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Dì-scorsi | Andrea Monotti

La Trama

Un libro intenso, fresco, attuale, la cui stesura nasce come una liberazione, in seguito alla fine di una relazione.

La rottura sentimentale ha segnato l’inizio di una riscoperta di sé stesso per l’autore che ha imparato, dopo conoscenze varie e una vita sociale più attiva, a bastarsi.

In Dì-scorsi c’è una forte componente autobiografica: il protagonista è scosso dai cambiamenti negativi della sua vita, è stato lasciato dalla ragazza, fa un lavoro che non gli piace, non ha molti amici e non riesce più ad interessarsi a nessun’altra donna. Però non si tira mai indietro, cerca sempre di ricredersi, all’inizio invano, per poi riuscire a trovare finalmente la sua strada.

Pertanto questo testo si rivolge alle persone che sono sole, ma sanno bastarsi, che cercano sé stesse anche facendo, alle volte, cose discutibili. È un ‘omaggio’ a coloro che sono pronti a stare soli pur di non avere accanto chiunque.

Giacomo, il personaggio centrale, viaggia alla ricerca di attimi e persone in grado di scuoterlo, incappando spesso in situazioni fatte soltanto di apparenza, in cui amore e amicizia fanno i conti con l’era della comunicazione social.

Nel viaggio di conquista personale, ognuno di noi, almeno una volta, si sarà trovato in tale posizione. Ed è da essa che ha origine una serie di dì-scorsi, caratterizzati da un duplice compito che, in maniera del tutto spontanea, ha portato Andrea Monotti a scegliere questo titolo: raccontare i discorsi dei giorni ormai passati di un ragazzo qualunque; esporre non poco l’autore, narrando della sua vita, delle proprie esperienze e della constatazione che molto spesso alle parole non si conferisce il giusto valore.

Accesi il motore e nel mettere la marcia grattai la frizione. Partii col desiderio di mettere più strada possibile tra me e quella casa. Poi le lacrime cominciarono a scendere e mi rividi lì […]. Poi una luce, un clacson, il rumore stridulo dei freni contro l’asfalto e dopo il buio.

Se vuoi avere un assaggio del libro, allora ti consigliamo di scaricare il racconto che Andrea Monotti  ha creato apposta per i lettori di questo sito.

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L’autore

Andrea Monotti, romano, classe ’87, inizia a scrivere i primi versi in rima con l’intento di fare musica rap con gli amici. Dopo qualche anno mette da parte questa idea continuando però a coltivare la passione per la scrittura. Nel 2014 pubblica sul numero 26 della collana “Impronte” edita dalla casa editrice Pagine le prime poesie.

Nello stesso anno pubblica la sua prima silloge con il titolo “Pensieri apparenti” edita dalla Kollesis Editrice, nella quale sono racchiuse tutte le poesie scritte dall’età di sedici anni fino ai ventisei.

Nel 2015 si affaccia sui social network con la prima pagina FacebookAndrea Monotti Autore”, sulla quale trovano spazio pensieri, poesie e opinioni.

Tra le sue passioni, oltre alla musica cui si dedica ancora oggi scrivendo testi, ci sono la fotografia, il disegno creativo e la pittura, scandite dalla voglia di rendere artisticamente concrete le sue idee. Ha in cantiere diversi progetti, sia letterari, quali due libri di narrativa e uno di poesia, che fotografici in collaborazione con altre persone.

Lo stile

Lo stile di Monotti appare poco catalogabile, soprattutto per due ragioni: Dì-scorsi è il suo primo racconto; ama sperimentare, cercando di scrivere sempre qualcosa di nuovo in un modo nuovo.

Tuttavia, le letture preferite, che in qualche maniera lo hanno influenzato, fanno trasparire una certa vicinanza alla scrittura di Pier Paolo Pasolini, Luigi Pirandello e Tommaso Pincio.

Il bisogno di scrivere Dì-scorsi, la cui scintilla che ha innescato tutto è stata la rottura di una relazione con una ragazza, che nel racconto è indicata con “Lei”, si riflette sulla modalità di stesura molto intima, spontanea, ‘sentita’.

La sensazione di intimità, seppur questo non venga evidenziato nel testo, parte anche dai luoghi e dai momenti scelti dall’autore per dar vita alla sua opera. È stata scritta durante le sere dopo cena quando andava a passeggiare per le strade del centro di Roma, davanti il Pantheon, o seduto vicino alla fontana di Trevi, o ancora al Colosseo oppure sulla scalinata di Trinità dei Monti; ma anche nei pomeriggi dei fine settimana quando, in cerca di relax,si recava sempre, quasi avesse un appuntamento prefissato, a Villa Ada e a Villa Borghese.

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Autore: redazione

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