Intervista a Marisa Orlandini, autrice de "Una donna con gli occhi bianchi" Intervista a Marisa Orlandini, autrice de "Una donna con gli occhi bianchi"

Intervista a Marisa Orlandini, autrice de “Una donna con gli occhi bianchi”

Marisa Orlandini, classe ’50, nasce a Torino. Pensionata, si è trasferita a Pescara. Era impiegata, poi ha lavorato in posti diversi: Hammam, agenzie ippiche, Comune, musei. E’ stata in India per via terra ed ha svolto due anni di volontariato in Sierra Leone. In questa intervista ci parla del suo Una donna con gli occhi bianchi.

Parliamo subito del tuo ultimo libro. Raccontaci brevemente la trama e in quale genere si colloca.

È una biografia, della ricerca di me stessa, attraverso viaggi, esperienze dolorose, anche pericolose. Un viaggio dentro di me, partendo da una fuga da un marito che mi stava riducendo completamente dipendente da lui, un ennesimo amore sbagliato, uno dietro l’altro,la disperazione ed il coraggio di ricominciare daccapo un’altra volta!

Parlaci di te e del tuo amore per la scrittura: come nasce?

Ero già brava a scuola, in terza media la prof mi ha fatto leggere il tema su Napoli, che non avevo mai visto, davanti a tutta la classe, comunque brava nei temi, molto immaginazione.

Quanto tempo hai impiegato a scrivere questo libro? Descrivi un po’ l’atmosfera e l’ambiente, lascia che i lettori possano immaginarti mentre sei intento a scrivere.

Non ricordo esattamente, tanto tempo, l’ ho iniziato nel ’96, quando sono scappata da mio marito, ho continuato a scrivere per anni, non so neanche se è finito, poi l’ ho lasciato lì…

Sappiamo che hai uno stile tuo, ma stando al gioco, a quale autore del presente o del passato ti senti (o aspiri) di somigliare e in quali aspetti? Fai un gioco analogo per il tuo libro.

In certi passaggi ad Erica Jong, non ricordo il titolo…Oriana Fallaci? Clarissa Pinkola Estes….magari…!

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Se dovessi consigliare una colonna sonora da scegliere come sottofondo durante la lettura del tuo libro, cosa sceglieresti?

A total eclipse of the hearth! un pezzo africano? I am calling you

Un’ultima domanda per salutarci. Rivolgiti ai nostri 300.000 mila lettori, con un tweet in 140 caratteri.

Potrebbe servire a molti, è un insegnamento, è una vita in cammino, una ricerca profonda, dolorosa, spirituale ma anche ironica, spiritosa e anche drammatica, soprattutto vera!

Autore: Redazione

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