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Educazione di una canaglia di Edward Bunker

Educazione di una canaglia Dopo essersi presentato al pubblico con il suo primo libro “Come una bestia feroce” (in Italia nel 1978), Edward Bunker si racconta definitivamente e senza remore alcune nella sua autobiografia intensaEducazione di una canaglia” edita in Italia nel 2002, con Einaudi, a due anni di distanza dalla pubblicazione per la St. Martin’s Press negli Stati Uniti.

Educazione di una canaglia

Un resoconto deciso, a tratti atroce, quello in cui Bunker si rivela, partendo dalla propria infanzia e dal difficile rapporto con i genitori, che egli identifica come la principale causa della sua vita sregolata. Puntuale, manifesta in ogni momento un forte bisogno di ribellione e una continua sensazione d’impotenza, a fronte dei tentativi non riusciti di sottrarsi al suo ruolo di criminale, nonostante la sua volontà e il suo impegno.
Racconta i suoi trascorsi negli istituti penitenziari di San Quintino e Folsom e di come, per sopravvivere ed evitare pestaggi e tentativi di stupro, abbia dovuto tirar fuori la bestia feroce che era in lui.
La sua esistenza subirà una svolta fondamentale quando, ancora ragazzo, conoscerà l’attrice Louise Fazenda (moglie del produttore cinematografico Hal B Wallis), che diventerà per lui un punto di riferimento importante e gli si affezionerà come a un figlio. Nel tentativo di allontanarlo dal mondo della criminalità, l’attrice gli procurerà una macchina da scrivere, appagando così l’ispirazione letteraria di Bunker, risvegliatasi dopo che il condannato a morte Caryl Chessman (divenuto poi famoso con Cella 2455 braccio della morte), gli aveva fatto leggere un suo racconto. Nei suoi anni di reclusione si dedicherà alla stesura di ben sette romanzi, anche se il suo bisogno e la sua voglia di scrivere si alterneranno e non saranno sempre per lui un motivo di felicità. Certamente, però, il primo successo letterario del 1975, lo porterà ad una vita più tranquilla e lo aiuterà ad uscire da quel circolo di malessere in cui era piombato.

Edward Bunker scrive la sua autobiografia utilizzando un linguaggio crudo e diretto, con il giusto equilibrio tra parti descrittive, sia per i luoghi che per i personaggi, e parti narrative, mantenendo sempre quella discreta tensione che rende scorrevole e piacevole la lettura.
Attraverso la sua autobiografia, l’autore trasmette molteplici messaggi, chiari ed efficaci. In primis, mostra quella parte di umanità ancora poco conosciuta e compresa ed espone la sua storia come se volesse far comprendere le motivazioni che si nascondono dietro ogni azione. Non sempre un criminale è un individuo pericoloso ma, a volte, è semplicemente una persona che si è persa per strada e che, suo malgrado, ha trovato nella criminalità l’unica via d’uscita.
Bunker racconta se stesso senza veli, scrivendo un libro intenso, intrigante, coinvolgente, per certi versi anche toccante e avvincente, perché dal nulla in cui è nato e vissuto, riuscirà grazie alle sue capacità e alla sua genialità a raggiungere quella realizzazione personale che in molti sognano di avere.

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A proposito di Edward Bunker

Bunker è un vero e proprio caso letterario, a dimostrazione di come il talento delle volte sposi il crimine, pur contro la propria volontà. Nasce a Los Angeles il 31 dicembre 1933 in una famiglia che non riesce a cogliere il genio nascosto in questo bambino dal quoziente intellettivo di 152 punti. Cresce tra due genitori che litigano in maniera ferale; al loro divorzio, il piccolo Eddie viene affidato a una casa famiglia da cui fugge quasi immediatamente, per finire in vari riformatori e orfanotrofi. Lo spirito di ribellione, l’enorme determinazione e la sua incapacità di accettare le regole, gli rendono difficile inserirsi in società. Dagli orfanotrofi agli istituti penitenziari il passo è breve: spaccio, truffe, rapine e furti sono per Bunker il pane quotidiano, tanto da poter vantare nel proprio palmarès il primato di essere il più giovane criminale ad essere entrato in un carcere californiano (San Quintino).
Sarà però la sua stessa ostinazione a permettergli di emergere e riconciliarsi con il mondo e con se stesso, forse: avvicinato alla scrittura per caso, dietro le sbarre produce dei romanzi grazie ai quali la letteratura contemporanea lo ascrive i tra i più importanti scrittori noir e crime. Uscirà dal carcere per buona condotta, dopo aver scontato in totale 18 anni di reclusione. Il cinema come seconda via di fuga; interprete in molte pellicole e sceneggiatore di alcune, Bunker diventa un’icona per alcuni registi, che lo venerano a tal punto da creare dei personaggi appositamente per lui. Forse l’interpretazione di Mr Blue ne Le Iene di Tarantino, resta la sua più celebre apparizione cinematografica.
All’età di 71 anni muore per complicazioni a seguito di un intervento chirurgico, destinando alla letteratura contemporanea un lascito di 7 romanzi dallo stile inconfondibile.

Autore: Sara Tardini

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1 Commento

  1. Nel nome di Quentin: dalla prigione di San Quentin a Quentin Tarantino! L’unico, tra gli attori de Le Iene, a non dover fingere di avere confidenza con la violenza e la vita di strada. Recensione utile che introduce con cautela alla lettura della vita spericolata di uno straordinario “avanzo di galera”.

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