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Western Sex Rock and Horror | Stefano Jacurti

Western JacurtiNei racconti di questa raccolta gli scenari che si aprono davanti agli occhi del lettore sono quelli del selvaggio West; scenari in cui la natura azzanna, avvelena, risucchia, uccide e punisce.

Nell’Ovest più estremo, la natura non sta a guardare, e i protagonisti di queste storie lo impareranno a loro spese.
Lingue di fuoco scaturiscono da un fucile negli spazi sconfinati dove un bambino è l’unico sopravvissuto di una carovana massacrata.
Battaglie nella neve, lupi all’attacco e cavalleggeri che spariscono nel nulla si susseguono.

Tra le pagine di “Western Sex Rock and Horror” si nascondono disertori, corpi che si uniscono in amplessi selvaggi e altri maciullati dalle pallottole.

Tra i conflitti a fuoco e quelli dell’anima, uomini e donne seguono una pista che conduce alla fine del mondo, per sfuggire alle visioni orrorifiche della guerra civile.
Tra la sabbia e il cielo si muovono donne che vendono il proprio corpo, vendicatori evocati da un quadro, mentre tra le fila di nordisti e sudisti si agitano terrificanti presenze.

Un pistolero galoppa nel buio del sogno americano fallito, spolpato, ucciso.

Ma per chi si prepara per l’ultima ballata country, per chi sgasa con una Harley Davidson fiammante, per chi affronta con il sorriso di scherno della morte l’ultimo rodeo, quel sogno non potrà finire mai.

Western Sex Rock and Horror” è una pista costellata di conti da saldare, squaw bellissime, forche in attesa dell’uomo da soffocare nel ruvido abbraccio della corda che pende.

Sono storie classiche, contaminate, sanguinarie, consumate fino all’ultimo respiro, come i mozziconi nel posacenere di un motel del sesso on the road.

Il selvaggio west di ieri e di oggi è un luogo dove nulla è come sembra e nulla sarà come prima, il posto ideale per chi è caduto, ma è caduto in piedi, per chi cerca la verità qualsiasi essa sia, per chi ha sofferto e lottato per un sogno da raggiungere.

L’uomo si rivolse al cielo.
“Che siano maledetti tutti! Madre, perché non mi hai detto subito che Johnny Wilson non era il mio vero padre? Perché hai lasciato che lui ti picchiasse per anni approfittando del fatto che io ero solo un ragazzino? Perché non hai denunciato quell’uomo agli sceriffi? Lassù c’è il tuo volto madre…Ma poi hai visto no? Ci ho pensato io non appena sono cresciuto, è stato il primo uomo che ho ammazzato! Ti ricordi mamma come gli ho fatto saltare il cervello in cucina e come dopo non si capiva più qual’era il sangue delle bistecche che stavi cucinando e quale era invece il suo? Ti ricordi le pareti schizzate di rosso?”

L’autore

Stefano Jacurti vive a Roma, ma con la testa sempre rivolta al Far West.
Regista, attore e scrittore, “Western Sex Rock and Horror” è la sua quarta opera dopo il romanzo “Bastardi per stirpe”, la raccolta di racconti “Il baule nella prateria” e la raccolta di aforismi “Avrei voluto essere ucciso da Clint Eastwood”, anche se ha iniziato a scrivere per il teatro, approdando solo nel 2003 alla narrativa.

Ha deciso di scrivere “Western Sex Rock and Horror” per superare un momento difficile, trasformando il dolore in storie intense e coinvolgenti di un west crepuscolare, metafora della malinconia che accompagna l’avanzare dell’età.
Ma Stefano Jacurti, dal west non si è mai allontanato: come regista ha recentemente finito di girare un western indipendente “Se il mondo intorno crepa“, un’esperienza comunitaria che lo ha invogliato a scrivere per trovarsi di nuovo solo con se stesso, lontano dal set, dalle luci e dagli attori, come un vero cavaliere solitario. Proprio per questo crede che la notte sia una buona amica per gli scrittori.
Molto affezionato al linguaggio cinematografico, e lui stesso attore, molto spesso quando scrive si immedesima così tanto nei personaggi da scoppiare a piangere o a ridere insieme a loro.
Per maggiori informazioni, visitate la pagina facebook dell’autore.

Lo stile

A farla da padrone, in questa raccolta, è ovviamente il genere western.
Del resto, l’autore si sente da sempre a casa in questo mondo.

La grande conoscenza del West da parte di Stefano Jacurti assicura all’antologia uno sguardo profondo e accurato sul mondo in cui gli attori di carta dei racconti si muovono.
Non solo le irrinunciabili scene di azione, quindi, ma anche conflitti psicologici che rendono il lettore in grado di empatizzare con personaggi così lontani nello spazio e nel tempo da lui. Le tematiche affrontate, per quanto rivisitate in chiave western, sono universali e perciò godibili non solo dall’appassionato del genere, ma anche dal profano alla ricerca di un buon racconto di introspezione psicologica.

Anche la contaminazione di genere tra i racconti bilancia i due aspetti fondamentali dell’azione e l’introspezione: alla maniera Joe R. Lansdale, Jacurti fonde western e horror, senza tralasciare quelle atmosfere totalment americane da “On the road” di Jack Kerouac.
Jacurti usa uno stile di scrittura molto cinematografico, come se il suo lavoro di regista gli permettesse di evocare immagini nella mente del lettore.

Come scrive Domenico Rizzi nella prefazione

Il western di Stefano Jacurti è come un onda anomala che si abbatte impetuosamente su una quieta e oziosa spiaggia travolgendo castelli di sabbia e infantili creazioni realizzate dalle mani di un bambino. Il western di Jacurti e un west senza veli, nudo e crudo come le praterie spazzate dal vento.

Per l’acquisto, clicca qui.

Autore: redazione

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