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Il Rumore della Pioggia: un giallo fiorentino d’autore

Le vie del poliziesco all’italiana passano da Firenze, con il noir dalla ‘c’ aspirata di un nuovo protagonista: il giornalista Carlo Alberto Marchi. Il tutto è confezionato da un scrittore esordiente ma esperto di delitti made in Florence. A firmare l’opera prima “Il rumore della pioggia”, infatti, è Gigi Paoli, a lungo capocronaca giudiziaria del quotidiano La Nazione, dal 2016 caposervizio della redazione di Empoli. Fiorentina anche la casa editrice, Giunti, di via Bolognese. Il romanzo è nelle librerie da ottobre 2016 (284 pagine 15 euro).

L’originalità di raccontare il male con leggerezza

Un giallo originale, alieno da tanti clichè, sviluppato dall’autore con un tono quasi divertito, in punta di penna, senza fretta e con la giusta attenzione ai caratteri dei protagonisti e dei comprimari. Una lettura rilassante e questo non deve sembrare una contraddizione, visto il contorno di delitti e cadaveri.

Piove parecchio, come accade spesso di novembre a Firenze, la città più bella del mondo, tranne che per diversi personaggi del libro.

“C’è un morto in via Maggio” dicono via cellulare dalla redazione de Il Giornale Nuovo al cronista di nera e giudiziaria C. A. Marchi. “C’è un problema in via Maggio” dice il generale dei Carabinieri al tenente colonnello a capo del Reparto Operativo, affidandogli le indagini.

Una bottega di antiquariato dai molti misteri

Via Maggio è un budello in Oltrarno, l’antica via Maggiore, la strada degli antiquari. È qui che apre ogni giorno, sotto l’insegna Loris Cantini, il negozio più importante di antichità e antiquariato religioso di Firenze. “Oggetti antichi, famiglie antiche, patrimoni antichi e debiti moderni” pensa il vecchio commesso. Vittorio è un uomo che vede tutto e parla poco. 

Dopo la morte del proprietario e intestatario, porta avanti da solo la vecchia bottega. L’esercizio è al piano stradale di un edificio importante, sede dell’economato della Curia arcivescovile, un bene appartenuto a Bianca Cappello, nobildonna veneziana amante di un granduca de’ Medici.

“Ti rendi conto che la Curia ha i suoi uffici nel palazzo di una puttana?” ha detto una volta Padre Martelli a un giovane sacerdote, scandalizzandolo. Il religioso è il maturo e capace economo della Chiesa fiorentina. Come guardiano dei soldi del Signore, crede solo in Dio e nei numeri, non sempre in quest’ordine.

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Nel suo ruolo di tesoriere è perfettamente a conoscenza delle beghe che hanno portato la magistratura italiana a sospettare di mons. Marcinkus, l’onnipotente direttore dello IOR, l’istituto finanziario del Vaticano. Lo accusavano di riciclare il denaro sporco della mafia, in combutta con la Loggia massonica P2, che aveva sede a Villa Vanda, in Arezzo, a cinquanta chilometri da Firenze.

Il ritrovamento

Proprio Padre Martelli ha trovato Vittorio ucciso a coltellate, scendendo in negozio attraverso la porticina di comunicazione per avvertire dell’arrivo di Sua Eminenza. Il cassetto della scrivania è ancora pieno di banconote, non ci sono tracce di scasso o effrazione, né segni di colluttazione. Le porte sul retro sono chiuse dall’interno. Ha tutta l’aria di non essere una rapina o quanto meno non sono i soldi che interessavano l’omicida.

Quello che interessa invece il cronista Marchi è continuare a portare avanti una professione che ormai arranca, in un mondo che sta cambiando rapidamente. Al di là del nome sabaudo, Carlo Alberto non è affatto anziano ma si sente già un relitto del passato, mentre il suo ultracentenario quotidiano fa i conti con l’abbandono dei lettori. I giovani, almeno quelli che hanno voglia di informarsi, non capiscono perché pagare 1 euro e 30 quello che possono trovare gratis in rete. E gli anziani vengono meno uno dopo l’altro, proprio in quanto anziani e non eterni.

Una girandola di personaggi, tutti brillantemente tratteggiati

Marchi è un giornalista-padre. La figlia dodicenne, luce dei suoi occhi, è a suo carico, dopo che la mamma l’ha lasciato quando la piccola aveva un anno, per poi affidargliela in custodia esclusiva, quattro anni dopo. Aveva bisogno di fare la sua vita, aveva detto.

Visto che bei soggetti nel romanzo di Gigi? E sono tanti e sono tutti, uno per uno, inquadrati nella pienezza dei rispettivi caratteri, brillantemente ed efficacemente illustrati da Paoli. Messi insieme a interagire, fanno scintille.

Vecchi oggetti, misteri, casi irrisolti nel passato, chiesa, mafia, massoneria. Quante ne sa Gigi… e più ne sa, più ne mette.

Autore: EffeElle

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