La Natura dell'Amore | John Burnside La Natura dell'Amore | John Burnside

La Natura dell’Amore | John Burnside

Un libro sull’amore che non è un romanzo. O quasi. 

In buona sostanza così si può descrivere La Natura dell’Amore di John Burnside. Il noto autore e poeta scozzese si cimenta in un’avventura letteraria inusuale per chi bazzica nel mondo dei libri da molto tempo: la scrittura si snoda in prima persona e in più occasioni lo scrittore cita il proprio nome (ma non il cognome), facendo pensare che questo libro sia una sorta di autobiografia dei propri ricordi.

La Natura dell’Amore risulterà un libro dalla non facile collocazione per quel che riguarda il genere, dal momento che racconti autobiografici si alternano a momenti di riflessioni cupe e profonde, fino a toccare fasi in cui sembra di leggere un saggio psicologico sull’amore secondo la società moderna e, dulcis in fundo, degressioni di varia natura, anche sulla musica (sul sito dell’editore è presente la Playlist ufficiale del libro ascoltabile su Spotify) e su alcuni artisti, tra cui la fotografa Diane Arbus.

Leggendo quest’opera si ha la possibilità di fare la conoscenza di tutte le donne che hanno caratterizzato la vita dell’autore, senza non poche conseguenze, partendo da Medeleine, cugina della quale si innamorerà sin da piccolo scoprendo quello che lui definirà incantesimo, accompagnato dalla canzone di Nina Simone “I put a spell on you”.

L’ alternanza di generi, e a volte anche di stile, è il vero punto di forza di questo libro. Nonostante questa sua caratteristica potrebbe destare non poche perplessità, il testo resta sempre coerente con il suo scopo: parlare dell’amore secondo il punto di vista di Burnside, in base alle sue esperienze e alle sue idee. Una volta capito questo, il lettore si trova difronte a tutte le vicissitudini e le difficoltà dell’autore nell’approcciarsi a un sentimento tanto bello quanto controverso.

Durante il racconto delle sue storie, passando anche dal consumo di droghe pesanti come LSD, vedremo John Burnside entrare in un labirinto caratterizzato dalla paura di amare, che vede il culmine nell’esperienza con una donna di nome Christina. Questa paura di amare ha origini molto lontane e profonde, legate al ricordo del matrimonio fallito dei suoi genitori che lo ha portato, col tempo, a sviluppare un’idea cinica su tale legame, intendendolo, oramai, più una convenzione legata all’essere dei perfetti cristiani devoti che a un sogno d’amore che si realizza. 

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La narrazione genera un’idea paragonabile a una pallina di neve che, rotolando giù dalla montagna, si trasforma in una valanga inarrestabile, sfociando nel desiderio quasi ossessivo della solitudine e dell’anonimato, fino ad arrivare al totale rifiuto di stare con qualsiasi donna, pur continuando ad innamorarsi di loro.

Se si legge questo libro con la speranza di trovare storie romantiche, dove i protagonisti corrono allegri su una spiaggia al tramonto per poi baciarsi appassionatamente, c’è il rischio di rimanere delusi. La natura dell’amore offre l’esatto contrario, invitando i lettori a riflettere in maniera profonda e non superficiale su questo sentimento, senza lasciarsi fuorviare da storie smielate dove l’amore vince su tutto e tutti.

L’amore, quello classico che vediamo nei film o in molti romanzi, sembra un giocatore di scacchi che, dopo aver buttato nel mezzo i suoi pezzi migliori, subisce un violento scacco matto da John Burnside che gli spiattella in faccia la realtà di tutti i giorni, fatta di convenzioni sociali che sono la morte dell’amore stesso e, soprattutto, da questa sua paura di essere felice con una donna.

Questo libro è pertanto una lunga confessione che l’autore fa con il lettore ma anche con se stesso. Un confronto diretto, dove ognuno di noi può trovare punti in cui si è totalmente d’accordo con lui, ma anche idee troppo estreme per poter trovare un minimo di connessione. Ciò che traspare, più di qualunque altra cosa, è la lucidità con cui Burnside analizza le sue esperienze per trarne degli insegnamenti, fino a capire il disagio psicologico, di natura depressiva, sulla sua paura di amare. Giungendo così anche ad affermare, con decisione, che l’amore è un’esperienza unica e travolgente che vale la pena vivere pienamente, senza scappare via come dei vigliacchi. 

Una lettura interessante, atipica e a tratti controversa, per menti critiche e pronte al confronto, magari da accompagnare con la playlist musicale del libro presente su Spotify. 

Autore: Luigi Russo

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