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Manuale di danza del sonnambulo – di Mira Jacob

Manuale di danzaE poi, inaspettato, ti capita tra le mani un romanzo di rara delicatezza, il cui particolare bouquet alchemico riesce a richiamare profumi, sonorità e colori in maniera raffinata e ironica: Manuale di danza del sonnambulo è l’opera prima di Mira Jacob, le cui radici indiane, trapiantate nel New Mexico, hanno un ruolo predominante nella genesi del romanzo.

La stessa autrice, raccontandosi, ne ammette il tocco autobiografico: i Jacob erano quel tipo di famiglia descritto nel libro, caratterizzata da legami divenuti indissolubili con famiglie nella stessa posizione di Indiani sradicati, che han perso la piena consapevolezza di cosa essere Indiano voglia effettivamente dire. Nei suoi dieci anni di stesura, il romanzo subisce una decisiva ed inizialmente poco convinta virata intimistica: il padre lotta contro un tumore ai reni e Mira Jacob interrompe la scrittura, per poi riprenderla, riscrivendo completamente alcune scene, fino a dubitare del suo stesso romanzo. La dolcezza della sua dichiarazione è sconcertante: “Sentivo che stavo perdendo il libro; il padre stava prendendo sempre più le sembianze del mio papà e ritenevo fosse contro le regole del romanzo; è stato mio marito a spingermi ad andare avanti: di quali regole stai parlando? Le scene funzionano? Ti piacciono?”.

Funzionano, possiamo dirlo: le scene paterne sono toccanti, profondamente sincere, in grado di miscelare strazio e stramberia in maniere equilibrata. Ringraziamo il marito, il regista Jed Rothstein ad averla convinta.

Trama

Per voce di Amina, veniamo introdotti nella famiglia Eapen, in quella borghesia indiana a cui i confini orientali stanno tanto stretti da spingere verso uno fuga nel New Mexico, dando il la ad una catena di abbandoni, litigi e rimorsi che il tempo riesce solo lievemente a sopire. Era una bambina quando sentì il padre Thomas litigare con Ammachy, la matriarca di casa Eapen e vide le proprie valigie prendere il volo per gli USA, assieme a suo padre Thomas, sua madre Kamala e suo fratello Akhil. Lo sguardo di Amina ci presenterà i vari personaggi, la cui sana dose di follia permetterà loro di sopravvivere ai loro stessi drammi. Thomas, il chirurgo affermato e stimato in costante contrasto con sua moglie Kamala, che si racconta tramite il cibo che cucina; perché Kamala cucina per riappacificare, per intristire, per emozionare, ma mai per dimenticare. Amina stessa è una fotografa di professione, in grado di cogliere luce e momenti per i suoi scatti, ma incapace di mettere a fuoco la sua vita. Il fratello Akhil, che resterà un adolescente, perché il destino non gli ha permesso di crescere. Conosceremo inoltre i loro amici bizzarri, con alcuni dei quali entreremo inevitabilmente in empatia; altri potrebbero urtare la nostra sensibilità, per poi mostrare il lato positivo lungo il percorso evolutivo della famiglia Eapen. Un affresco caleidoscopico e sonoro, in cui sono trattati differenti temi: il valore delle radici e delle tradizioni, la malattia, la morte, le allucinazioni.

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Conclusioni

Manuale di danza del sonnambulo è una ricetta riuscita: i personaggi sono ben caratterizzati, le atmosfere sono evocate con scrupolo del dettaglio, senza pedanteria; i dialoghi hanno spessore, pur mantenendo il dono della leggerezza. Mira Jacob sa cosa dire, ma soprattutto sa come dirlo: lascia che siano gli eventi ad apparire ed entrare nell’immaginario del lettore. La casa editrice Neri Pozza ha centrato il segno con questo libro complesso per le tematiche trattate, ma leggero nella sua stessa complessità.

Autore: Monica Pintozzi

Come controller, ho appreso che i numeri contano solo se li sai analizzare, come lettrice che le parole contano solo se le sai utilizzare. Maniaca del dettaglio, pretendo che il libro rispetti lettore e sintassi; ignoro volentieri testi pieni di parole e concessioni dal sapor di refuso. Il libro è regalo per me non per l’autore.

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