Il silenzio di ieri | Dejanira Bada
La trama
Una vedova e il suo diario. Il marito, psichiatra, muore d’improvviso per un tumore a cinquantaquattro anni. Lei è un chirurgo e ha poco più di quarant’anni. Inizia a scrivere un diario per superare il dolore, proprio come il marito consigliava ai suoi pazienti. Scrive quello che prova, che sente, e lo scrive rivolgendosi a lui in prima persona. È come se fosse ancora con lei, gli parla, gli scrive tutto, cose che lui sa già, cose che non gli ha mai confessato prima.
La donna per un po’ continua a fare il chirurgo, prova a mandare avanti la sua vita, ma qualche tempo dopo il funerale decide di sfruttare le ferie accumulate perché non riesce a essere lucida e ha paura di commettere degli errori sul lavoro e di mettere così in pericolo la vita dei suoi pazienti. Parte prima per il Marocco e poi per il Sudafrica, immaginando che stare un po’ da sola in giro per il mondo la aiuti a lenire il dolore. Ma, una volta tornata al lavoro…
Il silenzio di ieri di Dejanira Bada tratta il tema della morte e quello dell’amore, che in fondo hanno davvero molto in comune. Altra tematica affrontata da questo romanzo-diario, ricchissimo di riflessioni sul senso della vita, è la ricerca di Dio.
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Un testo per le donne, di trenta, quaranta, cinquant’anni. Gli uomini potrebbero apprezzarlo, ma forse perderebbero per strada, durante la lettura, le tante sfumature offerte da Il silenzio di ieri. Tuttavia, quest’opera potrebbe consentire ai lettori di sesso maschile di capire meglio come siano fatte le donne, spesso caratterizzate da contraddizioni, insicurezze, paranoie e una bella dose di follia.
“Perché questo fa l’amore, ti fa sorreggere fronti madide di sudore freddo e acre senza provare ribrezzo. Ti fa amare un uomo dalla faccia gialla e incartapecorita, dalle occhiaie viola e infossate; ti fa accarezzare la sua testa senza capelli, una testa di adulto che sembra tornato bambino, e che invece sta morendo.”
A quale romanzo si potrebbe avvicinare Il silenzio di ieri? L’autrice non ha dubbi: “Credo che abbia qualcosa in comune con Lettera a un bambino mai nato. Non l’ho scritto pensando a questo libro, ma poi riflettendoci qualcosa di simile lo hanno. La Fallaci scrive a questo bambino che non nascerà mai e ne approfitta per trattare temi importanti, per parlare di sé … e la mia protagonista fa un po’ lo stesso. Non scrive una lettera, ma un diario in cui si rivolge sempre al marito morto e anche per lei è un’occasione per riflettere sulla vita e la morte”.
L’autrice
Per conoscere meglio Dejanira leggete la nostra intervista QUI.
Lo stile
Dejanira Bada per la stesura de Il silenzio di ieri ha ‘pescato’ molto dalla sua esistenza: l’hanno ispirata il fidanzato e la loro storia d’amore, la nonna, il suo analista e, ancora, i viaggi in Marocco, Sudafrica, Uganda, Cappadocia, Islanda, e la città di Milano che odia e ama da sempre.
Fidanzata da sei anni con un uomo diciannove anni più grande, ammette di aver fatto un po’ di fatica, inizialmente, ad accettare di essersi innamorata così tanto nonostante la differenza d’età. La società, che ancora non accetta molto determinate situazioni, di certo non le è stata di aiuto: “Ho iniziato a soffrire di attacchi di panico per paura di perderlo precocemente – ci racconta Dejanira – Ovvio, potrei morire prima io, non si sa mai, ma se la vita fa il suo normale corso, lui dovrebbe morire prima di me… ho scritto questo libro per esorcizzare la paura, che poi ho capito essere niente più che un’ossessione che mi impediva di godermi la mia bellissima storia d’amore. Ho fatto diventare vedova la mia protagonista e ho cercato di immaginare come avrei potuto affrontare un lutto del genere. Deve essermi venuto bene, perché l’ho fatto leggere a delle vere vedove e sono rimaste stupite della mia capacità d’immedesimazione! Una mi ha addirittura detto che devo essere rimasta vedova in una vita precedente, non potevo essere stata in grado di scrivere un libro così a trentatré anni senza mai essere rimasta vedova!”
Per quanto concerne lo stile, c’è tanto di Oriana Fallaci nella scrittura della creatrice de Il silenzio di ieri, come afferma la stessa Dejanira: “Credo che sia penetrato molto in me del suo stile. Leggo tanti libri tradotti, e spesso si perde molto della vera scrittura degli autori. Alla fine bisogna guardare agli italiani o leggere libri in lingua originale, cosa che non faccio spesso. Quindi sì, direi che Oriana docet”.
I pensieri della protagonista, Virginia, sono quelli dell’autrice, ma le due entità sono assai diverse: Virginia è molto più cinica e fredda, mentre la Bada ammette di commuoversi spesso.
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