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Intervista ad Armando Grassitelli, autore de “Come le storie che cominciano”

Come le storie che cominciano

Armando Grassitelli, napoletano (classe 1973), avvocato, si occupa di Amministrazioni Condominiali; fondatore dell’Associazione “Guapanapoli”, selettore di servizio Civile. Sposato con Marta, ha due figlie, Giorgia e Silvia. Nel 2016 ha pubblicato “La forma imperfetta”, nel 2017 “Dagli undici metri”, nel 2018 la favola “La bambina dai capelli neri neri” (LFA pUblisher). In questa intervista ci parla del suo Come le storie che cominciano

Parliamo subito del tuo ultimo libro. Raccontaci brevemente la trama e in quale genere si colloca.

Cosa accade quando due coppie napoletane scoprono nello stesso istante di aspettare il loro primo figlio? è il punto di partenza della storia, che si muove attraverso capitoli nei quali l’io narrante cambia di volta in volta, di modo da offrire uno spaccato il più possibile “parallelo” del modo col quale i quattro protagonisti – e altri amici di contorno – vivono l’avventura dei nove mesi.

Parlaci di te e del tuo amore per la scrittura: come nasce?

Come tante persone della mia generazione ho scritto per anni un diario, senza affidarlo ai social. Con la vita “adulta” la passione si era sopita, ma è tornata prepotente alla ribalta dopo i 40 anni. Non a caso, spinto anche da recensioni e apprezzamenti – che sono un motore potente, inutile negarlo – sono arrivato a scrivere tre libri e un racconto medio in tre anni.

Quanto tempo hai impiegato a scrivere questo libro? Descrivi un po’ l’atmosfera e l’ambiente, lascia che i lettori possano immaginarti mentre sei intento a scrivere.

Si tratta di un libro “anomalo”: a scriverlo siamo stati in due, io e l’amico scrittore Christian Capriello. La stesura è stata lunga, 2 anni, per la diversa modalità di esecuzione. Io scrivo a mano, in una maniera più “secca” e sincopata; solo dopo avere completato metà libro sono passato al computer. Christian è più articolato, più veloce e usa il computer, quindi i tempi li ho dettati giocoforza io.

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Sappiamo che hai uno stile tuo, ma stando al gioco, a quale autore del presente o del passato ti senti (o aspiri) di somigliare e in quali aspetti? Fai un gioco analogo per il tuo libro.

Caspita, sembra facile. Diciamo che nel mio primo libro, La forma imperfetta, ho citato (e forse saccheggiato inconsapevolmente) Mordecai Richler e la sua “Versione di Barney”. Andando più a ritroso, se riuscissi ad avere un decimo della penna di P.G. Wodehouse sarei già felice così. 

Se dovessi consigliare una colonna sonora da scegliere come sottofondo durante la lettura del tuo libro, cosa sceglieresti?

Questa è facile! il libro prende il titolo da un verso di Semplice, canzone famosissima (e datata) di Gianni Togni, che è la passione segreta della piccola protagonista Martina; ma nel libro altre passioni musicali dei protagonisti sono esplicitate: c’è il musical Notre Dame de Paris, c’è Battiato, La Notte di Arisa, e altri ancora. Un libro intriso di riferimenti pop, insomma.

Un’ultima domanda per salutarci. Rivolgiti ai nostri 300.000 mila lettori, con un tweet in 140 caratteri.

Leggete, scrivete, raccontate quello che vi piace. La cultura è conoscenza, come dico alle mie figlie sempre, un bimbo che legge sarà un adulto migliore. Soprattutto, la parola è medicina.

Autore: redazione

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