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L’Anarchico e il Diavolo fanno cabaret

Autore: Norman Navrocky, traduzione dall’inglese di Giampiero Cordisco
Casa Editrice: Il Sirente
Prezzo: 12,50
Anno publicazione:2007

L’Anarchico e il Diavolo fanno cabaret di Norman Nawrocki è il primo romanzo in traduzione pubblicato per la nuova collana del Sirente, una collana che già dal nome (il Sirente FUORI) vuole affermare la propria adesione a un’idea di letteratura marginale e periferica, dove MARGINI e PERIFERIE non sono da intendersi solo in senso strettamente spaziale e geografico, ma soprattutto nei termini di una discussione (umana, letteraria, politico-sociale) ALTRA, lontana dalle opinioni dominanti e dall’omologazione imperante.

In effetti, L’Anarchico e il Diavolo fanno cabaret racchiude entrambe le interpretazioni dell’essere FUORI: se l’autore canadese di origini polacco-ucraine è un esempio unico di decentramento e mescolanza (sia artistica che umana in senso stretto), il libro in se è una summa di generi e di modalità narrative. Troviamo al suo interno il diario di viaggio (che è un viaggio dentro l’idea stessa di underground musicale nell’epoca di MTV) la short story, il romanzo epistolare, il romanzo di ascendenza gotica e virato in chiave urbana e contemporanea. Un libro che ne vale quattro, sintesi perfetta fra generi e stili diversi, un amalgama di mondi possibili, popolati dagli invisibili di oggi: mendicanti, prostitute, disoccupati, artisti senza fama, gente di strada, precari dell’esistenza sono loro i protagonisti e gli ispiratori di queste “nuove fiabe”, sono loro la base di un richiamo imprescindibile verso l’ANARCHIA, che è adesione romantica e partecipata alla vita, progetto!
e slancio umano, dissoluzione delle barriere politiche, volontà di espressione e di giustizia sociale, rispetto per la natura e amore incondizionato verso un’idea di vita senza schemi ne regole imposte come gabbie. Una storia rock’n’roll, anarchica, benedetta dal demone della creazione, alla ricerca dello zio Harry che ha fatto perdere le proprie tracce perchè è meglio vivere in mezzo agli orsi che essere ombre di questa alienazione contemporanea. “Lunga vita alla gente delle caverne!”

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L’Anarchico e il Diavolo fanno cabaret è stato presentato in varie sedi italiane agli inizi di dicembre. L’autore si è esibito in diversi reading performativi, accompagnato dal proprio violino. A detta di quanti vi hanno partecipato, il “Devil tour” è stato un modo splendido per condividere i temi del libro, per far conoscere Norman al pubblico italiano, all’insegna della buona ospitalità , della fratellanza internazionale, nella ricerca di un contatto umano che nessun comunicato stampa o flyer o quarta-di-copertina saranno mai in grado di dare.

Autore: admin

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1 Commento

  1. Il Sirente pubblica Il Diavolo e l’anarchico fanno cabaret, dell’artista e musicista canadese Norman Nawrocki, che ha presentato l’opera a Più libri Più liberi, dal 6 al 9 dicembre a Roma, e in giro per l’Italia.

    “Think of it more like a spoken word performance with live music.” Norman Nawrocki

    L’Anarchico e il Diavolo fanno cabaret, pubblicato nel 2003 in Canada e negli Stati Uniti, scritto “tra un soundcheck e l’altro”, è il diario on the road del rocambolesco tour europeo di Rhythm Activism, che suona in nove paesi in sette settimane. Il gruppo decostruisce e mescola avanguardia e danze popolari dell’Europa orientale, satira, farsa e rock squinternato; folk, punk e jazz, poesie, monologhi, leggende, citazioni di film e dalla cultura pop. “Immaginatevi un intero consiglio di musicisti rock, o di poeti o di commediografi”: una “storia rock’n’roll anarchica” che elude i confini geografici e letterari e ha l’andatura di un concerto. «È Il racconto del tour tra quotidiane disavventure, alle prese con un pubblico eterogeneo in locali occupati, centri artistici e culturali ben organizzati, turbolente taverne di pirati, è anche quello delle storie di rom, lavoratori immigrati, rifugiati, artisti di strada, poveri che lavorano, emarginati giovani e anziani. » esordisce l’autore. «I protagonisti di queste fiabe urbane sulla sottoclasse multietnica europea sono gli esclusi dal benessere del neocapitalismo e della globalizzazione, vittime dell’intolleranza e del razzismo. Mentre nelle periferie crescono disoccupazione e povertà, anarchici e squatters difendono gli spazi liberi che diminuiscono nel nome della sicurezza, del decoro, della speculazione edilizia» prosegue Nawrocki. Norman e i suoi compagni, che mettono in atto la strategia della controinformazione, dell’incitazione alla rivolta, del teatro come strumento di critica sociale, possono contare sul sostegno dei centri della “rete internazionale anarchica”, equivalenti agli “ateneos” gestiti dagli anarchici spagnoli prima e durante la rivoluzione del 1936-1939, messi fuori legge dai fascisti e tornati dopo la dittatura franchista. «Nell’Europa dell’Est, che abbiamo avuto modo di girare in lungo e in largo, coesistono ricchezza di tradizioni e trionfo del modello consumistico statunitense: è qui, che come promesso a mio padre, mi sono messo alla ricerca di Harry: il mio zio girovago in Europa, di cui pubblico le lettere mandate al fratello al tempo dell’occupazione nazista della Polonia» conclude l’autore.
    Il pensiero radicale dell’anarchismo da Michael Bakunin a Noam Chomsky muove dalla contestazione dell’ordine costituito e dalla denuncia delle sue iniquità. L’impegno a favore dei lavoratori sfruttati, i dimenticati, gli oppressi, costituiscono altrettante testimonianze di lotta per un mondo libero, che si batte contro l’imperialismo e le guerre, lo strapotere degli industriali e delle multinazionali, lo Stato autoritario e i poteri costituiti.
    La filosofia di questa «orchestra di notizie ribelli» ha radici nel cabaret «dissidente e sovversivo» di Bertold Brecht e si basa sulla commistione e distorsione dei generi, la collisione di lirico e prosaico, reale e immaginario, che caratterizzano sia il testo di Nawrocki sia la musica degli «attivisti del ritmo»: il chitarrista e polistrumentista Kangaroo, regista d’avanguardia; il poeta, bassista e «primo clown» Shack; il batterista e sassofonista Elvas; Martine, sassofonista e responsabile della vendita di cd, libri, video, magliette e poster autoprodotti; GBB, gigante gentile e abile tecnico del suono. L’ensemble di Rhythm Activism decostruisce e mescola avanguardia e danze popolari dell’Europa orientale, satira, farsa e rock squinternato; folk, punk e jazz, poesie, monologhi, leggende, citazioni di film e dalla cultura pop “il peggio della tv” americana, pubblicità, pezzi da hit parade. Figlio di immigrati polacco-ucraini, Norman Nawrocki è nato a Vancouver e si autodefinisce ‘sex educator, cabaret artist, musician, author, actor, producer and composer’. All’età di 14 anni scrive il suo primo libro, Why I am an Anarchist. Nel 1981 si sposta a Montréal dove intraprende la carriera di artista-cabarettista, e nel 1985 fonda con il chitarrista Sylvain Coté Rhythm Activism, gruppo anarchico underground. Nawrocki, violino e voce della band, al suo ottavo libro, è titolare della casa editrice e discografica indipendente Les Pages Noires, attraverso la quale ha realizzato tre libri e più di cinquanta album tra cd e cassette come solista, con Rhythm Activism, i veterani del punk canadese DOA, gli olandesi The Ex e altre band.

    Tour italiano di Norman Nawrocki
    Giovedì 29 novembre, ore 18.30
    Coordinamento Anarchico, L’Aquila
    Palazzo Camponeschi, Facoltà di Lettere e Filosofia
    Venerdì 30 novembre, ore 20.30
    Centro Studi Libertari “Camillo Di Sciullo”, Chieti
    Via Porta Pescara, 27
    Domenica 2 dicembre, ore 21.00
    Centro Culturale Libreria Bibli, Roma Trastevere
    Via dei Fienaroli, 28
    Lunedì 3 dicembre, ore 19.30
    Dopolavoro, Modena
    Via Sant’Agata, 16
    Martedì 4 dicembre, ore 21.30
    MODO Info Shop, Bologna
    Via Mascarella 24/b
    Giovedì 6 dicembre, ore 15.00
    Fiera del libro “Più Libri Più Liberi”, Roma Eur
    Sala Amestista, Palazzo dei Congressi
    Giovedì 6 dicembre, ore 18.30
    Rinascita, Roma Centocelle
    Viale Agosta, 36
    Venerdì 7 dicembre, ore 18.00
    Perditempo, Napoli
    Via S. Pietro a Maiella, 8

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