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Sonno di Murakami Haruki – Illustrato da Kat Menschik

sonno di murakamiSonno, ultima uscita di Murakami Haruki, illustrato dalla disegnatrice tedesca Kat Menschik, racconto del 1993, tratto dalla raccolta L’elefante scomparso ed altri racconti (Einaudi) ci ripropone una storia in perfetto stile Murakami.

La trama de Sonno

Una donna di circa trent’anni un giorno si accorge di non poter più dormire, di non averne bisogno, anzi, nota che la sua forma fisica è migliorata dopo tre settimane insonni. È strano, sconvolge ogni regola, si sa che senza sonno si va incontro alla morte, che i più fini ed efferati torturatori sceglievano l’insonnia forzata per dare una morte atroce ai torturati resi folli dal desiderio inappagato di dormire. Eppure a questa donna senza nome tutto ciò non accade: per lei il sonno negato non è una tortura, diventa uno spazio di vita soltanto suo all’interno del quale può dedicarsi a se stessa. Tutto ha avuto inizio l’ultima notte in cui è riuscita a dormire, quando vede ai piedi del suo letto un vecchio che le bagna i piedi fino a farli marcire. Crede si tratti di un incubo, ma forse non lo è stato, forse quella presenza è sparita portandosi via il sonno. Intanto la routine continua in maniera nota e inalterata, le cure prestate alla casa, al figlio, al marito non subiscono alcuna modifica e gli altri, che pure continuano a dormire, non si accorgono di nulla: ma allora chi è che davvero dorme e chi è che sta sveglio?

Quand’era stata l’ultima volta che avevo davvero letto un libro? E di che si trattava? Provai a pensarci, ma era fatica sprecata, non mi ricordavo il titolo. Mi chiesi perché la vita di una persona dovesse subire un cambiamento tanto radicale. Dov’era finita quella ragazza che leggeva come un’invasata? Quel tempo, e quella passione tanto forte da potersi quasi considerare anormale, cos’erano ormai per me?
Mentre gli altri dormono lei gode ogni istante di queste pause di silenzio per ritornare a momenti passati della sua vita precedente, corre in auto in una città buia e silenziosa, medita su cosa sia il sonno (ciò che più somiglia alla morte?), e soprattutto riprende a leggere un libro interrotto tanti anni prima, Anna Karenina. Legge per notti intere, stesa sul divano. I personaggi del romanzo le vivono accanto, diventano i veri compagni della sua mutata esistenza insonne, viene assorbita dalle pagine, dalle parole, dalle emozioni e tutto ciò che è mera e triste abitudine perde ogni senso ed attrattiva; anche la proposta del marito di dedicare un inaspettato pomeriggio da soli a fare l’amore viene rifiutata con una scusa perché… la lettura non può essere interrotta di nuovo! Lentamente la sua vita cambia del tutto, guarda e vede con occhi nuovi il marito ed il figlio, guarda e vede con occhi nuovi anche se stessa, il suo corpo dimenticato.
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Io non avevo affatto bisogno di sonno, mi dissi. Poco mi importava se diventavo pazza, se per il fatto di non dormire perdevo il fondamento della mia esistenza

La critica

È un racconto che non ha un finale, in fondo non ha neppure un inizio; i personaggi non hanno un nome ed i luoghi restano vaghi e indefiniti eppure noi lettori li vediamo con una chiarezza che può nascere solo dalla straordinaria arte narrativa di Murakami. Non è un’iperbole scontata quanto il tentativo di definire la sensazione che proviamo durante la lettura di questo racconto. Non so quanti siano riusciti a leggerlo a più riprese e non solo per il limitato numero di pagine, ma perché non è una lettura che possa sopportare interruzioni: il senso vago di un’insonnia creatrice ci prende fin dalla prima pagina e non vogliamo rinunciare a quella pausa di silenzio intimo dedicata solo a noi stessi. Non c’è un finale, noi lettori di Murakami non ci meravigliamo, ma è spontaneo il gesto di voltare pagina e provare un attimo di sconcerto di fronte alla constatazione che il racconto è finito lì: ora tocca a noi continuarlo e continuare a cercare la nostra personalissima insonnia. Le illustrazioni amplificano il tono onirico e  surreale del testo senza note stridenti, quasi una fiaba per adulti alla ricerca di un sogno senza sonno. Opera densa di allusioni e di rimandi simbolici pur nella sua apparente semplicità dove, probabilmente, un particolare domina su tutto il resto: la lettura come luogo dove la nostra identità prende forma. Di sicuro non è casuale che la donna appena consapevole di essere stata privata del sonno ricordi di quella lettura lasciata a metà e che con pervicacia la riprenda, con la violenza di chi voglia difendere un sogno e con esso la sua più vera identità non ancora messa a tacere, addormentata più precisamente, da una vita banale. In questo senso assume un significato precipuo la figura-simbolo della Karenina, che preferì la morte ad una vita inautentica. Ma, se il sonno è un po’ morte, allora la vita può esorcizzarla solo scegliendo la perenne veglia del sogno. In questo è possibile individuare una audace lettura del romanzo tolstojano che rappresenta un motivo in più per leggere quest’ultimo libro di Murakami, ove mai ce ne fosse bisogno. Lettura consigliata ai lettori di Murakami ed a chi finora non lo avesse, per errore, mai letto.

Le opere di Haruki Murakami

Non mancate di leggere anche le altre recensioni, a cura della redazione, delle opere dello scrittore giapponese:

Autore: Ida Tortora

Sono affetta da “libridine compulsiva”. Per questo male, dall’eziologia ancora ignota, non esistono rimedi efficaci. È in fase di sperimentazione una nuova terapia che unisce alla lettura la stesura di recensioni di alcuni dei libri letti. Ho accettato di fare da cavia, ma ho notato solo un peggioramento dei sintomi e degli effetti secondari.

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