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Intervista a Kenji Albani, autore de “Il serpente che si morde la coda”

Il serpente che si morde la coda

Kenji Albani (il nome è giapponese, lui è italiano), ha pubblicato una ventina di racconti fra riviste e web, oltre che una quindicina di articoli di vario interesse, sempre fra riviste e web. Frequenta la facoltà di Scienze della comunicazione all’Università degli Studi dell’Insubria e fra poco si diplomerà come sceneggiatore di fumetti alla Scuola del Fumetto di Milano.

Parliamo subito del tuo ultimo libro. Raccontaci brevemente la trama e in quale genere si colloca.

Un pianeta popolato da dinosauri, un plotone di forze speciali con la missione di soccorrere degli scienziati e un nemico misterioso che li attacca.

Parlaci di te e del tuo amore per la scrittura: come nasce?

Scrivo dal 21 agosto 2001. Mah, scrivo perché mi piace inventare storie. In fondo mi diverte e per questo vorrei che diventi una professione.

Quanto tempo hai impiegato a scrivere questo libro? Descrivi un po’ l’atmosfera e l’ambiente, lascia che i lettori possano immaginarti mentre sei intento a scrivere.

Ci ho messo cinque giorni, sul finire di questa primavera. Stavo preparando un esame all’università, ero molto impegnato. Ma ho trovato lo stesso il tempo per scrivere quest’avventura.

Sappiamo che hai uno stile tuo, ma stando al gioco, a quale autore del presente o del passato ti senti (o aspiri) di somigliare e in quali aspetti? Fai un gioco analogo per il tuo libro.

Mi ispiro molto ad Alan D. Altieri, scrittore di Segretissimo. Il suo tipo di scrittura è asciutto, sembra una sceneggiatura cinematografica (infatti lui scriveva film). I temi sono molto crudi.

Se dovessi consigliare una colonna sonora da scegliere come sottofondo durante la lettura del tuo libro, cosa sceglieresti?

La mia musica preferita è l’house, ma sapendo che ai soldatacci piace il metal, suggerirei il Nu Metal o l’Alternative Metal. Così c’è l’incontro fra il Metallo e le nuove sonorità della musica elettronica.

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Un’ultima domanda per salutarci. Rivolgiti ai nostri 300.000 mila lettori, con un tweet in 140 caratteri.

Ciao! Mi piace scrivere, mi diverte e ci metto tutto l’impegno possibile. Spero di essere conosciuto con questa pubblicazione.

Autore: redazione

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