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“Fabro” di Francesco Vidotto

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È da poco uscito in libreria il nuovo lavoro di Francesco Vidotto “Fabro, melodia dei Monti Pallidi” (Mondadori, 2016) che rappresenta probabilmente la sua consacrazione.

In realtà, come l’autore stesso ama ricordare, la sua origine è trevisana; laureato in Economia, dopo l’esperienza come manager d’azienda nel ricco nord-est, sceglie di abbandonare tutto per scrivere e, soprattutto, scrivere delle sue amate montagne. Così adesso vive in un paesino del Cadore in provincia di Belluno, circondato dai Monti Pallidi che molto spesso scala arditamente e, inoltre, racconta bellissime storie.

Ora con questo lavoro e grazie al passaggio  dalla casa editrice Minerva alla Mondadori, Francesco Vidotto arriva finalmente al grande pubblico.

Lo fa con un libro ricco e profondo dove troviamo tutti gli elementi e i temi cari al nostro scrittore.

Fabro, una vita divisa tra le montagne e la musica.

Il libro racconta la storia di Fabro, persona semplice, nato in una stalla nel novembre del 1925 scaldato dal fieno e dal respiro di quattro mucche. La sua infanzia si svolge tra i boschi e le montagne cadorine dove, frequentando le scuole elementari, conosce e si innamora della bella e timida Rina. La vita continua tra momenti felici e tristi finché Fabro scopre la musica, complice il ritrovamento di un vecchio armonium nascosto nella chiesa di Tai di Cadore.

Con l’arrivo della guerra Fabro si trasferisce a Cibiana di Cadore, paese noto ancora oggi per le sue fabbriche di chiavi. Qui inizierà a conoscere questo mestiere, ad esplorare le cime e i boschi limitrofi e a suonare con sempre più partecipazione l’organo della chiesa di Cibiana. Sarà la musica che lo riporterà da Rina, facendogli scoprire il vero amore, aprendo le porte al periodo più felice della sua vita. Un periodo che purtroppo non durerà a lungo, arriveranno momenti duri e drammatici ma anche in questo caso sarà la forza dell’amore e della musica che salveranno lui e la sua famiglia.

La “resistenza” degli umili

Per chi, come il sottoscritto, ha potuto conoscere l’autore e leggere alcuni suoi fortunati libri come “Siro” (vincitore nel 2011 del premio Cortina d’Ampezzo per la letteratura di montagna) e “Oceano” (vincitore del premio letterario Torre Petrosa di Villamare – Salerno e del premio letterario Latisana per la letteratura del nord-est), “Fabro” in qualche modo sintetizza e allo stesso tempo amplifica tutti i temi cari a Vidotto e che rappresentano l’anima dei sui libri.

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In un mondo semplice, rurale e arcaico, dove la memoria mantiene intatti i ricordi delle persone e le tradizioni di una comunità, Vidotto racconta la storia degli umili, di chi lotta per la sopravvivenza, di chi dà molto e spesso riceve poco dalla vita, di chi deve combattere senza capirne il motivo, di chi non si arrende contro un destino spesso avido.

Le Dolomiti, palcoscenico e fonte di emozioni

Grande palcoscenico di questa continua “resistenza” sono le Dolomiti. E qui l’amore dell’autore verso la montagna diventa una melodia, la melodia dei Monti Pallidi appunto, una colonna sonora straordinaria per la vita dei personaggi del romanzo che non cedono mai. Fabro trasforma in note i suoni della natura, il respiro delle montagne, la neve, la pioggia, l’acqua dei torrenti, il piegarsi degli alberi alla furia del vento. Vidotto narra con una voce tenera, dolce, malinconica e talvolta ironica. L’emozione che la montagna e i suoi semplici abitanti ancora suscita nel cuore dell’autore si trasforma all’interno del libro in una prosa intensa, armoniosa e commovente.  Fabro è un uomo forte e vigoroso  ma anche delicato e spontaneo, come dimostra il suo amore per Rina, e spesso ci ricorda Siro e Oceano, straordinari protagonisti dei precedenti romanzi dell’autore.

Ecco, forse “Fabro” rappresenta, come ricordavo all’inizio, un momento di sintesi della capacità creativa e letteraria di Vidotto: il mondo raccontato nelle opere precedenti, in quest’opera ritorna prepotentemente anche se forse in modo meno intenso ed evocativo rispetto ai primi lavori. Pertanto questo libro, dal linguaggio diretto e coinvolgente, è anche una tappa importante per la vita letteraria di Vidotto, da cui sicuramente dovrà partire verso nuove storie per regalarci ancora belle emozioni.

Giannandrea Mencini

@gmencini1

Autore: Giannandrea Mencini

Laureato in Storia, mi occupo di storia dell’ambiente e del territorio. Collaboro con alcune testate giornalistiche. Lavoro a Venezia come responsabile della comunicazione e ufficio stampa e ho scritto numerosi libri ed interventi specialistici.

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