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La Venere Spezia | Giorgio Peruzio

La trama

Un romanzo originale, ottimista, lieve. Di genere giallo poliziesco, definibile “anomalo”, in quanto contiene un messaggio sociale e culturale che potrebbe inserirlo tra i romanzi sociologici. Tutto questo è La Venere Spezia, e molto di più. La Venere Spezia

Il suo autore Giorgio Peruzio afferma che questo romanzo potrà piacere a chi non si adatta a stare nel solco di una vita segnata dall’esasperato agonismo, dall’esagerata competizione, dalla continua rincorsa di cose e situazioni e dall’accumulazione. Dunque, è l’opera ideale per quei lettori che amano riflettere, interrogarsi, assaporare le emozioni.

La Venere Spezia è un romanzo per le donne eleganti, sportive e orgogliose di essere donne; per chi sa che la fantasia è un’arma utilissima per cambiare la realtà; per chi non si rassegna alla deriva dell’antagonismo sempre più violento e irragionevole che, ben oltre i campi di calcio, investe tutta la società. La storia narrata offre, all’interno di una trama gialla e nell’esposizione di una società governata dal business, una visione alternativa del mondo, nonostante tutto.

Per alcuni aspetti, il romanzo di Peruzio pare riecheggiare una letteratura romantica, che regala spazio e la giusta importanza ai sentimenti, alle emozioni, all’amore.

La grazia e la bellezza traghettate nell’ambito del calcio femminile sono solo due degli elementi alla base di un romanzo ricco di sfaccettature, un poliziesco che chiama in causa l’audacia della sfida alle convenzioni e la lotta al crimine organizzato, che scende a contrastare il progetto de La Venere Spezia Calcio.

Squadra femminile di pallone, la formazione è composta da ragazze brillanti e talentuose, ciascuna con una storia e una personalità originali. Alle loro spalle, Lorenzo Carlo D’Elni, il Presidente, e tutta una schiera di collaboratori impegnati, ciascuno a proprio modo, a far decollare un progetto dalle molteplici funzioni: prima tra esse, valorizzare senza retorica la diversità.

Così, la Venere si sgancia dall’essere solo una squadra di calcio, ma abbraccia anche altri contesti: il potenziamento di emittenti televisive locali e la promozione di cultura in genere, tenendo fede al criterio di una mai abbandonata eleganza.

A complicare il quadro, rapimenti, aggressioni, riciclaggio di denaro e altre ambiguità, a opera di mafie e clan camorristici che allungano i loro tentacoli a danneggiare persino alcune tra le giocatrici…

Al centro della storia narrata da La Venere Spezia troviamo la sfida per portare al successo un modello di calcio femminile giocato esaltando le doti di genere, che non possono assolutamente voler imitare a tutti i costi l’interpretazione maschile di tale sport. Questa sfida dovrà fare i conti non solo con le avversarie nella competizione sul campo, ma anche con l’attacco della camorra: da qui scaturisce una seconda tematica molto presente nel romanzo, ossia la lotta contro una banda malavitosa. Altri temi portanti sono rappresentati dalla dimensione sentimentale delle relazioni tra i protagonisti e dalla poesia dei luoghi in cui si snodano le vicende raccontate, ovvero La Spezia, Pisa e Portovenere.

La Venere Spezia (il nome unisce il simbolo alla città ove ha sede) ha conquistato la vetta della classifica e vince danzando.

Il suo gioco è lontano e diverso dal calcio muscolare che si è affermato negli ultimi anni anche in campo femminile. È un gioco arioso, armonico, fatto di passaggi al volo, di acrobazie, di geometrie veloci e smarcamenti improvvisi. È il calcio dell’agilità e della precisione contro quello del pressing e del confronto fisico. A interpretarlo sono ragazze giovani e leggiadre, che giocano con allegria e incarnano uno stile che va oltre il terreno agonistico.

Nell’area “Giorgio narra” del sito internet dell’autore (www.giorgioperuzionarra.it) è disponibile un breve racconto inedito che collega il libro alla vita e alle indagini del commissario Gabuzzi. – Il commissario Gabuzzi e Armonia, protagonista dell’opera oggetto della nostra presentazione.

Il sito in questione “nasce per esprimere la mia voglia di narrare. Le mie storie sono esperienza, sensazioni, emozioni. Parlano di luoghi, persone, studi e arte – ci spiega l’autore – non tutto confluisce nei romanzi che scrivo. Il sito allarga il campo sui miei interessi, sulle mie proposte, su quello che vorrei condividere con gli amici e chi si sente in sintonia con i temi che vi raccolgo”.

Proprio in virtù di questa voglia di raccontare e raccontarsi, il sito è stato strutturato secondo una ricca articolazione tematica, che rispecchia anche l’opera La Venere Spezia. Trovano spazio Viareggio, Torino, Firenze, la sopracitata area Giorgio narra, Le mie letture, Musica senza tempo, Ricerca sociale e Nuovo Rinascimento. Un viaggio attraverso le passioni, gli interessi, le attività e la vita di Giorgio Peruzio.

L’autore

Giorgio Peruzio nasce a Torino nel 1954. Laureato in scienze politiche, ha svolto attività di funzionario e dirigente INPS per oltre 40 anni. Per alcuni anni ha ricoperto l’incarico di docenza universitaria a Torino, dove ha vissuto sino al 2016, per poi, raggiunta la pensione, trasferirsi a Viareggio con la moglie, dal 2017. Tra i suoi interessi spiccano le scienze sociali, la storia, la letteratura, in giovinezza fantascientifica e poi gialla. La sua vocazione per la scrittura, confinata ad ambiti saggistici durante il periodo di lavoro, torna a esprimersi dopo il pensionamento, culminando in questo primo romanzo che vede impegnato il commissario Gabuzzi, al quale la fantasia dell’autore affiderà altre indagini, precedenti e seguenti quella che lo porta a La Spezia.

Giorgio Peruzio

Cominciai a scrivere ch’ero ancora un ragazzo. Avevo una sfrenata fantasia, mi piaceva immaginare mondi e situazioni. Leggevo molto e questo mi stimolava a migliorare il mio modo di esprimermi. Il mio primo romanzetto lo scrissi a 10 anni, dedicato a un satellite misterioso e prima sconosciuto di Marte. Proseguii con il genere fantascientifico, con sconfinamenti nel fantasy, fino agli anni della giovinezza. Poi gli impegni di lavoro mi assorbirono e continuai a scrivere in forma di saggio o di documenti professionali. Approdato alla pensione, ritrovai lo spazio e la misura per tornare alla narrativa. Nel frattempo, le mie letture distensive si convertirono al giallo. Così iniziai, a mia volta, a cimentarmi con il genere” ci racconta l’autore de La Venere Spezia, facendo riferimento alla nascita del suo grande amore per la scrittura.

Ma come è nato il romanzo in questione? A rivelarcelo ci pensa lo stesso Peruzio: “Mi venne un’ispirazione: narrare di una squadra di calcio femminile per farne una metafora di un mondo possibile, nel quale la centralità dell’essere riuscisse a ribaltare le logiche mercatistiche che spingono ad avere, bruciare cose ed emozioni, correre, vivere solo in superficie. La inserii dentro una trama gialla, affidai le indagini al mio Commissario ed ecco lo slancio per un romanzo complesso, collocato sullo sfondo delle meraviglie ambientali delle coste tirreniche”.

Un romanzo, La Venere Spezia, dedicato “A quelli che hanno la sensibilità di sognare un mondo nel quale la bellezza vince sulla forza”, dedica che sintetizza al meglio quel che l’autore intende comunicare con la sua scrittura. Allo stesso modo, il titolo dell’opera in esame rende il senso dell’intera creazione, dal momento che Venere è il simbolo della bellezza, da collegare al progetto che Lorenzo Carlo D’Elni ha intenzione di lanciare, e La Spezia è la città della squadra che rileva e a cui cambierà il nome.

QUI la nostra intervista all’autore.

Lo stile

Volevo scrivere una storia del tutto immaginaria, ma sapevo che la mia esperienza di vita vi avrebbe inserito qualche richiamo a emozioni e momenti che ne derivano. La nascita di un amore che cambia la vita e lo spirito è tra queste. Farlo sbocciare in un viaggio alla scoperta dell’incanto del golfo dei poeti ricorda che così accadde a mia moglie e a me” – ci dice Giorgio Peruzio, nel voler raccontare le origini del suo La Venere Spezia, un romanzo che risulta essere il primo, in Italia, a narrare del calcio femminile – durante un periodo di convalescenza dopo una malattia, vidi alla TV un incontro di calcio tra due celebrate squadre di calcio maschile. Ne fui nauseato perché le compagini miravano più a distruggere il gioco avversario che a costruire il proprio. Tutto l’incontro si risolse in pressing, calci piazzati, esasperata fisicità. Il contrario dell’espressione del talento. Avevo letto che i campioni della mia gioventù (i Rivera, i Mazzola, i Corso) non avrebbero trovato alcuno sbocco nel calcio di oggi. Per reazione, mi chiesi se si poteva interpretare il calcio come un’arte, come uno spettacolo di armonia collettiva. Così pensai che solo le donne potevano restituire le piacevolezze del tocco al volo, dell’agilità, della fantasia. Nacque l’idea per far decollare la storia. Scelsi dove collocarla (i luoghi stupendi che videro sbocciare l’amore della mia vita), posi l’antinomia tra bellezza e forza, facendo di Venere il simbolo della prima, immaginai che tra gli ostacoli all’affermazione del progetto di rinnovamento doveva esserci la malavita, che contamina anche le attività legali. Il resto venne da sé. I personaggi sono tutti funzionali e coerenti con quelle linee ispiratrici.”

Lo stile dell’autore rispecchia il suo vivere e il suo modo di essere denotati dalla profondità ma, al tempo stesso, dalla levità. Tant’è che Peruzio scrive con profondità nei temi, e con levità nello stile. Per la coniugazione di queste due caratteristiche gli piacerebbe somigliare a Ursula Le Guin. Mentre, per la capacità narrativa e di pathos ammira molto Barbara Baraldi, ma non sarebbe in grado di riproporre il medesimo modello stilistico in quanto le sue opere hanno un’atmosfera assai più serena e vene di ottimismo che appaiono lontane da quelle che questa autrice propone nei suoi romanzi.

Autore: redazione

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