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“La spiaggia rubata” di Joanne Harris

La spiaggia rubata Joanne HarrisTutto ritorna. È una massima, a Le Devin: vivendo, come facciamo noi, nello strascico grandioso della corrente del Golfo, è un’affermazione di speranza. Alla fine tutto ritorna.

Ritornano le barche che hanno fatto naufragio, a Le Devin; riappaiono miracolosamente le statue dei santi disperse in mare; rifanno la loro teatrale comparsa quei figli che tanti anni addietro sono fuggiti sulla terraferma. Quando tutto sembra perso, quando anche l’ultima a morire, la speranza, sembra andata per sempre, ecco che tutto può cambiare su “La spiaggia rubata” di Le Devin.

L’isola che non c’è

Non ci provate, a cercare Le Devin sulle mappe: è un’isola talmente piccola che non è neanche segnalata. Ci vengono fornite dalla protagonista-narratrice delle indicazioni piuttosto precise sul punto in cui si trova, in realtà; ma non contano le coordinate né quale sia la strada per arrivarci. Un po’ come tutte le isole, anche Le Devin costituisce un piccolo mondo a parte.

Ha la caratteristica forma di una donna addormentata, e persino i suoi abitanti sembrano in preda ad un torpore che ne caratterizza le esistenze. Da sempre i due villaggi che la popolano, Les Salants e la Houssiniére, si fanno la guerra; ma tutta la vitalità di quel posto si riduce a quello, una rivalità che si limita a serpeggiare senza mai sfociare in veri e propri confronti diretti. Piuttosto, si lascia che sia il tempo a dare le risposte che ognuno merita. Eppure, a volte, anche il destino avrebbe bisogno di un piccolo aiutino.

Il posto verso cui ruota la bussola del cuore

Quando Madeleine, da tutti conosciuta come Mado, decide di smettere di farsi la guerra e tornare a casa, è colta da un mix di sensazioni differenti: l’orgoglio di essere parte di un posto talmente splendido, la felicità di ritrovare le sue origini, il timore di affrontare quel padre con cui tanti discorsi sono rimasti in sospeso dopo la sua partenza per “il continente”. Ma un’emozione su tutte prevale, ed è il senso di rivalsa per quella sua terra che vede tanto malridotta. Questo la convince a disdire il contratto del suo appartamento a Parigi e a decidere di restare.

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Mado è una salannaise, e Les Salants non versa proprio in ottime condizioni. Le maree sono cambiate, e parte dei suoi territori rischiano di finire sott’acqua. Le Houssiniere, al contrario, vive un periodo di grande prosperità, e si prepara ad accogliere frotte di turisti grazie ai tanti investimenti nel settore turisitico realizzati dall’imprenditore dell’isola, Monsieur Brismand.

E poi c’è quello strano personaggio, quel Flynn, benvoluto da tutti, ma dal passato impenetrabile e dalle parole sempre troppo criptiche…

Uno splendido mosaico

La spiaggia rubata è stato scritto da Joanne Harris nel 2002, tre anni dopo la pubblicazione del romanzo che l’ha resa celebre nel mondo, Chocolat. È ambientato nuovamente in Francia, e ha nuovamente per protagonista una donna che vuole riscoprire se stessa.

Tuttavia, la vera protagonista della storia non è Mado, bensì l’isola alla quale Mado appartiene: sia l’isola in quanto luogo di mare, quindi le spiagge, le calette, le barche, le passeggiate in mezzo alla natura; sia l’isola che si riflette nel placido stile di vita della gente che la abita. Quest’ultima è composta da personaggi totalmente differenti tra loro, ma che posti all’interno di questa stessa cornice costituiscono i tasselli di uno splendido mosaico.

Nel tipico stile di Joanne Harris, l’elemento fondamentale di tutto il romanzo è il finale.
Dopo diversi punti “morti” nella narrazione, in cui sembra tutto deciso, e che non ci sia più niente che possa succedere, ecco che gli eventi subiscono una piega inaspettata. Fino ad arrivare alle ultime pagine: qui tutti i tasselli trovano il loro posto, e per questo solo dopo aver letto l’ultima pagina del libro potremo effettivamente comprenderne appieno la bellezza.

Autore: Caterina Geraci

Leggo da sempre, leggo dovunque, leggo perché ritengo che vivere una sola vita sia tremendamente noioso. Soprattutto se quella vita la vivi in un paesino in provincia di Palermo. Per fortuna viaggio tanto, e non solo con la mente. Ah, dimenticavo: sono molto poco brava a descrivermi in poche righe; ma questo si era capito, no?

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