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Intervista a Stefano Baldazzi, autore de “Una cartolina dalla luna”

Una cartolina dalla luna

Stefano Baldazzi è nato a Rimini città dalla quale non si è mai allontanato nonostante i 35 anni da direttore vendite nell’industria. Nel 2011 inizia a frequentare laboratori di scrittura creativa. Pubblicazioni: 2014 La Rosina del ponte, raccolta di poesie e racconti. Nel 2016 Il destino del salmone, romanzo noir come Una cartolina dalla Luna del 2018. Collabora col magazine Geronimo La lampada.

Parliamo subito del tuo ultimo libro. Raccontaci brevemente la trama e in quale genere si colloca.

E’ la storia di un uomo che non riesce a superare il dolore per la perdita della sua donna. Ci proverà attraverso la ricerca di una persona apparentemente scomparsa. Unico indizio una cartolina che contiene una frase apparentemente minacciosa. Franco, il protagonista, cercherà altre piste, ma contemporaneamente ripercorrerà i viaggi che faceva con Luciana, la sua compagna che non c’e’ più.

Parlaci di te e del tuo amore per la scrittura: come nasce?

Ho iniziato nel 2011 dopo una vita lavorativa nella quale mi sono occupato di mercato food. La scrittura mi aveva attratto da giovane ed è stato naturale riavvicinarmi. Ho pubblicato una raccolta di racconti e poesie dal titoli “La Rosina del ponte”, poi la casa editrice WLM di Bergamo ha pubblicato i miei due noir: Il destino del salmone e Una cartolina dalla luna.

Quanto tempo hai impiegato a scrivere questo libro? Descrivi un po’ l’atmosfera e l’ambiente, lascia che i lettori possano immaginarti mentre sei intento a scrivere.

Scrivo ogni mattina chiuso nel mio studio. La tastiera del Mac è di fronte a una finestra che si affaccia su un parco. Un romanzo mi prende circa tre mesi per scriverlo, ma almeno il doppio per la revisione.

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Sappiamo che hai uno stile tuo, ma stando al gioco, a quale autore del presente o del passato ti senti (o aspiri) di somigliare e in quali aspetti? Fai un gioco analogo per il tuo libro.

Non ho uno scrittore preferito, le mie letture vanno da Fenoglio a Faletti, ma anche in direzioni ben differenti, amo le descrizioni di Flannery O’Connor, la pulizia di Kafka, la fantasia di Bulgakov. Dicono che la mia scrittura sia pulita e capace di portare il lettore a immedesimarsi nel protagonista.

Se dovessi consigliare una colonna sonora da scegliere come sottofondo durante la lettura del tuo libro, cosa sceglieresti?

Non riesco a leggere o scrivere mentre ascolto musica, non posso quindi suggerire nulla. Comunque per non sbagliare…Mozart va sempre bene.

Un’ultima domanda per salutarci. Rivolgiti ai nostri 300.000 mila lettori, con un tweet in 140 caratteri.

Leggere permette di vivere molte vite. Spero che prima o poi attraverserete quelle dei miei personaggi.

Autore: redazione

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