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Il segreto del verziere | Federico Carro

Trama

Il segreto del verziere CarroCon il suo romanzo d’esordio, “Il Segreto del Verziere” Federico Carro crea un solido ponte narrativo tra il piano onirico del surrealismo e il ben più crudo thriller dalle tinte epiche.

“Il Segreto del Verziere” riporta il lettore nell’atmosfera del mondo senza tempo del Regno di Re Lenoire, che vive in pace e prosperità, almeno fino al punto di rottura.

La tranquillità del reame è turbata dall’arrivo imprevisto di un misterioso individuo che intende donare al sovrano un potere smisurato, al di sopra delle possibilità umane, ma proprio per tale motivo intrigante e terribilmente attraente.

Per saggezza, o forse solo per timore, considerato tale dono una possibile fonte di pericoli, il re decide di sigillarlo nei meandri più oscuri e segreti del bosco, rendendolo dunque irraggiungibile e preservando la purezza del regno.

Ignaro delle conseguenze del suo rifiuto, Lenoire sarà colpito da una malattia che lo condurrà alla morte e porterà il declino dell’intero reame.

Sale al trono il figlio Lejacke, un principe poco responsabile che nonostante i vani tentativi non riesce a modificare il destino infelice dell’eredità ricevuta: gli antichi splendori sono ormai soltanto un miraggio, un racconto leggendario da tramandare ai posteri.

Rapidamente fame, povertà e follia prendono il sopravvento, dominano senza freni la disperazione degli abitanti.
Proprio quando la rovina sembra impossessarsi interamente del piccolo regno, ricompare al cospetto di Lejacke un uomo misterioso: forse lo stesso di molti anni prima?
Ogni certezza sembra essere svanita, eppure da quel momento il caos regnante spiega le ali, consacrando la sua dipartita. La monarchia si disgrega: il reame lentamente e non senza difficoltà ricostruisce la sua forza sulla rinnovata indipendenza, fino a quando il segreto patto si scioglierà. Cosa ne è di quell’oscuro passato? Qual è la verità sull’antico dono rifiutato? Forse l’unica risposta possibile è contenuta in quel verziere custodito dal silenzio della natura.

L’autore

Federico Carro nasce a La Spezia il 15 giugno 1991, e cresce a Vernazza nell’avvolgente cornice della tipica natura radiosa locale.
È probabilmente quest’ultima a ispirare in lui una forte vicinanza all’arte che inizia a coltivare con il disegno e la pittura dei luoghi incantevoli che lo circondano. Insegue quindi la sua più grande passione iscrivendosi al Liceo Artistico di La Spezia, constatando di essere attratto non soltanto dalle forme pittoriche ma anche dalla scrittura.
È con questo entusiasmo che si accosta al panorama narrativo, dando vita alla prima bozza del romanzo “Il segreto del verziere”. Un tragico incidente che colpisce la vita della sua più cara amica delle scuole elementari provoca in lui il bisogno di accostarsi al mondo della musica.

Da quel momento inizia a comporre molte poesie ispirate al vissuto personale e ad alcuni degli incontri più significativi che trasformerà in canzoni, ispirandosi all’estro inimitabile di artisti come Michael Jackson e Whitney Houston fino ai più contemporanei Enrique Iglesias e Shakira; in particolare dal primo raccoglierà l’interesse per l’hip-hop, imitando il suo più grande idolo.

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Gestore di un bar insieme allo zio, Federico non trascura mai la sua vocazione artistica: prende lezioni di pianoforte e canto, ampliando i suoi orizzonti verso la musica blues e jazz, sino a formare un piccolo gruppo insieme a un amico sassofonista per poi creare il suo primo album da solista intitolato “Come un lampo”, una sintesi musicale di preziosi racconti di vita. “Il segreto del verziere” è il suo romanzo d’esordio ma in cantiere è già presente un nuovo progetto: “Il re della luce l’ordine degli dei oscuri”; ispirato dalla magia di Torino, quali misteri nasconderà?

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Lo stile

La sfida di Federico Carro consiste nel fondere due generi, quello surrealista e il thriller, all’interno di una vicenda ambientata in un contesto antico, a tratti epico, la cui patina rarefatta del passato ingloba perfino il linguaggio con cui è narrata.

Il romanzo individua il suo primo carattere distintivo nello stile arcaico e ricercato della narrazione che s’ispira alle pietre miliari della nostra tradizione letteraria: Dante, Petrarca e Boccaccio.

Il tentativo di riprodurre la ricercatezza lessicale dell’italiano delle Tre Corone, così come sono definiti i tre sommi autori, è senza dubbio il primo grande e ambizioso ostacolo che l’autore si propone di superare.

Dietro una lettura complessa, tutta imperniata sul gioco ricorrente di figure retoriche, specialmente ossimori e iperboli, si cela il ben più comune racconto di una quotidianità lontana ma vicina al presente: i temi oscillano dal sentimento dell’amore nobilitante che contrappone all’odio e alla morte, al ricordo nostalgico delle cose ormai perdute, al dolore che mina le piccole grandi gioie.
Così la trama si compone di una vicenda principale connessa al segreto custodito nel verziere e di altrettante storie secondarie, quelle dei contadini e dei pescatori del piccolo regno.
A proposito di quest’ultimo, le descrizioni che ne esplicano la natura si avvicinano a quelle dei coloratissimi borghi delle Cinque Terre; tuttavia, forse per mantenere integro il velo di surrealismo che avvolge l’intera struttura, lo scenario delle vicende resta nell’anonimato: un piccolo universo ovattato.
Nessun luogo è precisato: tutto è affidato all’immaginazione del lettore.
Le pagine prendono la forma di un tributo e un inno alla vera indiscussa protagonista, la Natura, e all’eterna conflittualità con l’uomo, sua creatura prediletta che troppo spesso, peccando di presunzione, tenta scioccamente di superarla.

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Autore: redazione

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