Intervista a Angela Minolfi, autrice de "Solitudo" Intervista a Angela Minolfi, autrice de "Solitudo"

Intervista a Angela Minolfi, autrice de “Solitudo”

Solitudo

Angela Minolfi insegna francese in un’istituto comprensivo statale. È innanzitutto una scrittrice di narrativa scolastica. È abituata, da anni e anni, ad esplorare il complesso universo adolescenziale. Ora, però, ha distolto lo sguardo dai libri di scuola per guardare altrove. Solo per un po’…

Parliamo subito del tuo ultimo libro, Solitudo. Raccontaci brevemente la trama e in quale genere si colloca.

È una breve raccolta di racconti sulla solitudine. Solitudine reale, palpabile, quella a cui non è possibile sfuggire in quanto intrinseca alla condizione umana.

Parlaci di te e del tuo amore per la scrittura: come nasce?

Non saprei collocare nel tempo la nascita di questo forte desiderio che mi accompagna, ricordo però, che da giovanissima mi distraevo a scuola rivoltando i quaderni delle varie materie e scrivendoci su delle brevi storie. Credo sia iniziato così.

Quanto tempo hai impiegato a scrivere questo libro? Descrivi un po’ l’atmosfera e l’ambiente, lascia che i lettori possano immaginarti mentre sei intento a scrivere.

Pochi mesi, nelle ore di “solitudine”, figli fuori casa, marito al lavoro. Ascoltando il silenzio, sfruttando quel tempo in cui non puoi fare a meno di scavare dentro di te, e mi sono chiesta: ma cos’è davvero la solitudine, voglio dire, è una condizione solo pratica, di assenza dell’altro o di più?

Sappiamo che hai uno stile tuo, ma stando al gioco, a quale autore del presente o del passato ti senti (o aspiri) di somigliare e in quali aspetti? Fai un gioco analogo per il tuo libro.

Penso all’Ulisse di Joyce. Ad un viaggio che non finisce mai poiché siamo destinati a cercare, a viaggiare, a puntare esternamente un timone e magari la meta è dentro di noi.

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Se dovessi consigliare una colonna sonora da scegliere come sottofondo durante la lettura del tuo libro, cosa sceglieresti?

Il silenzio.

Un’ultima domanda per salutarci. Rivolgiti ai nostri 300.000 mila lettori, con un tweet in 140 caratteri.

Provate a leggermi, provate a chiedere a voi stessi cos’è la solitudine, provate a capire se qualcuna delle domande che si pongono i protagonisti le abbiate rivolte a voi stessi.

Autore: Redazione

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