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Intervista a Giuseppe Galato, autore de “Breve guida al suicidio”

breve guida al suicidioGiuseppe Galato nasce un freddo 20 gennaio del 1983, a Salerno: fuori infuria la tempesta di neve; intanto lui cerca di suicidarsi impiccandosi con il cordone ombelicale.
Gli piace suonare e scrivere canzoni, suona con la The Bordello Rock ‘n’ Roll Band, è giornalista e produttore di olio e aspetta di diventare ricco, famoso e appetibile sessualmente.

Parliamo subito del tuo ultimo libro. Raccontaci brevemente la trama e in quale genere si colloca.

Breve guida al suicidio” è un finto saggio sul suicidio. Cosa si intende per “finto saggio”? Bella domanda.
Quando ho scritto questo libro ho immaginato vari episodi legati al suicidio come fossero stati fatti realmente accaduti, successivamente analizzati come in un saggio accademico. Il tono del libro è, però, grottesco, tragicomico, a tratti nonsense, a tratti surreale.

Parlaci di te e del tuo amore per la scrittura: come nasce?

L’amore per la scrittura nasce al liceo, grazie alle spinte di una mia ex professoressa di italiano, ma matura molto tardi, durante gli anni universitari. Probabilmente ho iniziato a scrivere per tirare fuori i miei demoni, le mie paure, le mie incertezze, la negatività: del resto, per quanto il libro sia ironico, parlo comunque di suicidio, non proprio una tematica ilare.

Quanto tempo hai impiegato a scrivere questo libro? Descrivi un po’ l’atmosfera e l’ambiente, lascia che i lettori possano immaginarti mentre sei intento a scrivere.

Ci ho messo abbastanza poco, credo cica 3 mesi. Le idee nascevano perlopiù a lavoro: quel periodo lavoravo in campagna, raccolta delle olive e, ad accompagnare quel lavoro meccanico, i miei pensieri si muovevano da soli, indipendenti dal corpo, e immaginavano le situazioni che poi, una volta tornato a casa, fissavo su foglio. Fumare qualcosa, poi, davanti al PC, devo dire che mi ha stimolato.

Sappiamo che hai uno stile tuo, ma stando al gioco, a quale autore del presente o del passato ti senti (o aspiri) di somigliare e in quali aspetti? Fai un gioco analogo per il tuo libro.

Se dovessi citare autori che mi hanno influenzato direi che, su tutti, ci sono Woody Allen (in particolare “Citarsi addosso“) e Douglas Adams, ma anche Paolo Villaggio con i suoi racconti da cui poi saranno tratti i film di Fantozzi. Probabilmente lo stile di scrittura è vicino a quello di Buzzati, a tratti giornalistico, tant’è che con lui condivido il fatto di essere, appunto, giornalista.

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Se dovessi consigliare una colonna sonora da scegliere come sottofondo durante la lettura del tuo libro, cosa sceglieresti?

Non avrei dubbi e direi “Secco”, canzone scritta appositamente per il mio libro da Antunzmask, pseudonimo dietro cui si cela il cantautore Antonio Russo.

Un’ultima domanda per salutarci. Rivolgiti ai nostri 300.000 mila lettori, con un tweet in 140 caratteri.

Cos’è un tweet? Tweettate tutti “Breve guida al suicidio” e non ne rimarrete delusi!!! Spero di aver tweettato bene 😉

Autore: redazione

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