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Intervista a Nicola Pera, autore de “Benzina”

Benzina Nicola PeraNato a Livorno, Nicola Pera racconta che una volta amava scrivere storie, con l’idea che fosse l’unica cosa che lo interessasse veramente; è tornato a farlo da pochi anni, dopo molto tempo. Nel 2014 ha vinto il concorso ObiettivoLibro e pubblicato con le Edizioni SensoInverso il suo primo romanzo “La fine del tempo“.
Nel 2015, per le Edizioni Il Foglio, è uscita una raccolta di racconti dal titolo “Acque sporche“.

Parliamo subito del tuo ultimo libro. Raccontaci brevemente la trama e in quale genere si colloca

1981. Due balordi che vivono a Trieste decidono di compiere una rapina. Le cose vanno male e uccidono prima un anziano negoziante e poi un benzinaio. Decidono allora di scappare il più lontano possibile e percorrono tutta la nostra penisola fino alla Puglia disseminando il loro cammino di altri cadaveri. È una storia pulp ma non solo, e insieme alla violenza cerca alcune risposte sul nostro destino.

Parlaci di te e del tuo amore per la scrittura: come nasce?

Nasce negli primi anni’80 quando leggevo le storie di Isaac Asimov, Poul Anderson e Clifford Simak. Erano storie di fantascienza e io volevo diventare uno scrittore di fantascienza (e ho pubblicato qualcosa su una rivista dell’epoca). Poi ho fatto altro nella vita e solo da pochi anni sono tornato alla scrittura. La fantascienza mi è rimasta nel cuore, ma scrivo un po’ di tutto.

Quanto tempo hai impiegato a scrivere questo libro? Descrivi un po’ l’atmosfera e l’ambiente, lascia che i lettori possano immaginarti mentre sei intento a scrivere.

Scrivo velocemente, per cui la stesura del nucleo principale è stata rapida. Un paio di settimane. Più macchinoso il precisarne l’ambientazione e il periodo. In prima battuta la storia faceva parte di una raccolta di racconti americani e in qualche modo ne ha conservato lo spirito in parte da far west in parte da road movie. In un secondo tempo l’ho trasportata in Italia. 

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Sappiamo che hai uno stile tuo, ma stando al gioco, a quale autore del presente o del passato ti senti (o aspiri) di somigliare e in quali aspetti? Fai un gioco analogo per il tuo libro.

Amo la letteratura americana e se dovessi scegliere pochi libri su un’isola deserta mi porterei Auster e Miller, Fitzgerald e Bukowsky. Credo che questi autori abbiano influenzato il mio modo di scrivere, almeno me lo auguro. Il romanzo può assomigliare a una storia di Tarantino. Io l’ho pensato così, violento e divertente, ma con piani di lettura differenti.

Se dovessi consigliare una colonna sonora da scegliere come sottofondo durante la lettura del tuo libro, cosa sceglieresti?

Quella dell’estate del 1981, senza dubbio. C’erano dei tormentoni come il “Gioca Jouer” di Cecchetto o i Pooh con “Chi fermerà la musica”, “Notte rosa” di Tozzi, “Luna” di Gianni Togni e il Lucio Dalla di “Telefonami tra vent’anni”. A questi aggiungerei frammenti dei telegiornali dell’epoca sulla tragedia di Vermicino, il rapimento di Ciro Cirillo, lo scandalo della P2 ecc.

Un’ultima domanda per salutarci. Rivolgiti ai nostri 300.000 mila lettori, con un tweet in 140 caratteri.

Scrivere (e leggere) è per me una bellissima ossessione che auguro a chiunque e sono certo che la sua diffusione renderebbe l’Italia un paese migliore.

Autore: Redazione

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