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Per amore delle bionde

Layout 1“Camorristi. E’ vero. Fuorilegge. E’ vero. Senzapatria. E’ vero. Malapianta… Nooo, solo gente costretta a fuggire, nascondersi, imboscarsi. Correndo sul filo dell’illecito. Ma rispettando le regole: le proprie. E quelle degli amici”.
Ciro, nato scugnizzo alla Sanità, uno dei quartieri più popolosi e popolari di Napoli, racconta la sua vita, dal secondo dopoguerra agli anni Novanta. Sangue, racket, contrabbando di sigarette. legato ai boss Zaza e Bardellino, ne incontra tanti altri. Le immagini scorrono inesorabili in una città che mostra il viso da sirena e gli artigli da drago, che fa sentire onnipotenti e che divora l’anima. Una calibro 38 annuncia l’ondata dei ricordi e disegna la visione di un duplice omicidio, partendo da una realtà criminale che attraversa l’Europa, passando per la Costa Azzurra e si allunga fino a New York. Tra una folla di colletti bianchi, vip, faccendieri. Nel mondo di ieri, molto vicino a quello di oggi…
Una storia vera; il linguaggio semplice e reale di persone che vivono la strada e che ne fanno la loro scuola.
Il lettore legge il diario di una vita, raccontata -come sottolinea Ferdinando Imposimato nella presentazione- con rara maestria e senza retorica dalla Gallone, ed entra nel quotidiano di un bambino che cresce in assoluta mancanza di modelli di vita normali e, in mancanza di alternative, è spinto verso il baratro della delinquenza organizzata.

Qual è il messaggio del suo libro?
Chi percorre la strada dell’illecito si ritrova tra le mani solo un pugno di cenere. E, mostrando il lato umano dei boss, il libro rivela che i camorristi, in quanto uomini, sono fragili, vulnerabili, spesso disperati. Possono essere sconfitti con le “armi” della legalità, della pazienza, della parola.
Per quale motivo ha deciso di scriverlo?
E’ una storia vera, che andava svelata nella sua drammaticità come Ferdinando Imposimato mette in rilievo nella presentazione al volume. Ce ne sono tante di queste storie, ma non vengono raccontate nella loro tragica verità. Ho prestato la penna a Ciro per far emergere una spirale di eventi dove lecito e illecito sono spesso collegati tra loro. Basta un nulla per varacare la soglia dell’illegalità.

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Donatella, lei nasce come giornalista di carta stampata. Nel 2003 debutta
come scrittrice con il suo primo libro “Ritratti d’autore. Galleria napoletana del Novecento”. Poi, l’approdo sul web con www.ilmondodisuk.com, portale d’informazione dedicato alla cultura. In quale ruolo si riconosce di più?

Un elemento li collega tutti, la curiosità. Sono molta curiosa, ho sempre voglia di sperimentare campi differenti convinta che la cultura, in quanto conoscenza, possa compiere il miracolo: sconfiggere l’ignoranza dell’arroganza che dilaga ovunque.
Il suo obiettivo?
Esportare il talento di Napoli nel mondo. Diradando la cortina internazionale di fango mediatico che è calata sulla città dipinta unicamente come covo della criminalità organizzata e ricettacolo di spazzatura.

Autore: admin

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8 Commenti

  1. ho letto il libro,preciso nelle datazioni di fatti realmente accaduti,ma ciro è realmente il protagonista o è frutto di fantasia?come io credo che sia sperando di sbagliarmi,sarei curioso di saperlo,anzi di conoscere la sua vera identità se veramente esiste,anche perchè nella napoli anni 70 descritta ci ho vissuto da bambino.

  2. Questa è la storia di mezzo secolo di criminalità organizzata vista un protagonista, con retroscena che solo una persona dall’interno poteva conoscere. Di fantasia c’è solo il nome, Ciro…

  3. Carissima Sig.ra Donatella Gallone,sono un grande estimatore della famiglia Bardellino,volevo sapere perchè non scrive un bel libro su Antonio Bardellino? Avrebbe un gran successo! le suggerisco il titolo ” IL RE DEI MAZZONI”oppure all’inglese”BIG BOSS MAN” e in copertina la sua Faccia nella foto segnaletica…vita,storia,foto,indiscrezioni e piccole curiosità che ancora nessuno ha sentito…non sarebbe male!

  4. Martedì 17 maggio, alle 16.30, nella sala della loggia di Castel Nuovo (piazza Municipio, Napoli) presentazione del libro di Donatella Gallone “Per amore delle bionde”, menzione speciale alla settima edizione del Premio Giancarlo Siani. Intervengono Amato Lamberti e Paolo Pisanti. Coordina Aniello Montano. Legge Annamaria Ackermann. L’evento è organizzato dall’associazione Il Corvo in collaborazione con l’assessorato alla cultura del Comune di Napoli

  5. Salve Donatella,
    Le auguro tutto il successo editoriale che il suo libro merita!
    Spero che, sulla nostra scia, tutto il talento di Napoli continui ad essere valorizzato, e che presto si smetta di guardare soltanto il lato oscuro della nostra città.
    Il fatto – e lei che è una giornalista affermata me lo insegna- è che la gente vede quello che gli si vuole far vedere; solo di rado si chiede se quello che vede è tutto o c’è dell’altro.

    Trovo il suo libro davvero interessante, lo comprerò quanto prima.

    Mi dispiace non poter essere a Napoli martedì, ma vivo fuori e ho saputo solo oggi della presentazione.

    I miei Migliori Saluti
    Frank (Anzi, per Lei Francesco)

  6. Dal secondo dopoguerra in poi, quando i memorialisti della resistenza,in Italia, cominciarono a pubblicare i loro racconti, emerse ben presto il dilemma della critica sulla interpretazione della loro scrittura ondeggiante tra cronaca biografica e letteratura. Ci si chiede nel caso del romanzo di Donatella se ci si trova dinanzi a un racconto biografico o a una struttura narrativa vera e propria e se, più in generale, è possibile transcodificare la cronaca in una pagina letteraria. Io ritengo che in questo caso l’operazione in senso artistico sia riuscita: la scelta della focalizzazione interna- l’occhio del bambino-,lo stile discorsivo privo di orpelli eppure così incisivo, semplice nella struttura sintattica, ma efficace nella resa espressiva,a tratti icastico, senza ridondanza, ellittico, di una asciuttezza estenuata che colpisce l’occhio e la mente del lettore al quale vengono via via presentate figure e eventi “dal di dentro”, senza indulgere a facili moralismi. Non ce n’è bisogno. La storia si racconta da sé, e apre un mondo conosciuto in gran parte attraverso la cronaca di quegli anni, ma presentato ora con tutta la forza drammatica che scaturisce dalla verità e con l’instancabile energia di chi crede nel valore della divulgazione, della informazione, della denuncia come arma da opporre al dilagare del male.

  7. Grazie Amalia. E’ notizia di oggi che Papa sarà forse scarcerato per un cavillo… Sono piccoli disguidi di cui parla anche Ciro nel libro. I volti cambiano, ma i meccanismi restano gli stessi….

  8. Notizia di oggi, 19 giugno 2014, su Repubblica: Il pentito dei casalesi, Antonio Iovine parla di processi aggiustati come il protagonista del libro, Ciro. Il libro è stato pubblicato, in prima edizione da suklibri, quasi nove anni fa, prima di Gomorra e squarciava già il velo del sistema camorristico visto dall’interno

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