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Vorrei che fossi qui | Paolo Biagioli

Trama

Vorrei che fossi quiVorrei che fossi qui” è l’alba editoriale di Paolo Biagioli: un romanzo drammatico e sentimentale che, sulle tracce di un’amicizia storica, ripercorre gioie e dolori di una coppia di amici.
Georgia e Sean avevano soltanto quattro anni quando, per la prima volta, ridenti d’una curiosità bambina, si scambiarono un tulipano giallo e qualche sorriso in più, dando il via alla loro splendida avventura di compagni di viaggio e condivisioni.
Nell’affascinante cornice statunitense i due piccoli amici condivideranno alcune delle esperienze più significative della loro vita, gli ostacoli più duri e le sfide più avverse; ad ogni nuovo vento, le loro anime restano sempre vicine, solide nel loro naturale collimare, certe di nutrire un sentimento carico d’affetto e lontano da qualsiasi secondo fine.

Eppure in tutti gli anni trascorsi all’insegna di un’ammirazione reciproca non hanno mai avuto il coraggio di rivelare a loro stessi la più importante delle verità, la più rischiosa per l’equilibrio dell’amicizia ma senza dubbio la più bella per un progetto di vita insieme: l’essere innamorati l’uno dell’altra.
Sarà così quando, a causa di un’incomprensione, Georgia non si presenterà al funerale del padre di Sean, e soltanto più avanti lui avrà il rimpianto di averla allontanata per questo; sarà così anche quando la bella Michy entrerà a sorpresa nella vita del ragazzo, alimentando la gelosia della migliore amica.

Il tempo è passato e ora i due amici sono distanti: nessun tulipano, solo tanta tristezza.

Una storia che insegna la bellezza del concedersi sempre una possibilità, anche quando ciò implica ammettere alcune semplici evidenze.
È in questo modo che andrebbe vissuto il presente, lontano da quelle insormontabili barriere che diventano malinconici “avrei voluto che”.

L’autore

Paolo Biagioli, classe 1988, vive in un piccolo paesino delle Marche in provincia di Ancona.
Sin da piccolo si appassiona fortemente alla lettura, soprattutto grazie ad una delle sue prime letture che tuttora ricorda come uno dei titoli che più hanno colpito il suo cuore: “Il piccolo principe”.
Dedica la sua attenzione in modo particolare all’universo della poesia, scrivendo componimenti imperniati attorno alla genuinità delle sensazioni e alle modalità con qui queste affiorano.
Soltanto qualche anno dopo inizia a cimentarsi nella stesura di romanzi mosso soprattutto dal fascino per i racconti, sempre con l’invariato e ambizioso obiettivo di emozionare il suo pubblico. Oltre alla lettura, un’altra sua grande passione è lo sport, soprattutto il basket, senza rinunciare al calcio e al ciclismo di Marco Pantani e Paolo Savoldelli.
Non a caso nel tempo libero tra una pagina e l’altra non esita a saltare sulla sua mountain bike abbracciando la libertà dell’evasione dalla vita quotidiana, correndo verso inesplorati scenari. Tra gli autori di riferimento figurano alcuni dei più famosi del panorama contemporaneo: Carlos Ruiz Zafon, Niccolò Ammaniti e J. Safran Foer.
Nel sogno degli Stati Uniti d’America presenti anche in questo suo primo romanzo, con i loro balli di fine anno e la vita da college che tutti i ragazzi invidiano, Paolo è a lavoro per il suo secondo libro che non vede l’ora di completare.

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Lo stile

Talvolta le etichette di genere non esaltano adeguatamente il contenuto di un romanzo, che a definirsi drammatico e sentimentale preannuncerebbe una tela di tinte grigie e nere.
Quando poi ci s’imbatte nel giallo del tulipano che sancisce l’amicizia di Georgia e Sean si resta incuriositi da una trama moderna e forse più vicina di quanto si possa immaginare.

Nelle cuffie “Stella” di Filippa Giordano potrebbe idealmente cullare il lettore verso un percorso parallelo a quello dei protagonisti.
Il romanzo ha inizio con un vero e proprio flash-back narrativo: in una casa di riposo per anziani Sean ha in mano una fotografia ormai completamente sbiadita, e osservandola con sguardo commosso inizia a raccontare ad una volontaria del centro la straordinaria amicizia condivisa con Georgia.

È così che si torna al guizzo colorato di quel fiore che fu la chiave di violino per uno splendido e inestimabile legame. La timidezza di Sean, tratto in cui l’autore si riconosce, sorprende e intenerisce, la gelosia di Georgia fa sorridere e riflettere, e lentamente il lettore percepisce sempre più l’evoluzione del sentimento intenso tra i due, forse non limitato alla semplice amicizia. E nel suo racconto emozionato Sean desidererebbe davvero che lei fosse lì, non così lontana a causa di banali incomprensioni che hanno lasciato spazio all’amaro del rimpianto.

Con l’influenza di alcuni noti telefilm americani come “One Tree Hill” e “Everwood”, il romanzo si snoda in un’altalena di emozioni e colpi di scena; questo continuo intrecciarsi di amicizia, amore e rimorsi rievoca il suono malinconico della chitarra che accompagna un brano storico dei Pink Floyd, con i suoi toni densi di dolore: “Wish you were here”, appunto, “Vorrei che fossi qui”.

A dimostrare quanto le parole non dette possano ombrare la gioia del cuore.

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Autore: redazione

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