Lucia Cavallo, autrice di Donna A Metà Lucia Cavallo, autrice di Donna A Metà

Lucia Cavallo, autrice di Donna A Metà

Lucia Cavallo

Lucia Cavallo

“Tra sogni e paure, la forza di ritornare a vivere”

INTERVISTA

Conosciamo meglio l’autrice. Chi è Lucia Cavallo?

La passione per la psicologia mi ha portato a lasciare la mia bella terra Salentina per intraprendere gli studi universitari a Roma, città in cui ho proseguito la mia formazione, specializzandomi in Terapia Familiare Sistemica Relazionale, e in cui vivo e lavoro attualmente. Le altre passioni che mi accompagnano da sempre sono la musica e la danza, a cui in seguito ho aggiunto anche la pittura.

Questo è il suo primo libro: cosa l’ha spinto a farlo?

Ho voluto parlare del mio lavoro e di ciò in cui credo, sottolineando quanto sia importante poter affrontare i propri limiti e le proprie paure per ritrovare se stessi e la propria espressione.

Mettendomi dalla parte del paziente ho dato voce a tutti i dubbi che accompagnano il momento in cui si sente il bisogno di chiedere aiuto. L’inizio del libro è stato altrettanto travagliato, all’indecisione iniziale è seguita l’inconsapevolezza per poi lentamente acquistare maggiore determinazione. Più scrivevo e più mi rendevo conto che intraprendere un nuovo percorso porta a capire molto di sé.

Ha sempre desiderato scrivere?

Più che un desiderio è sempre stata una forma di espressione, spesso intima e personale, mentre questa volta ho scelto di estendere l’argomento e di condividerlo.

La storia tormentata che ci narra, racconta di una donna, Beatrice, che cerca di uscire dal tunnel della depressione. Come mai ha deciso di affrontare proprio questa tematica?

La depressione è un sintomo, nasce da un blocco, dalla mancanza di una crescita personale. Descrivo anche altre difficoltà proprio perché ognuno è portato a vivere i momenti difficili in modi diversi. In questo caso Beatrice vive una chiusura derivata da una mancanza di fiducia verso il prossimo e soprattutto verso gli uomini, a causa di una violenza subita, che all’interno del libro cerco di affrontare con una delicatezza particolare, fino a poter essere condivisa anche da chi un’esperienza simile non l’ha mai vissuta. Mi occupo di violenza sulle donne da anni e mi sono occupata di questo anche nel libro, descrivendo maggiormente gli effetti, più che la situazione in sé. La depressione in questo caso deriva dalla paura nell’affrontare l’argomento, che viene nascosto per anni e che fatica a far emergere.

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Si può davvero curare la depressione?

Sì, bisogna chiedere aiuto, questo è il primo passo. Affrontare le proprie paure e i propri problemi, anche se doloroso, è necessario per iniziare ad assumersi la responsabilità della propria vita.

Quanto c’è di lei e del suo lavoro tra queste righe?

Ovviamente c’è molto del mio lavoro, anche se non faccio riferimento a situazioni reali e faccio lo sforzo di vedere con gli occhi della paziente. Ho cercato di descrivere quello che potrebbe accadere tra una seduta e l’altra quando il terapeuta è lontano e bisogna districarsi tra tutto quello che inizia ad emergere di volta in volta.

Scelta insolita quella di narrare una storia così intima in terza persona, eccezion fatta per le poesie inserite ad ogni passo

Il mio principale obiettivo era descrivere il lavoro che avviene in terapia, al di là delle emozioni della protagonista. Un’analisi attenta al percorso e al cambiamento più che alle vicende, con un occhio che potesse vedere oltre le percezioni del momento. I sentimenti di Beatrice emergono in modo diretto dalle poesie, il resto è più distante, più ovattato, come la terapeuta e altri personaggi che non hanno neanche un nome e restano sullo sfondo. Io l’ho accompagnata nel suo percorso, affiancandola, a volta tenendola per mano, a volta prendendola di peso, come faccio nel mio lavoro.

Ha già in mente un nuovo lavoro?

Sì, ho iniziato a lavorarci, ma molto ancora è solo nella mente. Spero di imparare a ritagliarmi uno spazio maggiore per la scrittura perché scrivere Donna a Metà è stato importante per me e ho voglia di continuare.

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Autore: Samanta Di Giorgio

Originaria di un paesino della Basilicata. Ho scoperto il piacere della lettura tardi e, combattuta tra cartaceo e digitale, amo i romanzi rosa da batticuore, i thriller che mozzano il fiato, gli horror che tolgono il sonno, i fantasy e le graphic novel che mi risvegliano la creatività, e i classici, che reputo indispensabili.

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