Intervista a Giuseppe Viscardi, autore de "...Ti regalo una città" Intervista a Giuseppe Viscardi, autore de "...Ti regalo una città"

Intervista a Giuseppe Viscardi, autore de “…Ti regalo una città”

Viscardi

Giuseppe Viscardi è genovese, è laureato in legge, è sposato e ha tre figli. Giornalista pubblicista, lavora in un mondo di relazioni per un gruppo bancario internazionale e nella conduzione di programmi radiofonici. Dopo “Il casello nascosto tra gli alberi” (2009) e “Troppo tardi” (2013), “…Ti regalo una città” è il suo terzo romanzo.

Parliamo subito del tuo ultimo libro. Raccontaci brevemente la trama e in quale genere si colloca.

E’ un romanzo (il mio terzo), ambientato – come i precedenti – nell’Italia di oggi, e in particolare nel Ponente Ligure. Lo definirei la storia speciale di persone normali, che si trovano per una serie di circostanze casuali a fronteggiare i poteri locali dopo che gli organi comunali sono stati sciolti per infiltrazioni criminali. Sullo sfondo le vicende umane e sentimentali di tanti protagonisti.

Parlaci di te e del tuo amore per la scrittura: come nasce?

In realtà dovrei parlare di amore per la lingua italiana, parlata e scritta. Fin da piccolissimo, con un microfono in mano o una matita, ho creato storie diventando pericolosissimo per parenti, amici, e tutti coloro che avevano la sfortuna di trovarsi a portata di… radio, o di palco, o di libro. Ho scritto racconti, commedie, canzoni; ma devo dire che il romanzo è il mio terreno preferito.

Quanto tempo hai impiegato a scrivere questo libro? Descrivi un po’ l’atmosfera e l’ambiente, lascia che i lettori possano immaginarti mentre sei intento a scrivere.

Sono arrivato al terzo romanzo, e – sebbene abbia provato ad accelerare i miei tempi – non c’è niente da fare: ci metto quattro anni. “Vedo” la storia fin dall’inizio, e quando attacco a scrivere (per lo più nei viaggi casa/lavoro/casa) non mi fermo più. Quindi, se incontrate sul treno o sull’autobus un tipo apparentemente distinto chino sul suo tablet, concentrato, beh, sono io.

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Sappiamo che hai uno stile tuo, ma stando al gioco, a quale autore del presente o del passato ti senti (o aspiri) di somigliare e in quali aspetti? Fai un gioco analogo per il tuo libro.

Io sono di studi classici, e ne sono fiero. Per me “romanzo” vuole anzitutto dire “I promessi sposi”. Ma non ho un vero e proprio modello. Mi piace scrivere nel modo e con lo stile che mi piacerebbe trovare leggendo. Un autore contemporaneo a cui mi sento di assomigliare un po’ nello stile è Beppe Severgnini. Quello a cui vorrei assomigliare, invece, è Giovannino Guareschi. Un genio.

Se dovessi consigliare una colonna sonora da scegliere come sottofondo durante la lettura del tuo libro, cosa sceglieresti?

Questa è una bella domanda! Nel mio secondo romanzo, che si intitola “Troppo tardi” e il cui protagonista è un musicista, suggerisco in cima a molti capitoli uno o più brani di ogni epoca come accompagnamento alla lettura. Questa volta non ho ripetuto il gioco, ma se potessi indicherei Rino Gaetano, perché non aveva l’ambizione di fare cultura con le sue canzoni ma di parlare ai cuori più semplici.

Un’ultima domanda per salutarci. Rivolgiti ai nostri 300.000 mila lettori, con un tweet in 140 caratteri.

Buongiorno amici! “…Vi regalo una città”, e vi garantisco che detto da un ligure deve valerne davvero la pena! Vi aspetto, sarà un piacere parlarne insieme!

Autore: Redazione

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