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Intervista a Anna Cibotti, autrice de “La notte era bianca di neve”

Anna CibottiAnna Cibotti, nata a Ravenna il 4 agosto 1946, si ritiene una donna molto selettiva nei gusti e nelle amicizie; non tollera la banalità e mal sopporta tutto ciò che è scontato. Dipinge e scrive. Ama il cinema, leggere, fare le parole crociate, passeggiare in pineta e al mare…

Parliamo subito del tuo ultimo libro. Raccontaci brevemente la trama e in quale genere si colloca.

Il mio libro è un romanzo noir. Quattro sconosciuti viaggiatori si trovano, loro malgrado, bloccati in un luogo fatiscente perduto nel nulla. Si racconteranno le loro storie personali; tutti meno uno. C’è un uomo che non dice nulla di sé e, per i compagni sventurati, diventa un misterioso enigma. Dovranno trovare delle risposte che riguardano la loro strana situazione e verità insospettate.

Parlaci di te e del tuo amore per la scrittura: come nasce?

La mia passione per la scrittura nasce grazie a quella per la lettura. Leggendo molto, fin da bambina, ho maturato l’esperienza e la voglia di scrivere anch’io. Ho cominciato pochi anni fa con un breve racconto, qualche poesia e, via via, ho scritto una raccolta di racconti, una silloge e due romanzi. Quando dipingo creo immagini e quando scrivo costruisco storie. Come sono e come appaio.

Quanto tempo hai impiegato a scrivere questo libro? Descrivi un po’ l’atmosfera e l’ambiente, lascia che i lettori possano immaginarti mentre sei intento a scrivere.

Questo romanzo è l’ampliamento di un vecchio racconto. Ho cominciato in estate e l’ho finito a dicembre. C’era già una base su cui cimentarmi, ma è stato difficile reinventare il seguito di una storia rimasta in sospeso e darle un finale che soddisfacesse il mio intento. Scrivo in cucina con la televisione accesa. Non mi disturba e non seguo quello che trasmette. Riesco ad isolarmi completamente.

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Sappiamo che hai uno stile tuo, ma stando al gioco, a quale autore del presente o del passato ti senti (o aspiri) di somigliare e in quali aspetti? Fai un gioco analogo per il tuo libro.

Non aspiro a somigliare a nessun autore. Ho attinto qualcosa da tanti, ma la mia scrittura ne risente solo in una buona proprietà di linguaggio. Amo la sintesi e invento tutto senza essere influenzata dalla moda corrente. Ogni scrittore ha un’anima propria e diversa. Se non fosse così si perderebbe l’unicità e, personalmente e senza presunzione, ci tengo molto.

Se dovessi consigliare una colonna sonora da scegliere come sottofondo durante la lettura del tuo libro, cosa sceglieresti?

Musica celtica.

Un’ultima domanda per salutarci. Rivolgiti ai nostri 300.000 mila lettori, con un tweet in 140 caratteri.

Leggete le prime pagine, se siete indecisi, resistete per altre due; vi sorprenderete. Ma se poi non succede, un grazie per averci provato.

Autore: Redazione

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