Intervista a Salvo Micciché, autore de "Scicli. Storia, cultura e religione (secc. v-xvi)" - RecensioniLibri.org Intervista a Salvo Micciché, autore de "Scicli. Storia, cultura e religione (secc. v-xvi)" - RecensioniLibri.org

Intervista a Salvo Micciché, autore de “Scicli. Storia, cultura e religione (secc. v-xvi)”

Scicli

Salvo Micciché, saggista, direttore editoriale della rivista “Ondaiblea, rivista del Sudest”, consulente informatico, si dedica a studi medievistici e di filologia (classica e semitistica). Sposato, vive a Ragusa. Collabora con vari organi di stampa e ha scritto “Onomastica di Scicli”, “Argu lu cani”, “Zaghiri e parmi, omaggio al siciliano”, “Scicli: onomastica e toponomastica” e “Scicli. Storia, cultura e religione (secc. v-xvi)”. 

Parliamo subito del tuo ultimo libro, Scicli. Storia, cultura e religione (secc. v-xvi). Raccontaci brevemente la trama e in quale genere si colloca.

Il volume nasce dall’esigenza di riordinare la storiografia di Scicli, in particolare per il periodo medievale (mentre molto si è scritto sull’archeologia e la storia moderna della città, poco ancora si sa sui secoli dal tardo antico al basso medioevo). Gli autori hanno catalogato, vagliato e riordinato le fonti al fine di creare un’utile guida per lo studioso e il lettore.

Parlaci di te e del tuo amore per la scrittura: come nasce?

Ho cominciato a scrivere libri nel 1991 (Onomastica di Scicli, a 27 anni), poi ho continuato con altri saggi e con l’attività editoriale. Di recente ho scritto tre libri su poesia e lingua siciliana (2016), la riedizione del libro del ’91 (Scicli: onomastica e toponomastica, 2017) e nel 2018 ho pubblicato Scicli con Carocci. Mi occupo di filologia, studi medievistici e storia locale…

Quanto tempo hai impiegato a scrivere questo libro? Descrivi un po’ l’atmosfera e l’ambiente, lascia che i lettori possano immaginarti mentre sei intento a scrivere.

Gli studi storici richiedono tempo. Il libro che ho scritto con Stefania Fornaro ha richiesto due anni di lavoro più ricerche bibliografiche e archivistiche, condotte da me e da lei (archeologa). Tuttora siamo impegnati a rivedere tutto in vista di una seconda edizione quando sarà il momento… Con un altro autore che ha pubblicato un contributo nel libro sto scrivendo un altro volume per Carocci.

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Sappiamo che hai uno stile tuo, ma stando al gioco, a quale autore del presente o del passato ti senti (o aspiri) di somigliare e in quali aspetti? Fai un gioco analogo per il tuo libro.

Ogni autore è unico al mondo, ma ovviamente i miei miti li ho, e per gioco li dico qui: Jaques Le Goff, Alessandro Barbero sono due a cui mi ispiro spesso. Non ho molte pretese. Nel passato sceglierei un filologo: Lorenzo Valla.

Se dovessi consigliare una colonna sonora da scegliere come sottofondo durante la lettura del tuo libro, cosa sceglieresti?

Non la conosce nessuno che non sia stato a Scicli, ma è in tema: la marcia detta “del Gioia”, suonata anche quando Luca Zingaretti – Montalbano ha ballato per i fans davanti al municipio della città (“Commissariato di Vigata”)…

Un’ultima domanda per salutarci. Rivolgiti ai nostri 300.000 mila lettori, con un tweet in 140 caratteri.

Se non ripercorriamo la nostra storia non capiremo mai il presente. Lo so che 404 sono tante, però leggete il libro per capire Scicli che non è solo “Montalbano e barocco”.

Autore: redazione

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