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Intervista a Giacomo Fratini autore de “Il diario della verità perduta”

Fratini

Giacomo Fratini è nato a Jesi nel 1995, dagli 11 anni partecipa e risulta tra i finalisti in diversi concorsi letterari. Ottenuto il diploma scientifico comincia a scrivere come articolista per vari portali web e sul suo sito personale. Nel 2017 si laurea in Economia e Commercio e attualmente è laureando alla specialistica di Economia e Management. Il diario della verità perduta è il suo romanzo di esordio.

Parliamo subito del tuo ultimo libro. Raccontaci brevemente la trama e in quale genere si colloca.

Un romanzo storico di genere mistery con sfumature noir. Tra le ombre della Francia di fine Ottocento, l’abate di un isolato paesino della Provenza, in cui la superstizione dilaga, comincia la stesura di un diario. Di pagina in pagina lo scritto sarà testimone di avvenimenti inquietanti e della ricerca di una conoscenza perduta che potrebbe stravolgere il passato e il futuro dell’umanità.

Parlaci di te e del tuo amore per la scrittura: come nasce?

Fin da bambino sviluppai uno spiccato interesse per la poesia, mettendomi in gioco con miei componimenti. Della narrativa mi innamorai più tardi, dal secondo anno di liceo, quando lessi “Il nome della rosa”. Da quel momento la passione per la lettura e l’interesse che nutrivo per il mistero si fusero assieme trovando compimento nella scrittura del mio primo libro.

Quanto tempo hai impiegato a scrivere questo libro? Descrivi un po’ l’atmosfera e l’ambiente, lascia che i lettori possano immaginarti mentre sei intento a scrivere.

Per la stesura ho impiegato circa due anni. Date le atmosfere spesso intrise di cupo mistero che ho descritto, ero solito scrivere la sera con solo una lampada e il computer accesi, per immergermi il più possibile nella storia. Man mano che procedevo sentivo quelle pagine assumere sempre di più una loro identità, un semplice file di word si stava trasformando in un diario scritto nell’800.

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Sappiamo che hai uno stile tuo, ma stando al gioco, a quale autore del presente o del passato ti senti (o aspiri) di somigliare e in quali aspetti? Fai un gioco analogo per il tuo libro.

Il mio è uno stile intriso di eclettismo. Tento di rifarmi a diversi grandi nomi della letteratura mondiale. Mi ispiro ad Eco per la ricercatezza del linguaggio, a Stoker per l’abilità descrittiva e alla profondità di Marquez nella caratterizzazione dei personaggi.

Se dovessi consigliare una colonna sonora da scegliere come sottofondo durante la lettura del tuo libro, cosa sceglieresti?

Certamente una serie di musiche e suoni carichi di suspense. Per alcune scene però ritengo particolarmente adatti dei canti gregoriani come sottofondo ad un clima oscuro ed enigmatico.

Un’ultima domanda per salutarci. Rivolgiti ai nostri 300.000 mila lettori, con un tweet in 140 caratteri.

Spero che chi comincerà a leggere il mio libro trovi valide motivazioni per arrivare alla fine e una volta finito che ricordi dentro di sé qualche aspetto segnante della storia. Un saluto e un ringraziamento a tutta la community.

Autore: redazione

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