Intervista a Giulia Di Placido, autrice de "Antenne" Intervista a Giulia Di Placido, autrice de "Antenne"

Intervista a Giulia Di Placido, autrice de “Antenne”

Giulia Di Placido, nata a Chieti nel 1986, ha vissuto a Iseo e risiede a Monticelli Brusati (BS). Scrittrice e copywriter, è laureata in lingue straniere.

Parliamo subito del tuo ultimo libro, Antenne. Raccontaci brevemente la trama e in quale genere si colloca.

È un romanzo che racconta l’avventura di due piccoli amici, Edoardo e Tommaso, scappati dal loro tranquillo paese abruzzese per raggiungere Roma. Qui cercano una donna che, nel loro immaginario di bambini, credono possa far guarire il nonno di uno dei due. È il 1978, l’anno di Pertini presidente. Roma è un enorme formicaio popolato da milioni di formiche, alcune gentili, altre spietate.

Parlaci di te e del tuo amore per la scrittura: come nasce?

Quando avevo due anni gironzolavo per casa con la mia borsetta rosa e all’interno un libricino di ricette. Chiunque varcasse la soglia di casa era costretto ad ascoltare le storie che inventavo guardando le immagini. Raccontare e scrivere per vedere le reazioni sui volti delle persone in ascolto. Scrivere è parte integrante della mia giornata. Non potrei vivere senza i miei personaggi.

Quanto tempo hai impiegato a scrivere questo libro? Descrivi un po’ l’atmosfera e l’ambiente, lascia che i lettori possano immaginarti mentre sei intento a scrivere.

L’ispirazione viene quasi sempre mentre guido. Sarà per questo, forse, che nelle mie storie vivono il viaggio, la ricerca e la scoperta. Dopo un’avventura, un viaggio o una semplice passeggiata si torna a casa diversi. Con le tasche piene di lacrime o piene di gioia e di oggetti magici. Dipende. Chi può saperlo se non il viaggiatore al suo rientro?

Sappiamo che hai uno stile tuo, ma stando al gioco, a quale autore del presente o del passato ti senti (o aspiri) di somigliare e in quali aspetti? Fai un gioco analogo per il tuo libro.

Uno dei miei autori preferiti è senza dubbio Boris Vian. Amo le atmosfere che riesce a creare con le parole e mi entusiasma come personaggio: non solo scrittore, ma anche cantante e strumentista. Quando il talento è così forte non basta una sola forma d’arte per contenerlo. Aspiro a lui, leggo Bukowski e John Fante col cuore che batte. Vorrei scrivere come loro.

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Se dovessi consigliare una colonna sonora da scegliere come sottofondo durante la lettura del tuo libro, cosa sceglieresti?

Sicuramente la musica rock del 1978, anno in cui è ambientato il romanzo.

Un’ultima domanda per salutarci. Rivolgiti ai nostri 300.000 mila lettori, con un tweet in 140 caratteri.

Se anche voi come me amate i buffet, “Antenne” vi terrà compagnia con tutte le sue sfumature di gusto. Tanti personaggi diversi per dare al palato retrogusti sempre nuovi. Un buffet di personaggi dal gusto a volte dolce, altre amaro.

Autore: Redazione

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