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L’amore ai tempi del colera | Gabriel Garcia Marquez

E fin quando crede che possiamo proseguire questo andirivieni del cazzo?” gli domandò.

Florentino Ariza aveva la risposta pronta da cinquantatré anni, sette mesi e undici giorni con le loro notti.

(Ma io non ve la dirò!)

Non è stato facile approcciare ad un “mostro sacro”, sia perché, Deo gratia, la produzione contemporanea è fittissima ultimamente, sia perché l’aspettativa è alta di fronte a certi “classici”, ma soprattutto forse perché servono una dedizione totale ed una predisposizione ad un linguaggio d’altri tempi, che seppur non così lontano dai nostri, appartiene comunque ad un altro mondo, è il caso di dirlo, ad un secolo fa.

Il “Gabo” mi perdonerà per l’uso semplicistico che farò delle sue parole, la mia intenzione più alta è puramente quella di incuriosire chi ancora non l’avesse letta, questa grande storia d’amore… e forse la reticenza stava anche in questo: non sono poi tutte grandi le storie d’amore, nel meritare tale appellativo? C’è bisogno del suggerimento di un amico per arrivare a leggerne ancora un’altra, e proprio questa? Si è già scritto tutto ciò che si poteva intorno all’amore?

Questa però non è “soltanto” una storia d’amore, bensì la dimostrazione che credere in un sentimento, crederci davvero, spendere una vita intera in onore di questo, e nel frattempo migliorarsi, porsi come obiettivo quello di esserci al momento giusto, a dispetto di tutto e di tutti, e sino ad allora vivere, sì, continuare a vivere nella consapevolezza che se il battito dei cuori è stato all’unisono un tempo, tale tornerà ad essere, è possibile.

si offuscò mentre lo salutava, e lui si offuscò di più per il suo offuscamento. La consapevolezza di comportarsi come fidanzati li offuscò ancora di più, e la consapevolezza che entrambi erano offuscati finì per offuscarli al punto che il capitano Samaritano se ne accorse con un brivido di compassione”.

Ciò che è accaduto a Florentino Ariza, l’uomo più testardo, tenace e caparbio che abbia mai conosciuto e che ha fatto del suo amore una missione, la più pura e autentica, facendosi da parte, aspettando, con pazienza, e intanto amando.

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Una storia nella storia, la capacità unica di raccontare un continente, e intorno il mondo intero, e di narrarne i progressi e le evoluzioni, attraverso gli occhi genuini ma mai ingenui di una ragazzina, Fermina Daza,  giovane sposa, ma già adulta e matura nel gestire la sua nuova vita, che si rende così degna del marito che si ritrova accanto, il blasonatissimo Dott. Juvenal Urbino, l’uomo più in vista della città, che dall’alto della sua posizione cadrà poi in maniera goffa, fornendo all’autore l’occasione di riavvicinare due ragazzini innamorati, e altrettanto invecchiati.

L’ironia, la franchezza e la sfrontatezza, da una parte, ma anche la dolcezza e insieme la crudeltà dall’altra, nel raccontare la realtà che ha attraversato un secolo di storia, così come Gabriel Garcia Marquez ha attraversato le vite dei suoi personaggi, sono la sorpresa più bella che queste pagine contengono.

Cosa avevi in quella penna, Gabo, quando hai scritto quest’opera meravigliosa? Chi eri tu? Quel ragazzino umile e impacciato, che ogni volta ricomincia da se stesso pur di non perdere, o l’altro, così pieno di sé, anche se a ragione… o eri forse lei? O una delle altre tante donne che hai scelto come compagne di viaggio per il tuo innamorato?

Ognuno dei personaggi di questo romanzo, tutti, diventano protagonisti nella mani dell’autore, perché non sono mai accennati, mai, ma sempre descritti appieno, a più riprese, tra una pagina e l’altra, in un flash back di parole, in un fiume che scorre, in quel fiume… Ed io sono piacevolmente invecchiata in queste pagine, per arrivare a scoprire la giovinezza nei cuori, anacronistica a dispetto dell’età, mi sono divertita, ho fumato con il braciere in bocca tutte le sere nascosta in bagno con Fermina Daza, ho avuto paura di morire, eppure ho trovato la conferma che  la morte è parte della vita, ma soprattutto mi sono innamorata della fatica che serve per vivere un amore, perché anche se fa male e non va sempre nella direzione in cui vorresti, come una camelia restituita, beh, se è amore vero, se è quello che ti ha tolto il respiro una volta, lo senti, lo sai, e non puoi far altro che onorarlo, offrendogli in dono “Tutta la vita”.

Autore: Roberta Liberto

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2 Commenti

  1. Sono ammirata da questa recensione così sensibile, profonda, realistica e capace di rendere chiaro il pensiero dell’autore nel raccontare la vita di Florentino e del suo amore.

  2. grazie Annalisa, i tuoi complimenti mi rendono molto felice, non era un compito semplice, e leggere le tue parole, beh, gioia pura!
    Grazie ancora e buona lettura, sempre 🙏

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