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“I due leoni” – La saga dei normanni in Italia meridionale

 

"i due leoni” GrassoI due leoni del titolo richiamano l’antico stemma della Normandia, raffigurato in copertina. Ma costituiscono anche un chiaro riferimento a Roberto e Ruggero d’Altavilla, i due fratelli normanni che intorno all’anno 1000 furono i protagonisti di un’epopea grandiosa e sanguinaria nel Mezzogiorno del nostro Paese. Roberto, detto “il Guiscardo”, sconfisse longobardi, svevi e bizantini, conquistando il titolo di Duca di Puglia e Calabria. Ruggero sbaragliò gli arabi (la superpotenza economico-militare dell’epoca) e li scacciò per sempre dalla Sicilia. Probabilmente dobbiamo a lui se oggi le donne italiane non portano il chador

Ciò che non tutti sanno è che gli Altavilla compirono queste mirabolanti imprese guidando solo un pugno di guerrieri, e per giunta combattendo l’uno contro l’altro per quasi tutto l’arco della loro vita. Il romanzo racconta come vi riuscirono, riportando le memorie che Ruggero, ormai anziano, detta al suo biografo, il monaco Goffredo Malaterra.

La sfida (vinta) di rendere entusiasmante la Storia

Usualmente, nello scrivere opere di fiction, la sfida per l’autore è rendere credibile ciò che si racconta. Uno scrittore di romanzi storici deve sforzarsi di fare l’opposto: narrare accadimenti storici – magari ben noti a un pubblico mediamente colto – in modo che essi risultino gravidi di suspense, o comunque sorprendenti e inaspettati. Il traguardo, per un autore di narrativa storica, è figurarsi un lettore che esclama “Questo non è possibile, deve esserselo inventato!“, per poi scoprire che l’evento in questione è presente tal quale nei testi di Storia.

“I due leoni” trabocca di passaggi di questo genere. Aneddoti apparentemente inverosimili che invece sono assolutamente storici. Come la disparità di forze tra arabi e normanni (in rapporto di 10 a 1) alla decisiva battaglia sul fiume Cerami, vinta dagli Altavilla nonostante la clamorosa inferiorità numerica. O il fatto che la Palermo musulmana, a quell’epoca, fosse la città più ricca, potente e prospera d’Europa (cinque volte più popolosa della Roma di quegli anni). O il saccheggio e l’incendio che i normanni inflissero all’Urbe, su specifico ordine del papa, di cui erano vassalli. E mille altre curiosità tratte da una pagina del nostro passato che pochi romanzieri hanno raccontato, finora.

Ruggero e Roberto. Epici ma comunque uomini

I due leoni, però, non è soltanto un’epopea di battaglie e assedi. È anche una storia d’amore, vibrante e crudele come solo le grandi passioni sanno essere. Il desiderio di Ruggero e Roberto per la stessa donna (la principessa longobarda che fu la ragione principale del loro scontro). Ma anche il complesso rapporto di amore-odio tra i due fratelli. Citando le memorie di Ruggero, ormai anziano:

Roberto era una parte di me. Ero cresciuto alla sua ombra, ci eravamo odiati, fronteggiati, traditi e sorretti a vicenda; avevamo condiviso vittorie, ambizioni e sconfitte; c’eravamo battuti per tutto ciò che due uomini potevano disputarsi con onore sotto il cielo.

I due leoni, Roberto e Ruggero, sono personaggi di grandezza shakespeariana, epici e tragici allo stesso tempo. Sono uomini del loro secolo, con le pulsioni e i convincimenti – anche religiosi – propri del medioevo. Eppure, nel loro scontro fratricida possiamo scorgere sentimenti umani eterni: l’ambizione, la sete di potere, la vendetta, la vanagloria, il rammarico e i sensi di colpa. E la consapevolezza che anche gli uomini più forti nulla possono contro il destino. Citando Roberto:

Anche se oggi sono trionfante, so che la bilancia del Fato oscilla alla brezza: per quanto oro e spade io ponga sul piatto, prima o poi penderà contro di me.

Il romanzo storico: leggere per imparare dal passato

Perché leggere I due leoni”, dunque? Forse anche per scoprire il retaggio arabo che ancora si nasconde in tante pieghe della nostra cultura. L’autore – peraltro siciliano, la regione italiana più segnata dal dominio musulmano – ci mostra infatti la genesi, indiscutibilmente saracena, di aspetti insospettabili della nostra vita quotidiana. Dagli agrumi (introdotti proprio dagli arabi) alla tradizione gastronomica siciliana, dall’architettura del centro storico palermitano a tanti toponimi (Monte Pellegrino, Mongibello, Caltanissetta, Cassaro, Marsala, Donnafugata) che non tutti sanno essere interpretazioni di parole arabe.

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E poi per la finalità che dovrebbe essere insita nella narrativa storica. Citando la postilla del romanzo:

per imparare dal Passato, si dovrebbe prima conoscerlo. E l’italiano medio preferirebbe subire una colonscopia piuttosto che sfogliare un saggio di Storia. Così, nel nostro millenario ma immemore Paese, si finisce per ripetere sempre gli stessi errori. Forse attraverso i romanzi come questo, meno approfondito di un trattato, ma spero più intrigante alla lettura, qualche messaggio può riuscire a passare.

I due leoni è un thriller storico pubblicato a ottobre 2016 da 0111 Edizioni, 236 pagine, 15,50 euro, acquistabile su Amazon, IBS e tutti i principali eStore, in formato cartaceo, ebook unico o in 8 episodi distinti, di cui la metà scaricabili gratuitamente. Su youtube è disponibile il booktrailer dell’opera.


Bibliografia: Francesco Grasso ha pubblicato i romanzi “Ai due lati del muro” e “2038: la rivolta” con Mondadori, “Il baratto” con l’editrice Perseo, “Enea” con Stampa Alternativa, “Il re bianco del Madagascar” e “La moglie di Dio” con Ensemble, “Come un brivido nel mare” e “Jesse James delle due Sicilie” con Delos Digital, “Il matematico che sfidò Roma” con 0111 Edizioni. Ha vinto numerosi premi letterari, tra cui il Premio Urania (2 volte), il Premio Cristalli Sognanti, il Premio Cuore di Tenebra, il Premio Città di Ciampino. Ha scritto anche sceneggiature per il cinema, una delle quali è giunta in finale al Premio Solinas.

Autore: Perfido

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