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“Una vita da lettore” | Nick Hornby

Una vita da lettore HornbyUna vita da lettore” non è una passeggiata: Nick Hornby la descrive in tutte le sue contraddizioni con il personalissimo tocco dello scrittore.

Come fossimo seduti al tavolino di un bar, vediamo prender forma preziosi consigli per non darla vinta alla monotonia e per rianimare il fuoco sacro del lettore. E magari per riaprire quel libro pieno di polvere che avevate deposto sul comodino ormai secoli fa.

Devo proprio leggere quel libro

Tutti gli amanti delle letture hanno almeno una volta detto (o pensato) questa frase. In silenzio e con sguardo distratto davanti la vetrina di una libreria, sul tram, buttando l’occhio sulla copertina del libro del vicino, con un amico o collega in pausa pranzo.

Altri ancora dopo una giornata intensa arrivano alla sera con la speranza di abbandonarsi sul divano alle pagine di un libro; speranza che sfuma inevitabilmente insieme all’avanzare del sonno.

“Lo leggerò domani”, pensano i più convinti, e quel domani diventa un giorno, una settimana, un mese dopo. Perché, si sa, in fondo…domani è solo un altro giorno.

Se si desidera che la lettura sopravviva come attività di svago, allora dobbiamo fare pubblicità alle gioie che ci regala, più che ai suoi dubbi benefici.

Perché leggere è una strana passione. Fa svagare ma richiede concentrazione. Regala risate ma necessita di quel grado di attenzione che sempre meno persone riescono a sostenere dopo una giornata densa di impegni. Così ci si ritrova con una lista scolorita di mille titoli che aspettano impazienti di essere letti e che pure si rimanda nel cominciare.
La spirale della pigrizia miete le sue vittime, ma alla base di questa inerzia non sempre c’è l’umana poltroneria.

Nick Hornby per primo si assume la responsabilità di dimostrare proprio questo: non è detto che tutti i libri debbano piacere allo stesso modo, così come non è detto che si debba riuscire a terminarli. Una verità talmente banale che nessuno mai si era preoccupato di argomentare.

Mese per mese, l’autore presenta una lunga lista dei suoi “vorrei leggere”, seguita da quelli effettivamente letti (molti di meno) per poi dedicarsi con estrema sincerità a quelli abbandonati. Perché non c’è nulla di male nell’ammettere che alcune letture proprio non riescono a coinvolgere, e se scrivere è un atto di onestà allora lo è anche leggere.

Il brutto della guerra culturale che, dopo tanti anni, sembra ancora in corso, è che divide i libri in due campi: quelli ‘spazzatura’ e quelli che vale la pena di leggere. Tra chi si guadagna da vivere parlando di libri, nessuno sembra capace di veicolare il messaggio che non funziona così.

Così quello che in apparenza è un prodigioso scrigno di pillole libresche per chiunque ami affondare il naso tra carta e inchiostro, si trasforma improvvisamente in guida essenziale alla lettura.

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Agli autori da leggere per davvero, quelli che incalzano fino a notte fonda e che proprio non si riesce ad accantonare. Ai libri che alcuni si ostinano a consigliare ma che effettivamente non sono un granché. Alle innumerevoli illusioni letterarie, ai libri meno conosciuti ma molto promettenti. Ai classici intramontabili che fanno dell’eco senza tempo delle loro parole la forza rivoluzionaria. A quelli che “proprio non ce la faccio” e si lancerebbero via da una finestra. Una guida-confessione che con delicatezza intende rassicurare su quella che è la più realistica delle constatazioni: ognuno cerca in una storia delle risposte a domande sempre diverse. Così l’avventura catalogatrice di Hornby si snoda in un libro che racconta e si nutre dell’amore per i libri stessi, laddove il segreto non è inseguire liste come ricette mediche bensì farsi sedurre dalle sensazioni che mantengono incollati alle pagine. E se questo non succede? Semplice: si cambia libro senza troppe forzature.

Non vorrei mai dissuadere qualcuno dalla lettura di un libro. Ma vi prego, se state leggendo qualcosa che vi sfinisce, lasciate perdere e leggete qualcos’altro, come quando mettete mano al telecomando se non vi piace un programma televisivo. La vostra incapacità di non godervi un romanzo reputatissimo non significa che siate ottusi. So soltanto che ricaverete ben poco da un libro che vi fa piangere per la pena di leggerlo.

La scelta di un libro e il giudizio finale che ne deriva rivela molto sulla propria personalità: in questo consiste, forse, la bellezza stessa della lettura. Ci si dedica fatica e costanza ma l’emozione, quando prende il sopravvento, restituisce come un boomerang tutto il senso di quel perseverare; perché, suggerisce Hornby, l’appetito per i libri è come quello per il cibo. Ed è per questo che va affrontato con la stessa naturalezza.

Un testo imperdibile per i lettori appassionati e per quelli un po’ persi, per chi è arenato in un romanzo da troppo tempo e per chi ne sta iniziando uno nuovo. Nick Hornby, con il suo inconfondibile stile, raccoglie alcuni degli articoli più significativi pubblicati sul mensile The Believer tratteggiando con toni sognanti l’incredibile e appassionato ritratto della lettura.

Autore: Manila Tortorella

Laureata in Lettere moderne e in Scienze Filosofiche a Padova. Ho da sempre avuto un debole per l'universo delle parole: scriverle, leggerle, ascoltarle. Il linguaggio è il nostro vestito quotidiano, imparare a coglierne le sfumature non è però così scontato.

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1 Commento

  1. Questo è un libro che comprerò di sicuro.Non potrei mai vivere senza libri, sono la mia passione, mi accompagnano anche quando non li apro, e’ amore allo stato puro.Grazie a tutti gli scrittori, anche a quelli che non amo.

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