La lottatrice di sumo, di Giorgio Nisini
Giorgio Nisini è un saggista italiano che nel 2008 ha debuttato come romanziere con “La demolizione del mammut”, grande successo a livello nazionale. Nel 2011 pubblica “La città di Adamo” col quale concorre al premio Strega e nel 2015 approda in libreria con “La lottatrice di Sumo”, pubblicato dalla case editrice Fazi.
Nonostante non possa vantare un altissimo numero di pubblicazioni a suo nome, Nisini si dimostra un narratore esperto e nella sua opera si riconosce una certa originalità sia nella scelta dei temi, sia nel linguaggio utilizzato.
La trama
Due storie, un unico mistero da risolvere.
Giovanni è solo un ventenne quando perde la sua fidanzata Margherita in un grave incidente stradale e da quel momento la sua vita sarà caratterizzata da un alternarsi di momenti prima vissuti lentamente, in preda al dolore e al senso di smarrimento, poi sempre più veloci, quasi di corsa, verso gli studi, le ricerche, il lavoro e una nuova vita. È Giovanni stesso che racconta la sua storia e si presenta al lettore come un adulto realizzato, la cui vita è stata segnata da una serie di successi, ma anche caratterizzata da una felicità apparente, una sorta di impossibilità nel godersi davvero gli obiettivi raggiunti e le gioie della vita.
La seconda storia che ci viene presentata è quella di Olga e di suo padre Massimo Golem, artista esoterico al quale la critica attribuisce il ruolo di medium attraverso le sue opere. Il loro rapporto padre-figlia non è dei più tradizionali e il libro ce lo racconta partendo dalle origini, presentando le personalità di entrambi e l’evolversi della loro relazione. Alla morte dell’artista sarà proprio la figlia Olga a farsi carico del suo lavoro e dei poteri a lui attribuiti.
Olga e Giovanni si conoscono proprio a causa di una presunta opera di Golem, regalata all’uomo dalla sua fidanzata, trent’anni prima. Questa tela rappresenta appunto una lottatrice di sumo in una posa quasi innaturale, sgraziata ma fortemente espressiva di tutta la forza tipica dell’arte marziale in questione; il quadro comunica passione e coinvolgimento, ma anche potenza e fisicità.
Il collegamento tra il misterioso artista e l’opera in suo possesso risveglierà in Giovanni antichi sentimenti e una nuova voglia di sapere che lo spingerà a cercare di risolvere il mistero della lottatrice di sumo.
Commento
Il libro alterna le due storie, inizialmente in modo netto, separando le vicende di Olga da quelle di Giovanni; quando i due si conoscono la narrazione, pur restando divisa, assume una fisionomia più coesa in cui ciò che viene solo accennato da una parte, viene approfondito dall’altra, in un piacevole alternarsi di situazioni e sensazioni, con la voce autobiografica di Giovanni a fare da contrappunto al discreto fuoricampo coi riflettori puntati su Olga. Questa tecnica permette all’autore anche di donare alle due parti una carica emotiva differente, affidando di volta in volta all’una o all’altra un ruolo più narrativo o più introspettivo.
Il romanzo ricopre un arco temporale piuttosto lungo arrivando fino ai giorni nostri e ogni periodo storico è trattato con la stessa ricchezza di dettagli; la prosa ha uno stile fresco e piacevole, adatto ad un lettore occasionale ma anche ad uno più sofisticato.
L’aspetto che maggiormente colpisce è l’originalità delle situazioni narrate, il libro non ricalca i classici luoghi comuni ma anzi propone dei temi nuovi e degli schemi insoliti anche nel finale che rappresenta una svolta innovativa e per niente banale.