. Ci parla del suo Perimetri accerchiati, Gattomerlino editore. 

Parliamo subito del tuo ultimo libro. Raccontaci brevemente la trama e in quale genere si colloca.

E’ una raccolta di 23 racconti serio-ironici. Si tratta di individui dalla vita border-line, di stralunati antieroi, descritti in modo empatico, spesso ironico, ma sempre nel rispetto totale delle loro conflittualità.

Parlaci di te e del tuo amore per la scrittura: come nasce?

Sono al mio diciottesimo libro. Soprattutto aforismi e racconti. Anche teatro e poesia. Scrivere è un modo per reinventare il mondo oppure sostenerlo ribadendo i suoi aspetti migliori. E poi è una scommessa ogni volta con me stessa: una guerriglia benevola che dinamizza la vita e mi mette attivamente in rapporto con gli altri.

Quanto tempo hai impiegato a scrivere questo libro? Descrivi un po’ l’atmosfera e l’ambiente, lascia che i lettori possano immaginarti mentre sei intento a scrivere.

Sono racconti scritti in anni diversi, per esigenze diverse, stimolati dalla realtà e condotti oltre a volte fino alla surrealtà, in ogni modo assemblabili in modo da costituire un corpo unico. Sono un medico psichiatra e psicoanalista junghiana, e le stimolazioni che derivano dal mio lavoro, potete immaginare quanto siano frequenti e interessanti.

Sappiamo che hai uno stile tuo, ma stando al gioco, a quale autore del presente o del passato ti senti (o aspiri) di somigliare e in quali aspetti? Fai un gioco analogo per il tuo libro.

Soprattutto per il precedente libro di racconti – Alambicchi edito da Manni – fui assimilata per alcuni aspetti a Saul Bellow. Ma io, per quel che vale il mio parere, mi ritengo molto più ironica.

LEGGI ANCHE:  Intervista a Roberto Venturini - L'anno che a Roma fu due volte Natale

Se dovessi consigliare una colonna sonora da scegliere come sottofondo durante la lettura del tuo libro, cosa sceglieresti?

Tutto il jazz possibile! nulla di smielato.

Un’ultima domanda per salutarci. Rivolgiti ai nostri 300.000 mila lettori, con un tweet in 140 caratteri.

Scrivo perché mi piace fissare su carta emozioni e pensieri. Anche se si scrive d’altro, sempre si parla anche di se stessi. E poi, mi piace essere letta! lo trovate strano? al massimo rischio di non piacere …e allora : amici come non prima!

Autore: Redazione

Condividi Questo Post Su