Perduti amori | Monica Zaffaroni - RecensioniLibri.org Perduti amori | Monica Zaffaroni - RecensioniLibri.org

Perduti amori | Monica Zaffaroni

Perduti amori | Monica Zaffaroni«Non so forse fluttuare sarebbe naturale forse nuotare lo sarebbe ancora di più. Ma non so dirti cosa la mia mente divaga o se la tua la insegue. I pensieri corrono veloci, senza freni. Ma dove vanno? Verso il niente. Probabilmente verso il sogno di un grande amore, mai nato forse verso l’alba di una nuova era e ancora lontano verso un lembo di terra ancora vergine e incontaminato dove la mia anima può stendersi supina su un letto di rime mai espresse».

Questa è una delle intense poesie contenute nell’opera “Perduti amori” di Monica Zaffaroni. L’autrice, alla sua seconda raccolta poetica pubblicata con la casa editrice Caosfera dopo “I luoghi dell’anima” (2019), ci mostra i tanti volti dell’amore, un sentimento che può essere dolce o a volte amaro, che può donare la vita ma anche far avvicinare alla morte; sono liriche oneste, di chi non indora la pillola ma decide di descrivere la realtà nuda e cruda. Il poeta, a volte, si deve assumere l’onere di parlare di dolore e di perdita, di nostalgia e di rimpianto, e in generale di tutto ciò che si cela dietro a un apparente “bello”.

Monica Zaffaroni canta i lati in luce dell’amore ma si sente in dovere di raccontarci anche cosa nasconda la faccia in ombra della luna. E tra le liriche, quindi, vi sono anche quelle che parlano delle relazioni malate e delle loro conseguenze, purtroppo sotto gli occhi di tutti quasi ogni giorno, essendo onnipresenti nelle cronache dei giornali; in tal merito colpisce la poesia “Poemetto senza nome”: «Chi sei, quando nessuno ti vede? Chi sei, quando nessuno ti guarda? Amore mio, scopri il tuo volto mostrami la tua anima e non fuggire lento alle prime ore del mattino. Non so nulla di te non so nulla, oltre al tuo largo sorriso e alle tue forti braccia. Chi sei? Da dove vieni? Chi sei, dove vai? Non eloqui, rimani silente nell’assolato dì, si affollano dubbi e fantasie. Chi sei, dunque? Due mani intorno al collo mi stringono, ora lo so, sei la follia e la morte».

LEGGI ANCHE:  Intervista a Chiara Maria Bergamaschi, autrice di “Lo sguardo oltre”

L’autrice ci conduce quindi in un viaggio dolceamaro: nella sua raccolta poetica non sperimentiamo solo gli amori brucianti di passione, o quelli teneri e rassicuranti ma troviamo anche la volubilità di chi non sa provare sentimenti autentici, la vacuità delle relazioni puramente fisiche, i legami basati su bugie e assenze, e infine, purtroppo, anche gli amori tossici.

Redazione

Autore: Redazione Leggere Libri

Condividi Questo Post Su

Invia un Commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *