Nel caffè della giovinezza perduta di Patrick Modiano Nel caffè della giovinezza perduta di Patrick Modiano

Nel caffè della giovinezza perduta, il situazionismo di Patrick Modiano

patrick modiano

La copertina dell’opera nella sua versione francese

Da cosa si capisce se un libro è destinato a diventare un classico della letteratura o se invece resterà per sempre uno dei tanti romanzi che non lasciano traccia? Forse ciò che conta è che esso presenti una trama ben definita, o forse è più importante la caratterizzazione dei personaggi, oppure ancora la filosofia che sta dietro al pensiero dello scrittore. Qualunque sia la spiegazione che si vuole accettare per valida, una cosa è certa: Nel caffè della giovinezza perduta di Patrick Modiano possiede tutte le caratteristiche appena elencate, e quindi rientra a pieno diritto nella lista di libri che non si dimenticano.

La trama: una donna in fuga da se stessa

Jacqueline è sempre stata abituata a fuggire. Da piccola fuggiva dalla madre assente, impiegata al Moulin Rouge; da adulta vuole fuggire da una vita che non ha cercato, che le è semplicemente capitata e che si è fatta scorrere addosso senza opporsi. Si è ritrovata sposata al suo datore di lavoro, più vecchio di lei, e quindi invischiata in un’esistenza piatta e triste. Fino a quando non capita nella sua vita un uomo, un altro, che non è suo marito. Jacqueline capisce che forse è giunto il momento di trovare qualcuno che le faccia venire voglia di restare, e decide di sopire per sempre la sua voglia di fuga, uccidendo una volta e per tutte i fantasmi che le tormentano l’esistenza.

La narrazione: quattro voci per quattro tempi

La storia di Jacqueline ci è narrata da quattro voci diverse, ciascuna delle quali racconta una parte della vita che ha vissuto insieme a lei: gli avventori del Caffè della Giovinezza Perduta, l’investigatore privato ingaggiato dal marito per ritrovarla, la stessa Jacqueline, l’uomo che ne diventerà l’amante. In tutto ciò, non sempre risulta facile seguire le continue incursioni del passato della vita di Jacqueline che giungono a turbarle il presente. A volte capita di leggere pezzi della sua storia che non si capisce bene dove collocare nel tempo. Solo a lettura conclusa i tasselli torneranno ognuno al suo posto, restituendoci la visione d’insieme che abbiamo anelato durante tutta la lettura del romanzo.

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Il situazionismo: la filosofia nascosta nel romanzo di Modiano

Il situazionismo è un movimento artistico e politico che auspica la creazione di “situazioni”, momenti di vita collettiva, per dare vita a una forma di rivoluzione culturale. Torna nel romanzo di Modiano sotto tre forme differenti: lo stesso titolo dell’opera, il quale è tratto da una frase di Guy Debord, padre del situazionismo; il nome Guy, che ritorna nel romanzo nel personaggio di un amico di Jacqueline; la frase che Modiano fa comparire su uno dei muri delle strade di Parigi “NON LAVORARE MAI”, emblema del movimento.

Insomma, Nel caffè della giovinezza perduta non racconta solo una storia di vita, ma anche di un mondo, la Parigi degli anni ’60 e, indirettamente, anche della cultura che nasceva in quel momento e in quel determinato luogo. Non si tratta di un libro semplice da leggere, ma il suo fascino è indiscutibile, così come non si può discutere sull’abilità di narrativa di Patrick Modiano, abilità che d’altronde gli è stata riconosciuta nel 2014 con l’assegnazione del Premio Nobel per la Letteratura.

Purtroppo Nel caffè della giovinezza perduta, edito da Einaudi nel 2010, è fuori catalogo: noi lo abbiamo letto nella versione originale in francese per realizzare questa recensione. Dello stesso autore abbiamo recensito L’orizzonte, sempre edito da Einaudi, ma disponibile in lingua italiana nella versione ebook.

Autore: Caterina Geraci

Leggo da sempre, leggo dovunque, leggo perché ritengo che vivere una sola vita sia tremendamente noioso. Soprattutto se quella vita la vivi in un paesino in provincia di Palermo. Per fortuna viaggio tanto, e non solo con la mente. Ah, dimenticavo: sono molto poco brava a descrivermi in poche righe; ma questo si era capito, no?

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