Maniaca seriale | Laura Malaterra - RecensioniLibri.org Maniaca seriale | Laura Malaterra - RecensioniLibri.org

Maniaca seriale | Laura Malaterra

Maniaca seriale | Laura Malaterra«Sapevo tutto di lui, già prima di conoscerlo di persona, il muso da alieno, le ganasce spropositate, quelle zampette repellenti, il corpo deformato perché adattato da secoli e secoli – il primo reperto fossile di voi orridi risale a 290 milioni di anni fa – di mutazioni per favorire il perpetuo sgranocchiare delle altrui carni. Ti ho sognato schifoso e mi sembra di udire il rumore agghiacciante delle tue e delle altre mandibole, miliardi di affilate lame rotanti che nottetempo martirizzano il mio corpo banchettando alla luna».

La raccolta di racconti “Maniaca seriale. La soddisfazione di complicarsi la vita” di Laura Malaterra è l’esposizione autoironica e dissacrante delle piccole manie e delle nevrosi dell’autrice, convinta che la condivisione delle proprie stranezze possa gettare un ponte tra lei e il lettore, e spingerlo quindi ad accettarsi nelle proprie eccentricità.

Nella citazione appena menzionata, ad esempio, l’autrice non fa mistero del suo terrore per gli acari della polvere, a cui dedica un racconto esilarante dove parla della sua ossessione di essere mangiata pezzettino per pezzettino da microscopici predatori di corpi; una storia nonsense ma incisiva, che ci spiazza per l’onestà con cui Laura espone le contorte circonvoluzioni della sua mente. In questi racconti si può trovare un vero e proprio campionario di compulsioni: si passa quindi dalla sua mania del controllo in casa, dove tutto deve essere in perfetto ordine, per poi parlare di fissazioni più bizzarre, come della comica tragedia di vedere la saponetta con cui si lava le mani mutare forma e diventare molliccia.

«Intanto comincio a odiarla. È un sottile astio che si insinua nell’animo già quando apro la porta del bagno e subito la scorgo lì, placidamente sdraiata nella sua mollezza come una matrona romana dalle enormi forme di lattea carne». Vi sono anche racconti più introspettivi in cui narra, ad esempio, del suo attaccamento per la sala cinematografica, una dimensione fuori dal mondo dove può lasciarsi alle spalle il suo quotidiano – «Un’attrazione fatale, ipnotica per quelle immagini che scorreranno solo per me perché tutte le storie saranno dedicate solo a me, gli attori si muoveranno e reciteranno per me e tutto si svolgerà intorno a me perché in sala sono sola».

LEGGI ANCHE:  Imre Oravecz | Settembre 1972

E vi sono racconti in cui sicuramente ogni lettore potrà immedesimarsi: in fondo abbiamo tutti le nostre manie, che nascondiamo perché ci vergogniamo di non essere “normali”; grazie a Laura Malaterra, però, possiamo infine ridere teneramente di noi, e amarci un po’ di più.

Redazione

Autore: Redazione Leggere Libri

Condividi Questo Post Su

Invia un Commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *