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La ragazza senza ricordi | C. L. Taylor

La ragazza senza ricordi LonganesiC.L. Taylor è l’autrice de La ragazza senza ricordi, un sorprendente thriller psicologico edito da Longanesi che, pur trovando vita su carta stampata, si staglia a tutti gli effetti in una surreale dimensione di logica cinematografica. Persino il lettore è chiamato a svolgere una parte in questo cieco gioco di ruoli, uno scenario quasi pirandelliano in cui è molto semplice perdersi tra uno, nessuno e centomila volti.

Quando i ricordi bussano alla porta

In un ridente cottage nella provincia del Galles, il verde brillante dei prati che ogni mattina intona il suo inno alla vita, brillando sotto la luce del sole, accompagna le giornate piuttosto monotone della trentenne Jane Hughes, protagonista del romanzo, che trascorre il suo tempo lavorando in un rifugio per animali in difficoltà, resa felice dall’amore di Will, un fidanzato davvero premuroso nonché padre di una bambina di nove anni. Tutto sembrerebbe salpare in direzione di quell’equilibrio vitale che conduce alla serenità ma ovviamente, in un thriller che si rispetti, un presente roseo può celare molti scheletri nell’armadio. Nel suo caso, questi hanno a che fare con uno spiacevole evento sepolto nei meandri del passato, quando quella Jane neppure esisteva. Perché dietro lo sguardo resettato della ragazza senza ricordi se ne nasconde una che invece ne ha molti, e profondamente dolorosi.

Ma non si tratta di Jane: il suo vero nome è Emma.

“Riapro il foglio e lo rileggo. Al centro c’è un’unica frase scritta con inchiostro blu:

So che il tuo vero nome non è Jane Hughes.

Chiunque sia il mittente, conosce la verità: il mio vero nome è Emma Woolfe e da cinque anni fingo di essere un’altra.”

Una verità nascosta

A volte, inconsapevolmente, la mente tenta di disintegrare quanto di più spiacevole ci colpisce così da fare spazio ad una nuova felicità. È quanto accade a Emma, che soltanto cinque anni prima si è accidentalmente imbattuta in una terribile vicenda dalla quale ha tentato in tutti i modi di fuggire, reprimendone il marcio con una nuova identità ritrovata in una rinata Jane. Persino Will non è a conoscenza di quel tremendo segreto, eppure con il suo amore salvifico ne cura quotidianamente le piaghe.

Un viaggio: tutto ebbe inizio così

Cinque anni prima quattro amiche decidono di partire per una vacanza in Nepal: un modo per evadere da un periodo poco piacevole per tutte. Entusiaste dell’occasione e bramose di riappropriarsi delle loro vite, intraprendono l’avventura alla volta di nuovi colori e suggestioni. Così Al, Leanne, Daisy e la nostra Emma raggiungono una comune, “Ekanta Yatra”, in cui sostano per due settimane: un luogo paradisiaco ma piuttosto insolito, creato da alcuni ragazzi ai piedi della catena montuosa Annapurna. Il regno del ritrovamento del sé, quello offuscato dal caos martellante delle moderne metropoli, incastonato nella cornice mozzafiato di un cielo ad un palmo di naso: lì dove il contatto diretto con la natura è il punto di partenza per un percorso interiore che rinsavisca da ogni male. I visitatori della comune praticano yoga, curano l’animo con la lettura, allevano animali e coltivano la terra: un vero e proprio ritiro spirituale.

Isaac, un fascino pericoloso

Ad attendere le quattro amiche all’ingresso del paradiso c’è Isaac, un ragazzo molto attraente e con uno sguardo un po’ troppo tenebroso: Emma non può fare a meno di notarlo, percependo un leggero senso di fastidio, quasi uno spontaneo presagio di pericolo. Quell’aurea carismatica che in un primo momento aveva accolto le quattro amiche con cordialità si trasforma in un’insistente vocina che le suggerisce di essere prudente, di andar via da lì e infrangere quell’ingannevole bolla di sapone che pare averle intrappolate. 

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Le apparenze ingannano

L’istinto spesso sa essere molto lungimirante e chiede semplicemente di essere ascoltato. Non è stato il caso di Emma: alcuni giorni dopo l’inizio del soggiorno, non soltanto emergono le prime tensioni tra le compagne di viaggio ma iniziano a verificarsi alcune stranezze all’interno di Ekanta Yatra: episodi inquietanti dinanzi ai quali non si riesce a trovare spiegazione plausibile turbano, con sempre maggiore frequenza, l’ovattato clima zen del villaggio fino al precipitare inevitabile e tragico della situazione. Soltanto due delle quattro ragazze riuscirono a fare ritorno da quella residenza sospesa tra terra e cielo, rivelatrice di quanto più diabolico si possa immaginare. Una delle due, non senza lottare, fu Emma. 

Una colpa sepolta

Il peso di quanto accaduto dilania il cuore della ragazza che con tutte le sue forze tenta di allontanarne le ombre minacciose: servirà cambiare nome, città, affidarsi ad una nuova vita. Basterà tutto questo a cancellare un macigno così intriso di dolore? Cosa è successo davvero tra le vette di Annapurna? Che sapore ha questa tremenda verità? Proprio quando Jane pare aver sostituito gli occhi tristi di Emma, dimenticati dal tempo, ecco ripiombare l’ansia lacerante: alcune lettere anonime a lei indirizzate ricominciano a tormentarne l’esistenza a distanza di cinque anni esatti da quel viaggio in Nepal. Ed è quello l’istante preciso in cui il passato torna violento come un boomerang, chiedendo a quel presente felice di essere ascoltato fino alla fine, invidioso e vendicativo per tutta quella ingiustificata serenità.

“La lettera mi brucia in tasca. Dev’essere di un giornalista, è la spiegazione più logica. Ma perché non firmarla? Perché non allegare un biglietto da visita? A meno che non sia un tentativo preciso di spaventarmi per farmi parlare… sono passati cinque anni dal mio ritorno in Inghilterra e quattro dall’ultima volta in cui un giornalista ha cercato di convincermi a vendere la mia storia. Quindi, perché adesso?

Un vortice di suspense

La scrittura dell’autrice è coinvolgente al punto che chiunque si avvicini a queste pagine percepirà la stessa sensazione di trappola che compromette i personaggi: un abile caso di metanarrativa che indossa le vesti di un thriller psicologico in cui la fantasia invade la realtà confondendone le sembianze. A intensificare tutto ciò è il furbo intreccio di una narrazione a due tempi, quello tra la Jane del presente e la Emma del passato che si esprimono sempre in prima persona: uno sdoppiamento della protagonista che consente al lettore di palpare le fibre più intime dei suoi pensieri, interrogandosi su chi tra le due celi la verità, per poi desiderare allontanarsene.

Una lettura che non risparmia nessuno, come l’avanzare silenzioso della più temibile alta marea.

Autore: Manila Tortorella

Laureata in Lettere moderne e in Scienze Filosofiche a Padova. Ho da sempre avuto un debole per l'universo delle parole: scriverle, leggerle, ascoltarle. Il linguaggio è il nostro vestito quotidiano, imparare a coglierne le sfumature non è però così scontato.

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