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L’isola dei Liombruni. Un romanzo fiabesco tra mito, sogno e una fanciullezza pronta a tutto per non crescere

L'isola dei liombruniL’isola dei Liombruni (editore Fazi, 14,80 € su Feltrinelli.it), di Giovanni de Feo, è un romanzo a metà tra un fantasy e una fiaba –per adulti- che sa molto di oscuro e di subconscio.

L’autore del “Mangianomi” si è presto accreditato una grande fame per la lettura di questo libro uscito da pochissimi giorni. I lettori sono rimasti così entusiasmati dal titolo d’esordio da non aspettare altro che l’uscita di questo nuovo di De Feo.

Il primo riferimento che l’autore palesa nella trama è quello a Peter Pan, al mito dell’eterna fanciullezza, ma qui rivoltato fino a farlo diventare un desiderio oscuro e, soprattutto, pericoloso.

E, come in Avatar per esempio il mondo fantastico si raggiungeva attraverso la tecnologia, qui il mondo passa attraverso il sogno, rimane in uno stato onirico.

E la parte fantasy ci porta su quest’isola, in cui vanno rispettate leggi che sono semplici come i giochi dei bambini, ma altrettanto spietate. In questo luogo tutto ciò che si sogna è reale, le parole “mamma” e “papà” sono proibite, gli Alti sono nemici e nessuno può uccidere i liombruni.

Leggi che vanno rispettate anche con il terrore.

Il tutto parte nell’alba del giorno del quattordicesimo compleanno di Smiccio e Zenzero, due amici che si sentono come fratelli. Girando per il paese scorgono una figura furtiva, che poi si dimostrerà essere un Alto, e cominciano a inseguirlo fino a raggiungerlo e, un attimo dopo, ucciderlo. Gli Alti, in realtà, non sono che adulti sopravvissuti alla notte di violenza della Carnara.

Ma non siamo in un paese normale, siamo sull’isola dei Liombruni, personaggi fantastici i cui sentieri intricati lastricano l’isola, che vivono insieme agli Scalzi, dei ragazzi misteriosi dai piedi di vetro e dai voleri capricciosi, che controllano il vento, le nuvole e la sabbia.

Ma in questo panorama infantile – adolescenziale vivono anche passioni più adulte, come l’amore proibito di Smiccio per Cecella, la bruciante gelosia di Zenzero, l’avidità dei Baroni, mentre si fanno e disfano alleanze e inesorabile si prepara una nuova, ultima Carnara.

Il punto di riferimento più vicino al genere di questo romanzo è probabilmente il Signore delle mosche, dello scrittore premio Nobel William Golding. In questo romanzo, infatti, divenuto ormai un classico, un gruppo di ragazzi inglese, di non più di 12 anni ma di ceto sociale elevato, sono gli unici sopravvissuti a un incidente aereo occorsogli mentre erano in volo di evacuazione durante un imminente conflitto planetario. Si troveranno così naufraghi su un’isola del Pacifico e tenteranno di organizzarsi imitando le leggi e le regole degli adulti, ma trasformando quello che poteva essere un Paradiso in un Inferno pieno di paure irrazionali e comportamenti selvaggi.

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La differenza è che L’isola dei liombruni è considerata effettivamente una ‘fiaba distorta’ di Peter Pan, mentre Il signore delle mosche non ha praticamente nulla a che farvi, non essendo nemmeno una fiaba. Vi sono pure dei paragoni con l’Isola di Arturo di Elsa Mortante, ma le somiglianze si fermano al luogo, un’isola, dove si compiono i fatti.

Quello che si può cogliere, invece, dalla trama è l’emergere di una natura primordiale, anche all’interno dell’essere umano, che si manifesta in forma piuttosto violenta all’infuori. De Feo infatti cerca di addentrarsi all’interno dell’animo umano. Anche creando atmosfere cupe, per quanto surreali, che per quanto descritte lasciano parecchio spazio all’immaginazione.

Non potevano non essere presenti elementi di horror in questo contesto, per non parlare del racconto epico di battaglie, profezie, amori e incantesimi, mescolando anche miti indiani e greci. Anche nello stile il romanzo si dispiega a metà tra letteratura per ragazzi e romanzo distopico, ovvero un tipo di narrativa che descrive una società altamente indesiderabile in cui vivere – un esempio di questo tipo di romanzo è “La fattoria degli animali”, di George Orwell.

I fanciulli, praticamente, per non diventare adulti in questo mondo onirico compiono ogni azione possibile, tra cui uccidere. Metaforicamente parlando, si tratta del distacco – che qui diventa fatale – tra l’adolescenza e la maturità, mentre l’infanzia perde la sua innocenza e il mondo adulto vuole crescere in potenza. Per capire anche che cosa, crescendo, si perde e cosa invece si conserva.

Una curiosità. Legato al libro, fino ad ora in anteprima e ora in via ufficiale, è stato lanciato un progetto multimediale particolare. Un sito web dedicato permette di scaricare gratuitamente le registrazioni in formato mp3 di alcuni passi del libro  interpretate a più voci, visionare dei filmati appositamente girati ispirati al racconto e leggere liberamente una corposa anteprima del libro.

Consigliato, per chi vuole vivere un’avventura, anche se a volte un po’ crudele.

Autore: Alex Buaiscia

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