Intervista a Dejanira Bada, autrice de "Il silenzio di ieri" Intervista a Dejanira Bada, autrice de "Il silenzio di ieri"

Intervista a Dejanira Bada, autrice de “Il silenzio di ieri”

Il silenzio di ieri

Dejanira Bada è nata a Jesi (AN), nel 1984, vive e lavora a Milano. 

Parliamo subito del tuo ultimo libro, Il silenzio di ieri. Raccontaci brevemente la trama e in quale genere si colloca.

Virginia è un chirurgo, e rimane vedova all’età di quarant’anni. Il marito era la sua ragione di vita. Non riesce più a essere se stessa, a operare, e così parte, viaggia, fa volontariato, prova lo yoga, e scrive tutto su un diario rivolgendosi direttamente al marito o a Dio, in cui non ha mai veramente creduto. Romanzo rosa è riduttivo, forse d’amore, d’introspezione e rinascita, chissà…

Parlaci di te e del tuo amore per la scrittura: come nasce?

Scrivo da quando sono bambina. Ho iniziato con il classico diario, e poi sono passata a scrivere riflessioni, poesie, flussi di coscienza, e infine romanzi. Molti amici di scuola che frequento ancora hanno questo ricordo di me: scrivevo, scrivevo sempre, ed ero l’unica che esultava quando in classe ci veniva assegnato il tema.

Quanto tempo hai impiegato a scrivere questo libro? Descrivi un po’ l’atmosfera e l’ambiente, lascia che i lettori possano immaginarti mentre sei intento a scrivere.

Ci ho messo quasi un anno. Avevo le idee chiare, l’avevo quasi finito, poi è morta mia nonna, e siccome questo romanzo parla proprio di una persona cara che muore per un tumore, devo dire che “grazie” al mio lutto, tutto è diventato più reale e credibile. Scrivevo a casa, fumando sigarette, visitavo gli ospedali e gli hospice e prendevo appunti. E spesso mi ritrovavo in lacrime.

Sappiamo che hai uno stile tuo, ma stando al gioco, a quale autore del presente o del passato ti senti (o aspiri) di somigliare e in quali aspetti? Fai un gioco analogo per il tuo libro.

Non ho dubbi: Oriana Fallaci. Il mio autore preferito è Fëdor Michajlovič Dostoevskij, di lui ho letto tutti i romanzi e i racconti, ma proprio tutti, ma Oriana mi ha cambiato la vita. Sono anche andata a trovarla al cimitero a Firenze, e le ho lasciato una sigaretta sulla tomba. Se mai la incontrerò, credo che mi ringrazierà.

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Se dovessi consigliare una colonna sonora da scegliere come sottofondo durante la lettura del tuo libro, cosa sceglieresti?

Antony and the Johnsons: lacrime assicurate.

Un’ultima domanda per salutarci. Rivolgiti ai nostri 300.000 mila lettori, con un tweet in 140 caratteri.

E che vi devo dire! Amate, scrivete, leggete, ascoltate musica, dipingete, ballate, fumate poco, mangiate bene, sappiate divertirvi. Siate vivi.

Autore: Redazione

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