Intervista a Sergio Boem, autore de "Tra le pieghe di una vita" Intervista a Sergio Boem, autore de "Tra le pieghe di una vita"

Intervista a Sergio Boem, autore de “Tra le pieghe di una vita”

Tra le pieghe di una vita

Sergio Boem, classe ’64, padre, alpinista e alpino, è un appassionato ricercatore di vicende che sono la base del nostro presente e possono essere spinta per il nostro futuro. In questa intervista ci parla del suo Tra le pieghe di una vita

Parliamo subito del tuo ultimo libro. Raccontaci brevemente la trama e in quale genere si colloca.

Il libro narra le vicende di alcuni dei nostri nonni, uomini già anziani in quell’epoca e richiamati alla guerra in un reparto alpino. Rombon, Monte Grappa, Passo del Tonale, furono alcuni dei fronti che li videro affrontare prove incredibili, da cui pochi tornarono.

Parlaci di te e del tuo amore per la scrittura: come nasce?

Mio nonno non aveva mai voluto raccontare nulla delle sue vicende in quella terribile guerra. Ho cominciato ricercando e inseguendo, alcune tracce per ricostruirne il cammino. Quella che doveva essere una storia famigliare è diventata la scoperta della vita dimenticata di quegli uomini e di un reparto dimenticato.

Quanto tempo hai impiegato a scrivere questo libro? Descrivi un po’ l’atmosfera e l’ambiente, lascia che i lettori possano immaginarti mentre sei intento a scrivere.

La ricerca è iniziata in polverosi archivi di cui nulla sapevo, anagrafi comunali e musei ma anche molte biblioteche con antichi testi e memoriali. L’emozione più forte però, è stata ripercorrere i passi di quegli uomini sulle montagne scoscese, esplorare le caverne che avevano scavato e inciampare sulle memorie dolorose che ovunque hanno lasciato.

Sappiamo che hai uno stile tuo, ma stando al gioco, a quale autore del presente o del passato ti senti (o aspiri) di somigliare e in quali aspetti? Fai un gioco analogo per il tuo libro.

È una ricerca, passo dopo passo ho trovato e cucito notizie, piccoli brani e testimonianze, respirando l’aria di quelle cime e dormendo dove loro hanno trascorso notti colme di freddo, sofferenza e paura. Difficile trovare qualcosa di simile, il libro è così nato da sè.

LEGGI ANCHE:  Intervista a Filippo Tofani, autore di “Da qualche parte in Toscana”

Se dovessi consigliare una colonna sonora da scegliere come sottofondo durante la lettura del tuo libro, cosa sceglieresti?

Bella domanda, penserei a qualche sofferta melodia alpina ma forse della musica classica, ornerebbe meglio il tutto.

Un’ultima domanda per salutarci. Rivolgiti ai nostri 300.000 mila lettori, con un tweet in 140 caratteri.

Tirate fuori quelle antiche foto, decorazioni e le piccole memorie che sono sparse nelle nostre case, inseguite le tracce della loro origine. Troverete la storia della vostra famiglia e le radici stesse del vostro essere.

Autore: Redazione

Condividi Questo Post Su